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Zingara rossa (La) - Gypsy And the Gentleman (The)

Regia:Joseph Losey
Vietato:No
Video:Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in video - Lanterna Home Video
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Tratto dal romanzo "Darkness I Leave You" di Nina Warner Hooke
Sceneggiatura:J. Coren, Janet Green
Fotografia:Jack Hildyard
Musiche:Hans May
Montaggio:Reginald Beck
Scenografia:Vernon Dixon
Costumi:
Effetti:
Interpreti:June Laverick (Sarah Deverill), Patrick McGoohan (Jess), Melina Mercouri (Belle), Keith Michell (Sir Paul Deverill)
Produzione:Rank
Distribuzione:Non reperibile in pellicola
Origine:Gran Bretagna
Anno:1958
Durata:

107’

Trama:

Ai primi dell'Ottocento, in Inghilterra, il nobile Deverill ha perso tutto quello che aveva al gioco quando si innamora di Belle, una zingara attratta solo dalle sue ricchezze. L'uomo, tenendola all'oscuro di tutto, la sposa. Ma quando capisce che la ragazza non lo ama, non esita a trascinarla in una tragica fine.

Critica 1:Un aristocratico inglese del '700 s'innamora di una zingara che lo trascina a una progressiva degradazione. Epilogo tragico. "Penso che le immagini siano soddisfacenti, ma non amo il resto" (J. Losey). Una prova generale (…) in costume di Eva. M. Mercouri grande istriona. Fotografia di Jack Hildyard in bilico sul calligrafismo. Dal romanzo Darkness I Leave You di Nina Warner Hooker sceneggiato da Janet Greene.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Con The Gipsy and the Gentleman (La zingara rossa, 1957) l'evoluzione si arricchisce, innanzitutto formalmente, ma al tempo stesso sembra radicare il proprio pessimismo ad un livello quasi "naturale". Il punto di partenza potrebbe essere quello che è stato definito un «melodramma barocco».
Il ricco aristocratico Deverill matura una profonda passione per la zingara Belle, che lo spinge dapprima a lasciare la dolce Sarah, poi ad una progressiva degradazione, al termine della quale Belle lo convince a nominarla sua erede. Prendendo coscienza della propria debolezza, Deverill uccide Belle e si uccide.
Il rapporto fra Belle, «l'arrivista, molto più forte» dell'uomo e l'aristocratico Deverill che ne viene distrutto, « è un rapporto simile a quello che lega Dirk Bogarde a James Fox in The Servant » (Losey), ma è ancora più simile a quello che lega Stanley Baker e Jeanne Moreau in Eve, di cui The Gipsy and the Gentleman sembra a volte la versione in abiti antichi (la storia è ambientata nell'Inghilterra del '700). Contemporaneamente «le relazioni sessuali sono strettamente legate ai rapporti delle classi sociali ed economiche» (Ciment), come accadrà in The Go-Between e in Don Giovanni. Ma il tessuto melodrammatico ha comunque il sopravvento: c'è «una specie di fato o destino che conduce Deverill e Belle inevitabilmente insieme» (Leahy): l'amore diventa allora l'invito a cena della statua (Don Giovanni), ciò che lega i due personaggi in una struttura unica, che li immette, attraverso una rappresentazione apparentemente binaria, nell'univocità dell'esistente.
Se in Time Without Pity l'ambiguità loseyana traspare dal fatto che «ogni personaggio (...) ci si presenta con due volti: il primo, rispettabile o meno, è quello dell'apparenza, il secondo quello reale» (Fofi) - qui il rovesciamento è totale: l'idea stessa di fato perde ogni connotazione antagonista, affondando in una ineluttabilità generalizzata e senza vie d'uscita. Nel mondo di The Gipsy and the Gentleman non c'è più nulla da spiegare, ma tutto deve solo essere rimesso in discussione perché la sua finalità è la morte. In questa esasperazione pessimista dell'assunto sta l'eccessività del film (in primo luogo la recitazione incontrollata di Melina Mercouri, in secondo luogo la preziosistica - a volte ai limiti del calligrafismo - fotografia di Jack Hilliard). Ledieu parla di «un certo delirio plastico», rigorosamente ispirato alle tele di Rowlandson. La contaminazione " europea " comincia così ad assumere un senso preciso: quella cultura che Losey affronta in modo apparentemente così «barocco» e «decadente» (sono le definizioni che cominciano a ricorrere più di frequente al riguardo) è la maschera che copre, sotto la propria bellezza, il suo essere corruzione definitiva e morte. Essa elimina ogni distinzione manicheista, offrendosi come affascinante mistificazione che ha solo la caratteristica di moltiplicare all'infinito la propria ambivalenza.
«Per la prima volta in vita mia abbandonai il film prima che fosse terminato. Non assistetti al missaggio e si fecero tagli dopo la mia partenza, che non recarono gravi danni al film, ma neppure lo migliorarono. Penso che le immagini siano soddisfacenti, ma non amo molto il resto» (Losey).
Ciò malgrado The Gipsy and the Gentleman chiude un periodo di ricerca (il primo periodo inglese), in cui alle certezze manicheiste dei primi film, alle conseguenti delusioni (The Prowler), sono subentrati altri elementi destinati a crescere in seguito fino al ruolo di vere e proprie costanti stilistiche (anche se per pochi autori come per Losey risulta difficile una "periodizzazione" convincente). La complementarietà e talora la specularità dei personaggi; il loro produrre risultati diversi da quelli più o meno consapevolmente richiesti; il loro frequente essere prigionieri di un ordine (o destino) in cui non possono in alcun modo intervenire; l'ambiguità razionale in cui si presenta quest'ordine e il suo frequente rivelarsi come regola di violenza; la consapevolezza crescente che il cinema è un occhio che vede, non una mano che muta l'ordine delle cose - tutto ciò configura un mondo di ricerche embrionali, di indecisioni stilistiche, di esitazioni, anche di cadute che a volte paiono grossolane e che tuttavia costituiranno, una volta approdate alla già presente, per quanto saltuaria, astrazione, il nucleo del discorso loseyano, il tessuto del suo stesso stile.
Autore critica:Giorgio Cremonini
Fonte critica:Joseph Losey, Il Castoro Cinema
Data critica:

3/1981

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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