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Cittą delle donne (La) -

Regia:Federico Fellini
Vietato:14
Video:CDE
DVD:
Genere:Commedia
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Federico Fellini, Bernardino Zapponi
Sceneggiatura:Federico Fellini, Bernardino Zapponi
Fotografia:Giuseppe Rotunno
Musiche:Luis Enriquez Bacalov, Gianfranco Plenizio
Montaggio:Ruggero Mastroianni
Scenografia:Dante Ferretti
Costumi:
Effetti:Adriano Pischiutta
Interpreti:Fiammetta Baralla (“Ollio”), Mara Ciukleva (una vecchia signora), Donatella Damiani (la soubrettina), Marcello Di Falco (un omosessuale), Gabriella Giorgelli (la pescivendola), Jill Lucas (la gemella), Viviane Lucas (la gemella), Ettore Manni (Dr. Katzone), Marcello Mastroianni (Snaporaz), Alessandra Panelli (una massaia), Anna Prucnal (Elena), Jole Silvani (la motociclista), Bernice Stegers (la signora del treno), Rosaria Tafuri (la soubrette Sara), Carla Terlizzi (una femminista)
Produzione:Opera F. - Viva Int. - Gaumont
Distribuzione:Gaumont (1980) - Domovideo - CDE Home Video, M&R
Origine:Francia – Italia
Anno:1980
Durata:

145’

Trama:

Un treno attraversa la campagna: in uno scompartimento sonnecchia un distinto cinquantenne. Appare un’avvenente sconosciuta e Snąporaz, questo il nome dell’uomo, la segue. Nella toilette i due iniziano a flirtare, poi la donna scende all’improvviso dal treno, in un paesaggio misterioso. E dietro lei, Snąporaz. Al Grand Hotel Miramare si sta svolgendo un convegno internazionale di femministe. Mentre continua la ricerca della misteriosa passeggera, Snąporaz, scambiato per un giornalista, viene aggredito. Salvato da una soubrette sui pattini, nella fuga scivola per le scale e piomba nelle cantine, dove incontra un donnone che, in moto, lo accompagna alla stazione; la virago, non appena si trovano in aperta campagna, cerca di violentarlo. E Snąporaz fugge ancora inseguito da donne inferocite. Si rifugia nel castello del dottor Katzone, suo ex compagno di scuola intento a festeggiare la sua carriera di libertino. Qui incontra sua moglie che, ubriaca, lo copre di insulti, e la soubrettina salvatrice. Catturato dalle femministe, č processato e liberato; incontra nuovamente la soubrettina che perņ stavolta a colpi di mitra lo uccide. Si risveglia in treno, seduto davanti alla moglie, poco prima che il convoglio imbocchi un lungo tunnel.

Critica 1:Diario di bordo di un esploratore (Snaporaz = Mastroianni = Fellini) nel suo viaggio sul Pianeta Donna, ma anche tentativo di autoritratto in forma di fantasia onirica, sincero di quella sinceritą che in F. Fellini č sfilata, festa, carosello, bella confusione. Di straordinaria ricchezza inventiva, č anche un film sul cinema in chiave di memoria. Film passionale pił che ideologico con la forza, e i limiti, di chi si mantiene nell'area autobiografica.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Arrivato sulla soglia della terza etą [...] Fellini come regista č (per sua fortuna e nostra) entrato in quella splendida maturitą in cui un mostro sacro riesce a profondere i suoi tesori di bravura per il solo piacere di farlo. C’č, dietro la festa delle immagini, dei colori, un piacere di fare del cinema che fin dalle prime scene diventa anche il tuo, di spettatore, come da tempo non ti capitava di provare. E allora che ti importa se Fellini, concettualmente, scopre l’acqua calda? Ti lasci portare dalla cavalcata delle invenzioni, e riesci ancora a stupirti (come un ragazzino che ha scoperto da poco il cinema), a ogni sequenza, a ogni inquadratura. Se nella Cittą delle donne latita la suspence per la storia, o per gli ingredienti (non te ne importa niente di come andranno a finire Snąporaz o Katzone, sai benissimo che a un dato punto arriveranno Rimini e le comparse tettone) c’č la suspence delle immagini, delle trovate sceniche (avverti benissimo che Fellini sta per inventare, ma l’invenzione non sai mai come e a che punto ti arriva).
Autore critica:Giorgio Carbone
Fonte critica:La Notte
Data critica:

29/3/1980

Critica 3:Ancora una volta Fellini da ragione alla psicanalisi di Carl Jung: «La donna sta laddove l’uomo ha la sua ombra, sģ che spesso egli č portato a confondere la donna con la propria ombra». Con La cittą delle donne il regista romagnolo vorrebbe parlare del «continente donna oscuro e misterioso», delle tante donne che inquiete, violente, soavi, umiliate, esaltate, amabili, cattive, anarchiche, flebili, gli stanno nell’inconscio appena rimosso. E invece ancora una volta, sotto sogni repressi, desideri inappagati, brame eluse, finisce per parlare soprattutto di sé, rivisitando fantasmi mostruosi, inibizioni adolescenziali, vaghezze e divertimenti e sguaiataggini di un vivere giovane segnato, lungo tutta una vita di perbenismo discreto, da una acerbezza di fondo, da un vago terrore di impotenza.
Autore critica:Alberto Pesce
Fonte critica:Oltre lo schermo, Morcelliana
Data critica:

1988

Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

A cura di: Redazione Internet
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