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Narciso nero - Black Narcissus

Regia:Michael Powell; Emeric Pressburger
Vietato:No
Video:Golden Video - M & R - Lanterna Home Video - Cde Home Video
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Michael Powell, Emeric Pressburger, dal romanzo di Rumer Godden
Sceneggiatura:Michael Powell, Emeric Pressburger
Fotografia:Jack Cardiff
Musiche:Brian Easdale
Montaggio:Reginald Mills
Scenografia:
Costumi:Henri Heckroth
Effetti:
Interpreti:Sabu, Kathleen Byron, Deborah Kerr, Esmond Knight, Flora Robson, Jean Simmons
Produzione:Eagle Lion
Distribuzione:Lab80
Origine:Gran Bretagna
Anno:1947
Durata:

100'

Trama:

Con l'aiuto della piccola comunità inglese che vive laggiù, cinque suore hanno aperto una scuola e un ospedale in un centro dell'Himalaia. Ma affiorano difficoltà di ogni tipo. Una suora pianta i fiori al posto delle verdure, un'altra cura un bambino che però muore, e tra gli indigeni si diffonde il sospetto, un'altra ancora impazzisce e cerca di sedurre un uomo.

Critica 1:Un gruppo di suore deve fondare una missione in Tibet. Lo stress e le difficoltà portano una religiosa ad attentare alla vita della madre superiora e a uccidersi. La missione viene chiusa, le suore tornano a Calcutta. Da un romanzone di Rumer Godden Powell & Pressburger hanno cavato un melodramma cinematografico "chiuso in un'atmosfera stordente da serra" (E. Martini) sul contrasto tra due culture, tra spiritualità e carnalità, dovere e desiderio. Così lontano dal gusto medio tipico del cinema britannico che fu severamente accolto dalla critica del tempo. Da rivalutare.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Per Narciso nero, per la prima volta avete adattato un romanzo.
In realtà, la storia mi era già stata proposta durante la guerra da un'attrice che avrebbe voluto interpretare uno dei ruoli. lo ne ero stato affascinato, ma le avevo risposto: “Bisogna che ne parliamo dopo la guerra”. Dopo la guerra è successo un fatto curioso: Pressburger si era sposato e fu proprio sua moglie che, dopo aver letto il romanzo di Rumer Godden, ce ne parlò.
Cosa l'aveva affascinata nella storia? Il confronto tra costumi occidentali e mondo orientale?
Era una bellissima storia d'amore. in un ambiente insolito. Ma non volevo andare a girare in India. I film di questo genere si sono sempre fatti così: con scene in studio e raccordi negli esterni reali, con veri attori e controfigure. Non mi piaceva assolutamente. Ero certo che si doveva girare o tutto in India o tutto negli studi.
E lei l'ha fatto tutto negli studi.
Tutto, tranne qualche scena. Sa, in Inghilterra si trova di tutto. Dal momento che abbiamo avuto per tanto tempo un impero, c'era sempre qualcuno che portava quantità di cose diverse dai quattro angoli del mondo: alberi, fiori, rocce! Cose straordinarie! Sono riuscito a trovare giardini enormi con rocce e montagne ai margini; e tutti i colori del mondo! E tutti i fiori dell'Himalaya! E gli alberi più antidiluviani! Nel Sussex! Il resto è girato in studio.
Abbiamo costruito il convento a Pinewood, all'esterno. Poi, Junge ha avuto un'idea. Ha fatto costruire tutto intorno a questa scena enorme un grande fondale di gesso, con un'angolazione di 20 gradi rispetto al sole. Così, tutto il giorno, con il sole che si muoveva, non c'era mai ombra sul fondale. Tutto il giorno era bene illuminato. E sul fondale abbiamo dipinto tutto l'Himalaya: l'Everest, le vallate, le foreste. Tutte illuminate dal sole! Ed era magnifico quando passava una nuvola! Semplicissimo. Alfred Junge è un grande maestro.
(da un’intervista a Michael Powell di Roland Lecourbe) (...)
In Narciso nero, del 1947, c'è lo stesso tipo di battaglia tra Natura e Civiltà, tra spontaneità e ammaestramento (in questo caso, di carattere religioso). La storia è ambientata in India; ma Powell, per non smentire il suo ruolo di Genio Perverso del cinema inglese, decide di girare tutto il film in studio. Il risultato rende giustizia a questa decisione. La storia, la cui intensità sarebbe stata irrimediabilmente indebolita da inserti di documentarismo esotico, si arricchisce di un'atmosfera claustrofobica e soffocante; un'atmosfera che è in perfetta sintonia con questo racconto di suore inglesi che, rinchiuse in un convento himalayano, cercano di allontanare tentazioni di ogni genere: tra le altre, l'esotismo indiano (Sabu nella parte di uno splendente principe nepalese), la perdita della fede religiosa (Kathleen Byron nella parte della suora tormentata) e il Sesso (David Farrar nella parte del funzionario inglese, che eccita i cuori femminili recandosi al convento in pantaloni corti). Se in I Know Where I’m Going c'erano ancora elementi di rea-lismo naturale, Narciso nero si avvolge nello smagliante man-tello dell'espressionismo. Appollaiati su un picco montano quasi impossibile (frutto di un “glass-shot”), il convento e le sue represse abitatrici sembra-no vivere in perenne stato di vertigine. La scena diventa una metafora delle oscillazioni del-la fede religiosa. E, come acca-de in tutti gli stati allucinatori determinati da inedia, la sovreccitazione alla sola idea del sesso porta costantemente le suore al limite del loro precipi-zio emotivo. Sorretto dalla foto-grafia di Jack Cardiff, Narciso nero è il trionfo del pittoricismo cinematografico di Powell. Le composizioni sono inesauribil-mente eloquenti, e l'oro, il bruno, il giallo del Technicolor luc-cicano con un'intensità alla Van Gogh.
Autore critica:Nigel Andrews, Harlan Kennedy
Fonte critica:Powel & Pressburger, Catalogo di Bergamo film Meeting ‘86 (a cura di Emanuela Martini)
Data critica:

1986

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:Black Narcissus
Autore libro:Godden Rumer

A cura di: Redazione Internet
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