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Erba di Grace (L') - Saving Grace

Regia:Nigel Cole
Vietato:No
Video:Emik Mikado
DVD:Keyfilms
Genere:Commedia
Tipologia:La condizione femminile, Le diversità
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Craig Ferguson, Mark Crowdy
Sceneggiatura:Craig Ferguson, Mark Crowdy
Fotografia:John de Borman
Musiche:Mark Russell
Montaggio:Alan Strachan
Scenografia:Eve Stewart
Costumi:Annie Simons
Effetti:
Interpreti:Blenda Blethyn (Grace), Craig Ferguson (Matthew), Martin Clunes (Dott. Bamford), Tcheky Kario (Jacques), Jamie Foreman (China)
Produzione:Mark Crowdy
Distribuzione:Key Films
Origine:Gran Bretagna
Anno:2002
Durata:

94'

Trama:

Grace è un casalinga inglese di mezz'età, con un marito imbroglione che, al momento della sua morte, la lascia completamente in bancarotta. A causa di tutti questi debiti rischia, oltretutto, di perdere il suo bellissimo castello in Cornovaglia. Qualunque altra donna della sua età, dotata di un po’ meno di spirito, si lascerebbe andare alla depressione, ma non lei: mette a frutto la sua passione per le orchidee e le piante in generale, usa tutta la sua cultura botanica e decide di mettersi a coltivare un’erba che renda un pochino di più, la marijuana. Trova un prezioso alleato nel suo giardiniere e dei nemici (qualche volta improbabili) in un gruppo di trafficanti di droga professionisti, e tra alterne divertenti vicende conquista tutti gli abitanti della sua cittadina e riesce nella sua impresa di salvare la propria casa.

Critica 1:Tutto comincia come al solito. Dal punto in cui hai perso tutto, e tutto sembra congiurare contro di te. La recentissima vedova Grace ha smarrito il marito in un fallimentare lancio con il paracadute. A titolo di eredità, ha ricevuto una colossale quantità di debiti, del tutto impossibili da pagare. Toccato il fondo, non resta che osservare bene le potenzialità nascoste nel giardino. L’impagabile quintessenzialità della commedia britannica, umorale e sarcastica, vagamente cinica ma sempre attenta ai casi umani, si concentra tutta ne L’erba di Grace, che della classicità ha tutti i toni e tutti gli espedienti. Dalla situazione di partenza, per l’appunto, all’accumulo di equivoci sottili che accarezzano le foglie di un proibito vegetale, base delle disavventure di Grace. L’aspetto "vecchia Inghilterra" è assicurato dall’ambientazione, sulle meravigliose coste della Cornovaglia. Alle tematiche più usate, "L’erba di Grace" aggiunge un tocco di romanticismo e di spirito libertario. Non è solo una vita nuova, quella che aspetta la vedova di mezz’età: è anche una vita senza barriere o spartiacque morali.
Nella sceneggiatura piuttosto brillante di Craig Ferguson e Mark Crowdy (portata sullo schermo dal regista di formazione televisiva Nigel Cole) pulsa un tocco di quel frizzante spirito di osservazione che animava il Mike Leigh di Dolce è la vita e Belle speranze, o il convinto Ken Loach di Piovono pietre. Quando il destino si ribella, l’essere umano può a buon diritto riflettere sui confini del lecito e del dovere individuale. Risultati (ma anche intenti) sono certo ben diversi dagli esempi citati: niente di eccessivamente originale, in questo film. Solo la bella capacità di un genere fortemente legato all’immagine di una nazione ma capace di rinnovarsi e di rigenerarsi nel rispetto delle regole originarie.
Di buona lena, badando bene a non evitare i clichès, la storia si snoda sui binari di una ferrovia che costeggia ora il grottesco, ora l’assurdo. Che supera i ponti della borghese rispettabilità e colloca strani maneggi nel più tipico dei piccoli villaggi d’oltremanica. Comicità di parola, assai sintetica, e di situazioni, non pirotecniche ma attentamente calibrate. Secondo tradizione, è curatissima l’interpretazione. Quasi per rendere omaggio al nume-Leigh spicca nel ruolo di protagonista Brenda Blethyn, la saggia Grace, pronta a seguire il segno dei tempi per salvare la propria vita. È importante coltivare buone cose, nel proprio giardino.
Autore critica:Riccadro Ventrella
Fonte criticatempimoderni.com
Data critica:



Critica 2:È un film quietamente, seraficamente antiproibizionista, L’erba di Grace, però lo è nella maniera più assoluta. La vita della graziosa Grace (Brenda Blethyn) sarebbe rovinata se la signora, di mezza età e abituata a ignorare le preoccupazioni materiali, non fronteggiasse i problemi economici lasciatile in eredità dal marito riciclandosi da coltivatrice di orchidee in piantatrice di marijuana. E senza cessare minimamente di essere «la migliore ragazza del mondo», frase con cui la definisce il devoto giardiniere Matthew. Un po’ come accadeva per la truffa alla lotteria di Svegliati Ned!, anziché denunciarla i compaesani le fanno da sponda e la proteggono, non dimentichi delle tradizioni locali di Port Liac, antico covo di contrabbandieri e di fuorilegge. La coprono anche i poliziotti, che diventano amichevoli e allegri grazie alla cannabis. Le scene-clou della prima parte del film riguardano l’allestimento della serra e la coltivazione delle piante, culminando nella sequenza in riva al mare di Cornovaglia in cui Grace e Matthew testano personalmente il fumo: prima lei resta perplessa per l’effetto che tarda a farsi sentire, poi è il trionfo e la gioia di scoprire la meravigliosa qualità di ciò che le sue amorevoli cure hanno prodotto. Anche quando è usata impropriamente, l’erba di Grace fa comunque del bene alla gente. Lo si vede nell’episodio (più facilotto, questo) delle due acide zitelle del villaggio che, andate a curiosare nella serra, scambiano l’erba per tè, la bevono in infuso e diventano da un momento all’altro donne felici. L’idea più ispirata poi (o la più censurabile, per chi disapproverà il film) è la scelta di un’interprete straordinaria in un personaggio delizioso sotto ogni punto di vista.
Autore critica:Roberto Nepoti
Fonte critica:la Repubblica
Data critica:

16/12/2000

Critica 3:
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