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Fortini/Cani -

Regia:Daničle Huillet; Jean-Marie Straub
Vietato:No
Video:Biblioteca Rosta Nuova - visionabile solo in sede
DVD:
Genere:Documentario
Tipologia:La memoria del XX secolo
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Jean-Marie Straub e Daničle Huillet da "I cani del Sinai" di Franco Fortini
Sceneggiatura:
Fotografia:Renato Berta, Emilio Bestetti
Musiche:
Montaggio:
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Franco Fortini (Franco Lattes), Luciana Nissim, Adriano Aprą
Produzione:Straub-Huillet - Artificial Eye London - New Yorker Films - Sunchild Paris - RAI 2 Rom
Distribuzione:Non reperibile in pellicola
Origine:Italia
Anno:1976
Durata:

80'

Trama:

Il discorso politico sulla questione ebraica, in senso pił stretto, si fa (…) serrato e dialetticamente indiscutibile nel film-saggio di Jean-Marie Straub e Daničle Huillet Fortini / Cani (Italia, 1976). Il film č la presentazione del saggio del poeta Franco Fortini I cani del Sinai, leggendo i suoi versi, l’intellettuale di origine ebrea, si allontana dal giudaismo e muove una critica sferzante verso coloro che lo vogliono etichettare, ma soprattutto evidenzia i legami e le contraddizioni dei rapporti tra il potere fascista e post-fascita in Italia e l’ebraismo.

Critica 1:Terzo pannello dopo Mosč e Aronne e Einleitung del trittico "ebraico" di Straub-Huillet (…) quello in cui vengono a convergere e intrecciarsi diversamente tutti i fili che costituivano la trama delle prove precedenti: il fascismo e il razzismo, anzi i razzismi, le segregazioni su cui si sostengono le societą civili, i neo-fascismi con una copertura democratica, ma anche il Libro e l'Atto d'enunciazione, il problema del luogo e della memoria, il romanzo famigliare, la differenza, la storia…
Autore critica:Jean Narboni
Fonte critica
Data critica:



Critica 2:Dopo la Guerra dei sei giorni del 1967, Franco Fortini, poeta, intellettuale comunista, eretico e senza partito, scrisse I cani del Sinai, un pamphlet in cui faceva i conti con la questione israelo-palestinese, con le proprie origini ebraiche, con la Shoah e con il razzismo prima antiebraico poi antiarabo. L'autore riprende i ricordi vivi della sua lontana infanzia, ponendosi come ebreo laico lontano dalle cerimonie e dai riti che non capisce o condivide, e ritornando alle riflessioni attuali, alla guerra arabo-israeliana, citando e riscoprendo gli amici che come lui hanno vissuto le contraddizioni della contemporaneitą. Il significato del titolo lo spiega lo stesso Fortini nel suo libro: "Fare il cane del Sinai" pare sia stata locuzione dialettale dei nomadi che un tempo percorsero il deserto altopiano di El Tih, a nord del monte Sinai. Variamente interpretata dagli studiosi, il suo significato oscilla tra "correre in aiuto del vincitore", "stare dalla parte dei padroni", "esibire nobili sentimenti". Sul Sinai non ci sono cani.
Il film guarda con i suoi piani sequenza alle Alpi Apuane, ai paesi di Marzabotto, Bergiola, San Leonardo, protagonisti di tragici eventi del settembre 1944 e la voce fuori campo ricorda che questi comuni hanno rifiutato di accordare la grazia a Reder, colpevole dei massacri avvenuti su questi monti. I paesi sono delle tombe e il paesaggio, nel suo silenzio che assorbe passato e presente, ne amplifica l'orrore. I due registi ritorneranno ancora a parlare di Resistenza nel 1978 con il film Dalla nube alla Resistenza e anche nel 1999 con Sicilia, trasposizione cinematografica di Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini.
Autore critica:
Fonte critica:cronacaonline.it
Data critica:



Critica 3:“'Fare il cane del Sinai/pare sia stata locuzione dialettale /dei nomadi che un tempo percorsero/ il deserto altopiano di El Tih,/ a nord del monte Sinai./
Variamente interpretata dagli studiosi,/ il suo significato oscilla tra /’correre in aiuto del vincitore',/ ‘stare dalla parte dei padroni’, /’esibire nobili sentimenti'./ Sul Sinai non ci sono cani./
I cani del Sinai non sono soltanto /quei miei connazionali europei che/ hanno sfogato il loro odio per il diverso/ e il contrario (ieri gli ebrei, oggi/gli arabi, domani il cinese, il sudamericano,/ qualunque ‘rosso'): sono anche /metafora ironica dei nostri pił vicini/ e goffi nemici, quelli che latrano in /difesa delle tavole d'una legge /che nessun dio ha mai dato e che /nessuno sa pił decifrare, tanto č/ lorda di vecchia strage.”
Autore critica:
Fonte critica:Franco Fortini
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:Cani del Sinai (I)
Autore libro:Fortini Franco

A cura di: Redazione Internet
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