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Sweet Sixteen -

Regia:Ken Loach
Vietato:No
Video:
DVD:MRC
Genere:Drammatico
Tipologia:Disagio giovanile, Diventare grandi
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:
Sceneggiatura:Paul Laverty
Fotografia:Barry Ackroyd
Musiche:George Fenton
Montaggio:Jonathan Morris
Scenografia:Martin Johnson
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Liam (Martin Compston), Jean (Michelle Coulter), Chantelle (Annmarie Fulton), Pinball (William Ruane) ,Stan (Gary McCormack), Rab (Tommy McKee)
Produzione:Road Movies- Tomasol- Alta- Scottish Screen
Distribuzione:BIM
Origine:Inghilterra
Anno:2002
Durata:

101'

Trama:

Jean, la mamma di Liam, è in carcere ma deve essere rilasciata per il giorno del sedicesimo compleanno di suo figlio. Liam spera di poter passare almeno quel giorno come un ragazzo qualsiasi. Sogna di avere una vita normale, la famiglia che non ha mai avuto, una casa che possa essere un rifugio sicuro per lui, sua madre e sua sorella. Ma per questo servono soldi e non è facile procurarsene per un ragazzo come lui. Liam cerca di darsi da fare, ma sorgono subito dei problemi. Forse è il caso di andarsene prima che sia troppo tardi.
1. Quasi 40.000 bambini sono esclusi dalle scuole ogni anno in Scozia.
2. Oltre 11.000 bambini vengono dati in affidamento e il 75% lascia la scuola senza diploma. Meno dell'1% si iscrive all'università.
3. Il tasso di maternità fra gli adolescenti scozzesi è il maggiore d'Europa.
4. Circa 100.000 bambini in Scozia subiscono o assistono a scene di violenza domestica.
(Dati emersi da una recente statistica redatta dallo Scottish Executive For Scotland'Children)

Critica 1:Liam è un ragazzo di quindici anni, sua madre è in galera. Suo nonno e il suo patrigno non sono esattamente il ritratto dell'amore paterno. Liam ha anche una sorella però, una ragazzina poco più grande di lui ma molto matura, che vive da sola con suo figlio e cerca di trovare un posto di lavoro in un call center. E poi ci sono gli amici, tanti amici, tutti come Liam, figli di famiglie disgregate, fiori che cadono sotto il peso della pioggia autunnale. I cieli di Greenock, sono gli stessi cieli, grigi, di sempre. Cieli impermeabili alle sofferenze di questi piccoli uomini, cieli lontani, non più neppure ossessivi, semplicemente indifferenti. Ci sono le stesse case popolari con i corridoi esterni, che abbiamo già visto in molti altri film di Loach. Infine ci sono gli stessi uomini, solo sempre più vecchi, sempre più duri. Perché se i muratori di Riff Raff erano disoccupati da dieci anni i genitori di Liam lo sono da venticinque, e quando si cresce in una famiglia in cui nessuno riesce più a sperare, è molto difficile che si riesca a volare. Liam è così puro, così appassionato e amorevole, è così ingenuo. Pensa davvero di poter redimere la madre di poterle regalare una vita più dignitosa, è pronto a fare qualsiasi cosa per lei, per riuscire ad avere un angolo di paradiso terrestre. Ma la realtà è che non basta l'amore di un figlio, anche se così incondizionato, a dare forza a chi non ne ha. E così Liam si ritrova, ancora una volta, e per sempre, solo di fronte ad un mare che non lo accoglierà, sotto ad un cielo che non lo piangerà e con davanti una sola strada, quella che lo porterà al suo inevitabile destino.
Il destino degli uomini è segnato dalla nascita, e benché la nostra fragilità ci spinga a considerare queste nostre magnifiche nazioni democratiche come la culla della libertà, il terreno dove ogni individuo è libero di scegliere questo o quello, la realtà è che la libertà è spesso solo un bel concetto in cui ci culliamo per non sentire il peso dell'inumanità della nostra vita. Per certi uomini però, il gioco è meno sottile… a certe persone non è concessa neppure questa illusione, questa consolazione, questa luce. Ci sono ragazzi, come Liam, che non avranno mai le stesse opportunità di tanti altri, e non perché abbiano meno iniziativa o meno intelligenza, semplicemente non è questo che conta.
Per un'ora e quaranta seguiamo la progressiva trasformazione di un ragazzo, da semplice ladruncolo a spacciatore organizzato. Lo vediamo rinunciare ai propri amici, lo vediamo mutare, diventare più aggressivo, lo vediamo soffrire, dilaniarsi, ma alla fine non può far altro che arrendersi, come Edipo. Ma a differenza del personaggio sofocleo, nessuno avrà pietà di lui e non ci potrà mai essere redenzione, la stessa società che lo ha costretto a determinate scelte, nella sua nauseante ipocrisia lo rifiuterà, lo condannerà, lo isolerà e farà di lui un uomo duro, padre di figli soli. Liam è un altro volto, un altro sguardo triste, un'altra storia di speranza frustrata e di disperazione, nella galleria che anno dopo anno Ken Loach ha voluto regalarci. È un'altra di quelle persone autentiche che scelgono di condividere con noi un pezzetto della loro vita. Ci prendono per mano e ci portano sulla riva di un fiume dove l'aria è così limpida che si può quasi sognare di essere lontano da qui, ci cantano la loro solitudine e la loro forza, ci mostrano quanta bellezza ci sia in un desiderio, in una ruga, in un sorriso, in un prefabbricato. Ci mettono a nudo, ci fanno sorridere e ci fanno innamorare di loro, e di quel poeta che, senza retorica, vuole scuoterci ancora una volta, colpirci allo stomaco e gridarci che di Liam, in questa nostra capitalista, egualitaria e democratica Europa ce ne sono così tanti.… E a nessuno è concesso di rimanere indifferente.
Autore critica:Silvia Quadraccia
Fonte criticaCinema studio.it
Data critica:



Critica 2:
Autore critica:
Fonte critica:
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Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

A cura di: Redazione Internet
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