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Fantasia - Fantasia

Regia:James Algar; Samuel Armstrong; Ford Beebe; Norman Ferguson; John Fraser Maleish; Campbell Grant; Jim Handley; T. Hee; Wilfred Jackson; Hamilton Luske; Bill Roberts; Paul Satterfield; Robert Sterner
Vietato:No
Video:Walt Disney
DVD:
Genere:Animazione
Tipologia:La musica, Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole elementari; Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori
Soggetto:
Sceneggiatura:Lee Blair, Phil Dike, Otto Englander, Carl Fallberg, Albert Heat, Graham Heid, Bianca Majolie, William Martin, Sylvia Moberly Hollan,
Perce Pearce, Edmann Penner, Bill Pete, Elmer Plummer, Joseph Sabo, Webb Smith, George Stallings, Leo Thiele, Norman Wright
Fotografia:James Wong Howe, Maxwell Morgan
Musiche:Zibaldone musicale formato da: Toccata e fuga in re min. di Bach; Suite da Lo schiaccianoci di P.I. Ciaykovskij; L'apprendista stregone di P. Dukas; La sagra della primavera di I. Stravinskij; la Sinfonia Pastorale di Beethoven; La danza delle ore di A. Ponchielli; Una notte sul Monte Calvo di M. Musorgskij; Ave Maria di Schubert
Montaggio:John Carnochan
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:
Produzione:Walt Disney con la supervisione di Ben Sharpstein e la partecipazione di Leopold Stokowski e della Philadelphia Orchestra
Distribuzione:Non reperibile in pellicola
Origine:Usa
Anno:1940
Durata:

120'

Trama:



Critica 1:Si va dal meglio (Dukas, con Topolino) al peggio (Schubert) in questo film che celebra le nozze di Walt Disney con la Cultura e la Musica Seria; si passa dall'astrattismo psichedelico (Bach) al decorativismo floreale un po' volgaruccio (Beethoven), ma La sagra della primavera anticipa Stanley Kubrick e il piacere grafico dello Schiaccianoci è innegabile. Costò 3 milioni di dollari (del 1940!) e ne incassò più di 30 soltanto sul mercato nordamericano. Furono impiegate per la prima volta speciali cineprese per dare profondità al disegno. Distribuito sul mercato internazionale dell'home video: un milione di copie vendute in Italia nel 1991.
Autore critica:Il Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli
Fonte critica
Data critica:



Critica 2:Fu Stokowski a suggerire il titolo definitivo, partendo dalla definizione di "musical fantasy", poiché, disse, (…) «fantasia è un termine musicale per un tipo di composizione di forma libera, di stile ir-regolare... e poi fantasia significa fantasia in tutte le lingue». (…)
Ma insomma, il risultato vale o non vale? Operare dei distinguo è indispensabile, Fantasia non è un prodotto univoco, per cui occorra prendere o lasciare (come hanno fatto in tanti, frettolosamente). E un insieme di risultati diversi, firmati - sotto il grande ombrello di Walt Disney - da autori diversi e realizzati da diversi artisti, i quali hanno adottato di volta in volta stili molto distanti fra loro ed hanno raggiunto risultati assai vari che vanno dall'eccellente al pessimo.
(…) Propriamente delizioso giudico Lo schiaccianoci, come poi La danza delle ore, i due episodi per me nettamente più riusciti, più ancora di L'apprendista stregone che è quello solitamente maggiormente apprezzato, probabilmente per la presenza di Topolino, dunque reputato il più genuinamente disneyano, il meno pretenzioso. Forse preferisco i due episodi citati perché si tratta di due balletti, capaci di conservare tale loro natura attraverso una reinvenzione sostanziale degli spunti che sono vagamente all'origine dei brani, una riscrittura radicale in chiave fiabesca la prima, parodistica la seconda.
In origine, come noto, Lo schiaccianoci è un balletto di oggetti. L'équipe disneyana ne fa un balletto della natura, dove fiori e foglie ripetono movimenti e schieramenti dei ballerini in scena ma in maniera buffa, anche se ancora rigorosa dal punto di vista della sincronia e dell'uniformità dei movimenti. Se le libellule-fatine e i semi piumati (in tutù, insomma) ci riportano ad un universo favolisticamente botanico, la prima delle "danze caratteristiche" ("Cinese", affidata a funghi che mimano i cinesini) e l'ultima ("Russ”, con i cardi-cosacchi e le orchidee-contadinelle) costituiscono risultati originalissimi sia sotto l'aspetto inventivo, delle idee insomma, che sotto quello più specificamente filmico, dell'animazione. Qui siamo al capolavoro, ai vertici delle possibilità del cinema animato: i funghi del primo balletto sono molto approssimativamente antropornorfi, ma i loro movimenti ritmici sono "umanissimi" (a parte la geniale trovata del baby-fungo inesperto e buffo che va fuori tempo nell'imitare i "grandi": è il piccolo clown della situazione); e i fiori dell’ultimo mimano le danze russe folcIoristiche in una stupefacente allusività.
Quanto alla Danza delle ore le “forme" del balletto classico sono rigorosamente rispettate in un risultato spassoso come caricatura dei ballerini romantici, con lo stravolgimento grottesco dei cliché consacrati: vedi gli struzzi coi piedoni immensi rivestiti di scarpette di raso, gli ippopotami con un vaghissimo tutù trasparente e gli elefanti leggeri come silfidi, anche questi, ippopotami ed elefanti - esponenti di femminilità abbandonatamente romantica - con le scarpette da ballo ai piedìi anzi alle zampe. Solo i personaggi "maschi" ne fanno a meno: sono gli alligatori-seduttori, che concupiscono e rapiscono gli altri animali piombando nel gineceo avvolti in rossi mantelli, una piuma spavalda in testa. L'episodio (che conserva lo schema esterno del passaggio delle ore di una giornata) è un bestiario insolente e divertente, satira del balletto ma balletto autentico allo stesso tempo: momento-chiave, se vogliamo, per valutare tutto intero il film, basato sulla mancanza assoluta di ogni soggezione, di stampo fieramente americano, rispetto alla "grande musica', alla cultura "alta". (…)
Ricco di stimoli, capace di dividere i pareri, impastato di bene e di male, Fantasia è un testo fondamentale. Se non realizza l'eterna utopia del sincretismo effettivo immagine e suono, per il quale l'immagine dovrebbe diventare ontologica realtà auditiva e viceversa, si tratta senza dubbio di una interessante operazione all'insegna della "contaminazione", ove si restituisca al termine il suo significato originario. Sono stati consumati gravi tradimenti, nei confronti della musica (fra l'altro degli otto movimenti di cui si compone Lo schiacciano se ne sono conservati sei e l'Ave Maria è trascritta per voce solista e coro), ma non si tratta di un trattenimento musicale offerto in una sala da concerto, si tratta uno spettacolo offerto soprattutto a spettatori non specialisti, chiamati ad ascoltare musica lontana dai loro parametri abituali. (…)
Autore critica:Ermanno Comuzio
Fonte critica:Cineforum n. 334
Data critica:

5/1994

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

A cura di: Redazione Internet
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