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Zazie nel metrò - Zazie dans le métro

Regia:Louis Malle
Vietato:14
Video:Domovideo
DVD:
Genere:Commedia surreale
Tipologia:I bambini ci guardano, Letteratura francese - 900
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Tratto dal romanzo omonimo di Raymond Queneau
Sceneggiatura:Louis Malle, Jean Paul Rappeneau
Fotografia:Henri Raichi
Musiche:Fiorenzo Carpi
Montaggio:Kenout Peltier
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Nicolas Bataille (Fedor), Vittorio Caprioli (Trouscaillon Pedro), Irene Chabrier (Permanentes), Yvonne Clech (Vedova Mouaque), Catherine Demongeot (Zazie), Hubert Deschamps (Turandot), Marc Doelnitz (M. Coquetti), Jacques Dufilho (Ferdinand Gridoux), Annie Fratellini (Mado), Carla Marlier (Zia Albertine), Philippe Noiret (Zio Gabriel), Odette Picquet (Mme Lalochere), Antoine Robot (Charles)
Produzione:Nouvelles Editions
Distribuzione:Ambasciata di Francia
Origine:Francia
Anno:1960
Durata:

92'

Trama:

Zazie, ragazzina affidata da una madre poco raccomandabile, che si guadagna la vita facendo la danzatrice in un night club, allo zio Gabriel, approda a Parigi con la ferma intenzione di fare un viaggio in metrò. Ma la metropolitana è bloccata da uno sciopero. Zazie scappa: sola nella grande città, passa da un incontro all'altro con disinvolta sicurezza, lucida, indiscreta, sempre un po' sprezzante.

Critica 1:Bimbetta di 10 anni arriva dalla provincia a Parigi e scopre la città, i suoi strani abitanti, il suo traffico folle. Ma il suo sogno è un viaggio in metropolitana. Nello spericolato tentativo di trasformare la comicità verbale del romanzo (1959) di Raymond Queneau in buffoneria visiva, Malle casca in piedi. Da godere a frammenti, in mezzo a un disordine premeditato e a molte invenzioni.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Arrivando dalla provincia in una grande città, Zazie ha un solo, prepotente desiderio: vuole salire sul metrò. I monumenti, gli edifici imponenti, i locali, le luci, la folla e la confusione la incuriosiscono e la divertono, ma ogni volta che le è possibile, tenta con ogni mezzo di entrare in una stazione del metrò, irrevocabilmente chiuso per uno sciopero che rende le automobili ancora più numerose e strombazzanti. Riuscirà infine a salirci all’alba, addormentata fra le braccia della diafana zia Albertine, che la porta alla stazione dove Zazie ritroverà la madre, per fare ritorno con lei a casa. Alla sua domanda se sia riuscita a salire sul metrò, risponderà di no, che a Parigi si è divertita così così, che è “invecchiata”.
In giro con lo zio a piedi o in taxi o nei suoi vagabondaggi solitari, osserva ciò che le sta intorno senza smettere mai di fare domande agli adulti, spesso ipocritamente imbarazzati dal suo linguaggio gergale e colorito e dalla sua spontaneità. Zazie si prende così gioco di loro, inventa situazioni che ne sfruttano l’ossessione per il sesso e il pettegolezzo, la paura del giudizio degli altri e l’ottusità. Lo zio Gabriel, che si esibisce vestito da danzatrice spagnola in un locale notturno, alla piccola ha raccontato che lavora di notte come guardiano. Zazie, scoprendo la verità, per nulla scandalizzata vuole sapere se lui sia omosessuale o cocainomane. L’attempata madame Mouaque, che nella sua perenne ricerca di un uomo non parla d’altro che d’amore, annoia la pragmatica ragazzina, aggiornata sugli ultimi avvenimenti d’attualità e in grado di analizzare lucidamente la situazione intorno a sé, per quanto grottesca possa apparire. Ciò che non è buffo la schifa, afferma.
La vacanza nella capitale le offre l’opportunità di entrare in contatto con personaggi curiosi, surreali, puntualmente messi in crisi dalla sua disarmante indifferenza verso tutto ciò che riguarda le convenzioni. Raccontando davanti a un esterrefatto Trouscaillon l’efferato uxoricidio che l’ha resa orfana e le probabili molestie che l’hanno preceduto, continua a gustare i molluschi che ha nel piatto approfittando poi della prima occasione per scappare con i jeans che è riuscita a farsi regalare. I maltrattamenti, per lei, sono solo una scusa da dare in pasto ai passanti bigotti, uno stratagemma con cui sbarazzarsi dei noiosi inseguitori che non le permettono di raggiungere l’agognato metrò.
La stralunata corte di Carlo e Mado; lo zio un po’ effeminato, servito e riverito da una splendida moglie di cui quasi non si accorge; una gita in cima alla Tour Eiffel; le attenzioni non proprio disinteressate di Trouscaillon; la sua stessa madre che appena arriva a Parigi la affida al proprio fratello per passare due giorni indisturbata con l’amante…nulla sembra sconvolgerla né spaventarla. Mossa da una vivace curiosità apparentemente imperturbabile, Zazie è pronta a sperimentare tutte le novità che incontra sul suo cammino, facendone tesoro per aumentare la propria conoscenza del mondo e per la propria crescita.
Autore critica:Azzurra Camoglio
Fonte critica:Aiace Torino
Data critica:



Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:Zazie nel metrò
Autore libro:Queneau Raymond

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