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Come vinsi la guerra - General (The)

Regia:Buster Keaton
Vietato:No
Video:Skema, Mondadori Video, Empire Video, Videobox (Il Grande Cinema)
DVD:
Genere:Commedia
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori
Soggetto:Clyde Bruckman, Buster Keaton
Sceneggiatura:Al Boasberg, Charles Smith
Fotografia:Jennings Devereux, Bert Haines
Musiche:
Montaggio:Harry Barnes, Kell Sherman
Scenografia:Fred Gabuire
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Frank Agney Frank Barnes, Jim Denlin, Jim Farley, Buster Keaton,
Joe Keaton, Marion Mack, Tom Nawn, Charles Smith, Frederick Vroom
Produzione:Joseph M. Schenck Per La Buster Keaton Production Int.
Distribuzione:Cineteca del Friuli - Collettivo dell’immagine
Origine:Usa
Anno:1926
Durata:

70'

Trama:

Ispiaro Alla Vera Storia Del Macchinista Andrews A Big Stanty In Georgia. Johnny Gray È Il Macchinista Della Locomotiva Chiamata"Il Generale". Combattuto Tra L'amore Per La Locomotiva E Quello Per La Bella Annabelle Lee, Quando Viene Riformato Le Perde Entrambe. Un Giorno Un Commando Nordista Confisca Il Treno Su Cui Viaggia Annabelle E Johnny Tenta In Ogni Modo Di Salvarla. Riuscito A Recuperare Il Generale, Riesce A Trarre In Salvo La Ragazza E A Sventare I Piani Nordisti.

Critica 1:Ottavo lungometraggio di B. Keaton, l'ultimo che firmò come regista, probabilmente il più visto, uno dei suoi più compatti per l'armonia della costruzione e del ritmo, lo splendore degli spazi aperti, la ricchezza delle invenzioni, la cura maniacale della ricostruzione ambientale. E il caso raro di un film comico che è anche un trascinante racconto d'azione e d'avventura.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:“Se poi perdete la guerra non date la colpa a me.” La didascalia conclude la sequenza in cui il macchinista Johnny Gray tenta invano di essere arruolato nell'esercito sudista, a Marietta (Georgia), quando scoppia (1861) la guerra di secessione. Se la guerra è insensata e i militari idioti, il volonteroso ferroviere non ha colpe. In questo mondo di sgangherati arruffoni non c'è posto per lui. Peggio per il mondo, naturalmente.
La situazione di conflitto, e la “molla” del comico, sono subito evidenti. Johnny è imperturbabile. Non lo vogliono come guerriero e lui insiste. Fanno la guerra per conto loro? Dovranno accorgersi che senza di lui - infimo ingranaggio dell'organizzazione sociale - non vinceranno le battaglie. Proprio perché lui è diverso. Così, quando alla fine si ricrederanno e trasformeranno anche lui - irregolare guerriero - in un militare, l'avranno rovinato (non riuscirà nemmeno a baciare in pace la sua ragazza, le norme della disciplina sono ridicole e avvilenti).
Johnny-Keaton non crede negli uomini in comunità (la comunità è come un veleno che paralizza l'intelligenza). Crede nell'individuo isolato, che affronta spavaldamente (e magari ingenuamente) i problemi della vita. Crede nel rapporto dell'uomo con la macchina, che può essere sì maligna (quasi fosse dotata di volontà e di risentimenti umani) ma che non tradisce mai alla resa dei conti. La macchina è l'equivalente della fede: il compagno che non ti abbandona e non ti delude, la speranza di poter rendere più abitabile un mondo affollato di pazzi (di uomini), la possibilità di fare uno sgambetto al destino.
Siamo nella logica dell'assurdo. La macchina, che pure è l'espressione tangibile della civiltà industriale, smentisce tutti i suoi valori. Keaton vede chiaramente i pericoli di un macchinismo sottoposto alle spietate esigenze dell'economia e li nega, con un atto di fede, cancellando dal suo orizzonte la realtà temuta. Scavalca tutte le mediazioni sociali, e istituisce un rapporto diretto con un oggetto mitico (la “sua” macchina rifiuta qualsiasi uso reale) che, solo, gli può dare fiducia e ottimismo.
The General è una locomotiva. È il vero amore di Johnny (quello per Annabelle è palesemente sostitutivo: c'è in quanto esiste l'adorata vaporiera). Dopo aver cercato di arruolarsi, Johnny torna dal suo General, che lo “prende in consegna” e lo porta a spasso. Trascorre un anno. A Chattanooga il comando nordista progetta una incursione dietro le linee nemiche. Un drappello entra in azione, “ruba” il treno di Johnny, cattura Annabelle e fugge. Johnny lo insegue prima a piedi e poi su un carrello. Arriva a Kingston. Salta su una locomotiva e continua l'inseguimento: Sul carro agganciato alla locomotiva c'è un grosso obice.
Johnny ci si arrabatta a lungo, nei modi più strampalati, e finalmente riesce a far partire un colpo che centra il treno in fuga. E prosegue la corsa, nonostante il sabotaggio dei fuggiaschi. Ne si avvede, così, che l'esercito sudista ha ricevuto l'ordine di ritirarsi. Insegue sempre. Intento a spaccar legna per alimentare la caldaia, incrocia (è un lungo carrello in cui la logica dell'assurdo acquista una dimensione epica: l'incoscienza ha ragione dell'ordine reale del mondo) i sudisti che ripiegano. Incrocia anche i nordisti del generale Parker. Fugge in un bosco. Piove. Affamato in territorio nemico, si introduce in una casa, si infila sotto un tavolo. Allunga non visto una mano per prendere un pezzo di pane e scopre che si trova al Comando, dove si sta concertando un'azione di sorpresa contro i sudisti. Scopre anche che in quella casa è prigioniera Annabelle. Nella notte la libera. Scappano insieme, in un'atmosfera di tregenda (uragano, una trappola per lupi, persino l'incontro con un orso). All'alba, da un'altura, Johnny vede (è un altro momento in cui la logica dell'assurdo assume - dinanzi al grande spazio
sotto gli occhi del “guerriero per caso” - il colore della epopea) l'accampamento nemico e il suo General: ha ritrovato l'amore. Mette Annabelle dentro un sacco, sale sul treno e via. Si sono capovolti i ruoli. Ora Johnny non insegue ma è inseguito. E sono stralunate avventure, con due treni alle calcagna e Annabelle (il “finto” amore) che provoca pasticci a non finire. Ma ce la fa, arriva al grande ponte in legno sul Rock River (dove i nordisti confluiscono per l'attacco), lo incendia senza saperlo. Partecipa, con l'eroismo grottesco dell'involontario fanfarone, alla battaglia (è la terza memorabile sequenza del film, nel solenne scenario dei boschi e del fiume visti in controluce: un epico scontro di impettiti strateghi sbaragliati da un folletto). A bordo del General, solo stavolta (Annabelle, l'amore sostitutivo, è rimasto a terra), Johnny entra vittorioso a Marietta. Il generale in persona lo promuove sul campo. Infine, seduto sulla biella dell'amata locomotiva Johnny bacia meccanicamente la ragazza e meccanicamente saluta l'intero reggimento che gli sfila davanti.
Prodotto nello stesso anno di Battling Butler, The General (8 rulli, uno dei film più lunghi e articolati di Keaton) riscuote elogi unanimi. Esce alla fine di dicembre del 1926.
Autore critica:Fernaldo Di Giammatteo
Fonte critica:100 film da salvare, Mondadori
Data critica:

1978

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:The Great Locomotive Chase
Autore libro:William Pittenger

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