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Vita di Pi - Life of Pi

Regia:Ang Lee
Vietato:No
Video:No
DVD:No
Genere:Drammatico
Tipologia:Diventare grandi
Eta' consigliata:Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori
Soggetto:dal romanzo "Vita di Pi-Life of Pi" di Yann Martel
Sceneggiatura:David Magee
Fotografia:Claudio Miranda
Musiche:Mychael Danna
Montaggio:Tim Squyres
Scenografia:David Gropman
Costumi:Arjun Bhasin
Effetti:
Interpreti:Suraj Sharma (Pi Patel), Irrfan Khan (Pi adulto9, Tabu (Gita Patel), Rafe Spall (Scrittore), Gérard Depardieu (Cuoco), Adil Hussain (Santosh Patel), Ayush Tandon (Pi a 11/12 anni), Mohd Abbas Khaleeli (Ravi Patel a 13/14 anni), Vibish Sivakumar (Ravi a 18/19 anni)
Produzione:Ang Lee, Gil Netter, David Womark Per Fox 2000 Pictures, Rhythm And Hues
Distribuzione:20th Century Fox
Origine:Usa
Anno:2012
Durata:

127'

Trama:

La magica avventura di Pi Patel, figlio del guardiano dello zoo di Pondicherry, in India, che insieme alla famiglia si sta trasferendo in Canada, a bordo di una grande nave da carico. Durante il viaggio al largo nell'oceano Pacifico la nave affonda e Pi si ritrova unico sopravvissuto su una scialuppa di salvataggio in compagnia di qualche animale e, soprattutto, di una tigre del Bengala, di nome Richard Parker , poco mansueta e molto arrabbiata. Pi dovrà lottare con tutte le sue forze ed escogitare un modo per sopravvivere e raggiungere la terra insieme alla tigre…

Critica 1:II giovane e il mare, per parafrasare Hemingway. Cineasta taiwanese hollywoodiano, apolide e migrante, Ang Lee trova finalmente il «non luogo» ideale nell'oceano Pacifico dove ambienta, claustrofobia al contrario, i 227 giorni alla deriva di un ragazzo indiano che perde in un naufragio i genitori mentre trasferiscono uno zoo in Canada e finisce per restare solo in una scialuppa con Sorella Tigre, senza avere le stimmate francescane. (...) Ricco di pustole, ferite, ematomi, cicatrici, segni d'arsura, l'ignudo debuttante Suraj Sharma è perfetto, accompagna l'evolversi interiore della storia, soffrendo in astratto e concreto. Certo Lee, che continua a credere più nel sentimento che nella ragione, ha vinto una difficile scommessa con un libro «impossibile», dal quale rinomati colleghi si erano velocemente allontanati perché si trattava di mescolare un elemento primordiale, l'acqua, per di più tridimensionale, con un'esperienza interiore che mette tutto in forse e tra parentesi. La fotografia di Claudio Miranda, giocando a rimpiattino tra cielo e mare, con innesti di azzurri dalla Florida, è splendida ma la forza del film è che non è mai retorico, dolciastro, buonista, resta un gradino sopra già in zona mitica o mitologica. (…)
Autore critica:Maurizio Porro
Fonte criticaIl Corriere della Sera
Data critica:

20/12/2012

Critica 2:Il protagonista si chiama Pi perché diminutivo di Piscine (va letto alla francese), stravagante nome di battesimo. Pi era un nomignolo necessario, visto che Piscine, storpiato dai compagni di scuola, facilmente diventava un insulto.(...) Proprio quando Pi trova l'amore la famiglia è costretta a trasferirsi in Canada, dove il padre è riuscito svendere gli animali dello zoo. La regia fin qui sembra piatta, in attesa dell'evento. E quello arriva improvviso come un pugno allo stomaco. Sulla nave, in una notte di tempesta, mentre Pi grida di gioia bagnato dal mare e dalla pioggia, la nave comincia a imbarcare acqua. Dopo qualche drammatico minuto, mentre la nave affonda, sull'unica scialuppa di salvataggio calata in mare troviamo Pi in una minuscola arca di Noè in compagnia di una iena, una zebra e un orango. (...) Siamo fin troppo abituati a un cinema che vuole far agire più i nostri nervi che il nostro pensiero, ma Ang Lee ci riesce in maniera sorprendente. Perché qui non ci sono scene di massa, non ci sono grandi scenografie o strabilianti invenzioni. (...) Su tutto c'è la rappresentazione della forza di un ragazzo nel tenersi in vita, sveglio con la mente, sempre allerta per poter affrontare le continue emergenze alle quali il regista alterna momenti di pausa, di spettacolo (la pioggia di pesci, altre tempeste, le notti di luna) e anche di riflessioni sulla vita. In queste scene l'istinto di sopravvivenza prorompe con una forza disperata. Ci sono poi altre sorprese prima dell'arrivo alla terza parte dove il protagonista mette in dubbio la propria versione dei fatti, come se gli autori si volessero affrancare dal semplice film d'avventura. (…)
Autore critica:Luca Raffaelli
Fonte critica:La Repubblica
Data critica:

20/12/2012

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

A cura di: Redazione Internet
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