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Verso sud -

Regia:Pasquale Pozzessere
Vietato:No
Video:Pentavideo
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Giovani in famiglia
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Pasquale Pozzessere
Sceneggiatura:Pasquale Pozzessere
Fotografia:Bruno Cascio
Musiche:Corrado Rizza, Domenico Scuteri
Montaggio:Carlo Valerio
Scenografia:Cinzia di Mauro
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Luciano Curreli (Claudio), Stefano Dionisi (Eugenio), Irene Grazioli (Teresa), Pierfrancesco Pergoli (Chicco), Antonella Ponziani (Paola), Luigi Santamaria (Stefano), Tito Jr. Schipa (il prete), Lucio Zagaria (Franco)
Produzione:Demian Film
Distribuzione:Lucky Red
Origine:Italia
Anno:1992
Durata:

88'

Trama:

Nel degradato ambiente che circonda la Stazione Termini vive Paola uscita da poco dal carcere: le mancano sempre i soldi per i piccoli acquisti, e si prostituisce occasionalmente per mangiare e fare qualche regaluccio al figlio Chicco, due anni, che un Istituto tiene in custodia essendo lei inaffidabile come madre. Nello stesso ambiente vive Eugenio, che ruba le elemosine nelle Chiese, frequenta amici ladruncoli e, pur non drogandosi, sovente abbonda con l'alcool. La figura umana e comprensiva di un sacerdote, che lo sorprende a rubare e non lo denuncia incoraggiandolo a tentare una svolta, sembra fornire ad Eugenio un impulso positivo, che si rassoda allorché dopo un fortuito incontro alla mensa della Caritas con Paola, con costei tenta di costruirsi una vita "normale". Eugenio trova un ricovero nell'attico di una fabbrica sotto sequestro, e un lavoretto come raccoglitore di cartone; Paola, approfittando di un incendio e relativa confusione, ha rapito il figlio. Ma l'arresto di un loro amico che conosce il nascondiglio atterisce Paola al punto da convincere Eugenio a rubare un'auto e portare l'improvvisata "famiglia" in Puglia, dove ha un amico che lavora ad un Luna Park. Ma anche qui non c'è lavoro, ed Eugenio, per trovare i due milioni per espatriare clandestinamente in Grecia, partecipa ad una rapina ad un supermarket in cui resterà mortalmente ferito, mentre Paola col piccolo si imbarcherà verso un precario futuro.

Critica 1:Ragazza madre da poco uscita dal carcere cerca un lavoro qualsiasi e, occasionalmente, si prostituisce. Ladruncolo incline alla bottiglia entra ed esce di galera. S'incontrano, s'innamorano, rapiscono il bambino di lei dall'istituto cui è stato affidato e sognano di fuggire per ricominciare. Opera prima del pugliese P. Pozzessere (1957), è un film romantico, un racconto di sentimenti con un'ambientazione in una Roma degradata, desolata e marginale, colta con lo sguardo di un documentarista attento e onesto senza concessioni al folclore populista. Nastro d'argento per A. Ponziani (attrice protagonista).
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Ciò che colpisce maggiormente nel film d'esordio di Pozzessere è la precisione con cui descrive la difficoltà di due giovani di oggi alle prese innanzitutto con la mancanza di un lavoro stabile e con tutto ciò che ne consegue, in termini non solo di insicurezza economica, ma anche di negazione di una propria identità personale e sociale. Senza alcuna pretesa sociologica, e senza farne dei simboli del disagio contemporaneo, il regista evita di fornire indicazioni sul loro passato, ma descrive la loro quotidianità in modo secco ed essenziale, con brevi accenni di ordinaria disperazione quotidiana: i bar di Eugenio, i bicchieri svuotati velocemente, le telefonate di Paola per cercare lavoro, le avances ambigue di molti, la chiusura e la diffidenza del personale dell'istituto, le strade notturne in cui raccogliere cartoni, la mensa dei poveri, i treni sui binari morti dove dormire notte per notte.
I due protagonisti hanno poco più di vent'anni e sono già due senzatetto, che potremmo incontrare in qualsiasi città italiana: non a caso vengono accuratamente evitati i riferimenti visivi più famosi e turistici legati a Roma, che qui appare come scenario squallido e desolato, assimilabile a qualsiasi altra realtà urbana.
La povertà estrema in cui versano i due personaggi non li priva però dei sentimenti primari: l'istinto materno di Paola, pur negato a livello burocratico dai servizi sociali, emerge in tutta la sua forza anche nella scena del rapimento. Un atto illegale, se giudicato con i parametri giudiziari; un gesto molto umano, se vissuto all'interno del film, nell’ottica della protagonista. Allo stesso modo, l'amore che nasce in modo molto semplice e diretto tra i due – nella scena della mensa, senza bisogno di parole, solo con gli sguardi, sembra che si riconoscano reciprocamente un grande bisogno di solidarietà vera – permette loro di ricominciare a progettare un futuro, senza vivere solo di un presente precario.
Il viaggio appare l'unica salvezza, alla ricerca di una nuova dimensione e di una terra a misura d'uomo. La parte on the road non si rivolge però al mitico West di tanto immaginario cinematografico, né tantomeno all'efficiente Nord che un tempo garantiva il lavoro a scatola chiusa e che appare ormai mitico quanto il West. Le uniche speranze sembrano a Sud, nel cuore delle contraddizioni, ma anche laddove ciascuno dei personaggi ha in qualche modo le sue radici. Non a caso le scene del viaggio, con una nuova prospettiva negli occhi e la speranza di trovare finalmente il lavoro, sono le uniche in cui si respira una certa serenità. Anche i paesaggi diventano più piacevoli, le inquadrature esaltano un senso di ritrovata libertà. In queste scene il gruppo dei tre fuggitivi assomiglia realmente a una vera famiglia, con ritmi più umani e la sensazione di poter essere artefici del proprio futuro, senza dover sempre dipendere dalla bontà altrui o dalla fortuna del caso.
Ma si tratta solo di una parentesi. Bisogna viaggiare ancora, cercare nell'illegalità il sostentamento che sembra impossibile da reperire con un lavoro normale. Senza alcuna concessione all'illusorietà del lieto fine, il film si chiude sul sacrificio di Eugenio, che muore molte ore dopo la rapina, celando la ferita per poter comunque ottenere i soldi pattuiti, che serviranno a Paola e Chicco per non perdere ogni speranza. Lontano da dove tutto è cominciato. Ancora più a Sud.
Autore critica:Michele Marangi
Fonte critica:Aiace Torino
Data critica:



Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

A cura di: Redazione Internet
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