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Milione (Il) - Le Million

Regia:René Clair
Vietato:No
Video:M & R, San Paolo Audiovisivi, Cde Home Video
DVD:
Genere:Commedia
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Georges Berr, Rene' Clair, Marcel Guillemaud
Sceneggiatura:Rene' Clair
Fotografia:Georges Perinal, Georges Raulet
Musiche:Armand Bernard, Philippe Peres, Georges Van Parys
Montaggio:
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Allibert, Louis Annabella Prosper, Raymond Cordy Beatrice, Wanda Grenville L'autista, Rene' Lefevre Wanda, Andre' Michaud Michel, Paul Ollivier Macellaio, Jane Pierson Crochard, Pitouto Creditore, Constantin Stroesco Sopranelli, Odette Talazac La cantante
Produzione:Tobis
Distribuzione:Cineteca Nazionale
Origine:Francia
Anno:1931
Durata:

91'

Trama:

"Il milione" è tratto da un vaudeville di Berr e Guillemaud. Senso del ritmo e gusto comico creano un delicato ricamo attorno a un biglietto della lotteria perso e ritrovato una infinità di volte.

Critica 1:Una giacca, contenente un biglietto vincente della lotteria acquistato da Michel e Prosper, mette in subbuglio un intero caseggiato, un intero quartiere, un'intera città. Ispirato a un vaudeville (1910) di G. Berr e M. Guillemaud, è un film agile e delizioso d'inseguimento in linea con Un cappello di paglia di Firenze (1928) in cui il cartesiano Renato Chiaro fa un uso innovativo del sonoro (impiegato per la seconda volta) e della musica. E un classico che ha perduto una parte della sua freschezza forse perché i personaggi non sono divertenti come le situazioni in cui si trovano. "A meglio determinare il loro libero esilio nel clima della poesia, i film di R. Clair si muovono con un ritmo di danza, con passo di ballata. Nel Milione, la forma della ballata era fin troppo accentuata" (A. Savinio).
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Uscito dalle esperienze dell'avant-garde, Clair non aveva faticato molto a trovare la sua strada. L'ironia maliziosa e provocatoria del suo celebre Entracte (1924) gliel'aveva indicata chiaramente. Marionette di poca sostanza intellettuale ma ricche di sentimento (e di pudore per nasconderlo), i suoi personaggi si aggiravano sperduti e stupiti nel mondo complicato della vita di ogni giorno. Erano attori di commedie modeste, trascinati senza volerlo in una giostra di equivoci stravaganti, impegnati nella ricerca di una tranquilla felicità piccolo borghese. Parigini nel sangue, campanilisti di quartiere, agivano con l'innocenza infantile di chi non ha gravi problemi da risolvere. Erano “macchine” cinematografiche più che uomini. Clair li aveva scoperti a poco a poco, e con sicurezza sempre maggiore, soprattutto in Un chapeau de paille d'Italie (1927), in Les deux timides (1928) e nel suo primo film sonoro, del 1930, Sous les toits de Paris.
Con i tetti di Parigi inizia anche Le million. Un grazioso modellino, come allora si usava e come bene conveniva all'artificio dichiarato della favoletta urbana che stava per cominciare. Una soffitta, un arzillo vecchietto che racconta una storia. La storia, appunto, del film, di cui lo vedremo più avanti astuto “deus ex machina”. È un rigattiere, che tutti chiamano père La Tulipe. Nella casa, su per le scale, i creditori inseguono il pittore Michel che non ha un soldo per pagare conti vecchi di settimane con il fornaio, la lattaia, il salumiere. Intanto la polizia insegue un ladro, e i due inseguimenti si mischiano, non si capisce più chi sia l'inseguitore e chi l'inseguito. Prosper, amico di Michel, si intromette, con una grande notizia. Michel ha vinto un milione alla lotteria nazionale. Per incassarlo ci vuole il biglietto n. 2029, ma Michel il biglietto l'ha infilato in una tasca della giacca, e la giacca l'ha lasciata in camera della sua amichetta Béatrix. La quale spiega che la giacca l'ha data al ladro (inseguito dalla polizia) per aiutarlo a fuggire. Michel e Prosper e i loro amici si buttano in un nuovo, più importante inseguimento. Gli scambi di persona e la girandola degli equivoci si moltiplicano. Tutti corrono alla bottega di La Tulipe, un ambiente stipato di oggetti incredibili. Lì dovrebbe essere la giacca, ma La Tulipe informa che l'ha venduta a un tenore dell'Opéra-Lirique. Tutti si precipitano al teatro, dove stanno rappresentando un severo melodramma, Les bohémiens. Sopranelli, il tenore, è in scena e indossa la giacca del tesoro. La banda degli inseguitori Michel, Prosper, le loro amiche, La Tulipe - dilaga dietro le quinte e anche sulla scena (i due amici si travestono da comparse). A un certo punto il tenore si sfila la giacca per esigenze di copione e la getta fra le quinte. Ci si buttano tutti sopra e a furia di contendersela staccano le maniche. Quando dovrà indossarla di nuovo, Sopranelli si accorgerà con orrore del misfatto. Ma non è finita. La giacca torna preda degli inseguitori, uno l'afferra, se la tiene stretta al petto e scappa. Gli altri gli saltano addosso, come in una mischia del rugby. Lo prendono, lottano, mentre si ode il fischietto dell'arbitro, con i clamori di una vera partita di rugby. Infine la preziosa giacca è fatta volare da una finestra. Recuperata, ci si accorge che non v'è traccia del biglietto n. 2029. Costernazione e rabbia durano poco, perché interviene serafico il père La Tulipe (che non è solo rigattiere ma anche ladro) e consegna a Michel il biglietto vincente: non sapeva che cercassero quello, pensava cercassero la giacca.
Le million è una commedia musicale. Coretti spassosi interrompono ogni tanto l'azione. I movimenti forsennati dei personaggi si intrecciano con le cadenze della musica, che inseriscono nella storia il leit motiv satirico (ogni categoria ha il suo coretto; quello dei ladri suona cosí: “Nous sommes les soldats de l'illégalité / Nous reprenons les biens donnés par la justice / Et nous nous consacrons, sous l'oeil de la police,/ A u partage meilleur de la propriété ”). Come tutte le fiabe, anche Le million ha la sua morale: il denaro può rovinare le amici-zie e certo non dà la felicità, ma sia benvenuto se accolto per quel che vale. Clair non ha di meglio da offrire che questa taccagna consolazione bor-ghese, ma non se ne preoccupa. La sua vera attenzione di cineasta va al congegno che - fra movimenti della corsa e couplets di rinforzo - deve funzionare con precisione cronometrica e grande leggerezza. Sono le qualità che distingueranno sempre l'opera di Clair nelle sue espressioni migliori.
Il resto è contorno (la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto del père La Tulipe; le scene deliziose di Lazare Meerson; la parodia dell'opera lirica; i dispetti amorosi delle due coppie). Ma è un contorno essenziale, meticolosamente calcolato e fuso perfettamente con il doppio cuore dell'azione. Per questo, al film - presentato a Parigi il 15 aprile 1931 - arrise un successo immediato e generale: il maggiore che Clair abbia mai ottenuto.
Autore critica:Fernaldo Di Giammatteo
Fonte critica:100 film da salvare, Mondadori
Data critica:

1978

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

A cura di: Redazione Internet
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