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Black Stallion - Black Stallion (The)

Regia:Carroll Ballard
Vietato:No
Video:Warner Home Video, Mgm Home Entertainment (Gli Scudi)
DVD:
Genere:Avventura
Tipologia:I bambini ci guardano
Eta' consigliata:Scuole elementari; Scuole medie inferiori
Soggetto:Tratto dal romanzo omonimo di Walter Farley
Sceneggiatura:Melissa Mathison, Jeanne Rosemberg, William D. Wittliff
Fotografia:Caleb Deschanel
Musiche:Carmine Coppola
Montaggio:Robert Dalva
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Hoyt Aston (Mr Ramsey), Ole Cass (il cavallo Black), Teri Garr (Signora Ramsey), Kelly Reno (Alec Ramsey)
Produzione:Francis Ford Coppola, Fred Ross e Tom Sternberg per United Artists
Distribuzione:Cineteca del Friuli
Origine:Usa
Anno:1979
Durata:

120'

Trama:

Il dodicenne Alec sta facendo un viaggio in nave con il padre. All’interno dell’imbarcazione è tenuto sotto stretta sorveglianza un cavallo nero, non ancora domato. Accortosi della sua presenza, Alec fa di tutto per fare amicizia con lo stallone a cui dà il nome Black. Quando un incendio fa affondare la nave, egli è l’unico che si salva, attaccandosi al dorso dell’animale. Naufrago su un’isola deserta, Alec ha poco alla volta la possibilità di avvicinarsi e di addestrare il selvaggio Black. Così, quando un gruppo di pescatori lo ritrova sull’isola, il ragazzino chiede di portare in salvo anche il suo nuovo amico. Ma nel giardino della nuova casa, in mezzo alla civiltà, Black non è più lo stesso e anche Alec si sente a disagio. Un giorno però incontra Henry, un vecchio fantino, e con lui decide di far partecipare alle corse il fedele e ormai addestrato destriero. Dopo un massacrante allenamento, arriva finalmente il giorno della gara. Black sarà il primo a tagliare il traguardo.

Critica 1:Naufragata la nave, ragazzino lentigginoso e selvaggio stallone nero approdano su un'isola e poi tornano insieme in America. Selvaggio è il cavallo, ma vincerà il Gran Premio. Diretto da ex documentarista con indubbio talento visivo, tecnicamente stupefacente, è un film per ragazzi che dosa con abilità avventura, buoni sentimenti, emozione e dinamismo. Seguito da Il ritorno di Black Stallion.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Il racconto dell'amicizia tra Alec e Black comincia e finisce nel paesaggio incontaminato ed esotico di un'isola deserta. È su una spiaggia bellissima che il ragazzo e l'animale diventano amici, imparando piano piano a conoscersi e a capirsi; è sulla stessa spiaggia che il racconto termina, subito dopo la loro vittoria nel concorso ippico, mostrandoci di nuovo le loro suggestive cavalcate sul bagnasciuga, illuminate dalla luce del tramonto. Tuttavia, in queste due sequenze -nelle quali l'ambiente naturale invade letteralmente lo schermo, lasciando tutto il resto in secondo piano -la funzione del paesaggio appare molto diversa: in un caso assistiamo all'espressione libera e giocosa di un'amicizia, alla gioia di poter vivere senza condizionamenti di sorta, in totale armonia con la natura; nell'altro assistiamo a un ritorno solo figurato o vagheggiato in quei luoghi da sogno, visto che Alec ha scoperto di potersi sentire libero e felice anche in un contesto non naturale come quello dell'ippodromo, in mezzo a centinaia e centinaia di persone, contento di aver vinto con il suo Black una gara prestigiosa. È nella frattura tra queste due prospettive - una immersa nella natura, l'altra che recupera l'elemento naturale solo come sogno o ricordo - che risiede il motivo generante del film, ovvero quell’elogio della formazione e del valore dell’esempio che accomuna il ragazzino con il cavallo Black.
All’inizio della pellicola, Alec è come un puledro ancora allo stato brado, non parla quasi mai, è poco considerato dal padre. In più, dopo il naufragio, si ritrova solo, costretto ad arrangiarsi pescando con un piccolo coltellino o facendo il fuoco solo con i ramoscelli. È come un piccolo indigeno. E pertanto l’addestramento del cavallo – che avviene non a caso sull’isola – diventa una specie di anticipazione dell’addestramento alla vita che il ragazzo subirà una volta tornato a casa. Qui, in mezzo alla civiltà, Alec si trova inizialmente a disagio, ma poco alla volta acquista sicurezza e serenità. Lo capiamo dal suo modo di vestire, metafora del suo stare nella società: se in un primo momento gli abiti da “lord inglese” indossati da Alec servono a rimarcare la differenza tra la condizione brada e quella “colta” (a favore della prima), dall’incontro con Henry in poi, Alec inizia a vestire gli abiti più umili del fantino, cucendosi addosso una vita che sente più propria.
Da questo punto di vista la figura di Henry, benché defilata rispetto alla coppia Alec/Black, diviene fondamentale per il futuro del ragazzo: egli non è solo un ex fantino, uno stalliere o un addestratore di cavalli, ma è innanzi tutto un educatore. Con la scusa di preparare Black alla gara, Henry passa le proprie conoscenze al piccolo cavaliere: non per niente trascorre molto più tempo a insegnare la maniera di cavalcare ad Alec piuttosto che ad allenare l’animale.
Le stesse redini che stringe il ragazzo con molta fatica (si vedano le scene in cui le sue mani sanguinano) rappresentano le briglie della vita, il futuro da tenere stretto e controllare proprio come fosse un cavallo imbizzarrito.
L’ultima gara, seguendo questa pista interpretativa, si trasforma così in rito di passaggio all’età adulta, l’abbandono sia dello stato selvaggio in cui Alec per alcuni tempi ha versato, sia dello stato di “educando”. Diventa allora chiaro che la cavalcata finale sulla spiaggia ha un valore del tutto differente dalla prima: in questo caso, l’immagine esotica è una sorta di vagheggiamento, di breve ricordo, ma senza nostalgia, senza desiderio di tornare indietro nel tempo. Molto meglio, sembra dirci la pellicola, il mondo civilizzato dei grandi di quello naturale dell’infanzia. Il posto di quest’ultimo è nello spazio dei ricordi, è nella libertà temporanea dell’infanzia, è nella forza dell’immaginazione e dura meno di una stagione della vita.
Autore critica:Marco Dalla Gassa
Fonte critica:Aiace Torino
Data critica:



Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:Black Stallion
Autore libro:Farley Walter

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