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Al di là del silenzio - Jenseits Der Stille

Regia:Caroline Link
Vietato:No
Video:Skorpion
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Giovani in famiglia, Le diversità
Eta' consigliata:Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori
Soggetto:Caroline Link
Sceneggiatura:Caroline Link, Beth Serlin
Fotografia:Gernot Roll
Musiche:Niki Reiser
Montaggio:Patricia Rommel
Scenografia:Susann Bieling
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Sibylle Canonica (Clarissa), Hansa Czypionka (Tom), Matthias Habich (Gregory), Emmanuelle Laborit (Kai), Kowie Seago (Martin), Sylvie Testud (Lara adulta), Tatjana Trieb (Lara bambina)
Produzione:Thomas Wöbke, Jakob Claussen, Luggi Waldleitner per Claussen - Wobke Filmproduktion
Distribuzione:Academy Pictures
Origine:Germania
Anno:1996
Durata:

109’

Trama:

In una cittadina nel sud della Germania, Lara è figlia di genitori sordomuti e, ad otto anni, si occupa di assolvere a tutte le traduzioni di cui padre e madre hanno bisogno. In particolare Lara è vicina al padre Martin, con cui gioca ad indovinare i suoni. Un giorno Lara incontra la zia Clarissa, donna indipendente e molto attiva, musicista di successo: ne è conquistata e comincia lei stessa ad esercitarsi col clarinetto. Dieci anni più tardi, Lara suona molto bene il clarinetto, e, per migliorare la formazione professionale, decide di accogliere l'invito di Clarissa di andare a vivere con lei a Berlino per studiare al Conservatorio. Quando lo viene a sapere, Martin si sente escluso e si arrabbia. A Berlino Lara studia e incontra Tom, col quale capisce che la sua insolita infanzia non deve diventare per lei un'ombra oscura del suo passato. In seguito alla morte della madre, Lara torna a casa ma qui ha nuove discussioni col padre e ritorna a Berlino. Quando arriva il giorno dell'esame di ammissione, in fondo alla sala inaspettatamente Lara vede il padre. Lara suona, poi, a gesti, dice al padre: "Ti voglio bene, non mi perderai, grazie per essere venuto".

Critica 1:Grazie alla conoscenza del linguaggio dei gesti, Lara, otto anni, fa da tramite tra i suoi genitori sordomuti e il mondo. Pur contrastata dal padre, scoperta la propria vocazione per la musica, diventa clarinettista. Coinvolgente film sulla tematica dell'handicap, con la musica come contrappunto del silenzio, sereno nonostante le pieghe drammatiche, senza pietismo. La naturalezza spontanea del racconto nasconde una laboriosa finezza nella sceneggiatura (firmata dalla regista con Beth Serlin) e un'attenta, intelligente direzione della recitazione. Film di donne: lo sono la musicista (Niki Reiser), la scenografa (Susan Bieling) e il direttore della fotografia (Gernot Roll).
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:La ricostruzione della storia è quella, forse, che si apprezza di meno. In quel terzetto familiare, molte situazioni sono svolte in modo troppo facile e scoperto, più in là delle vicende secondarie hanno snodi forzati e il finale con l 'arrivo del padre rischia il voluto se non addirittura il patetico. La regia, però, riscatta molti di questi inciampi: in cifre nitide di rappresentazione, con passaggi lirici anche fini e con molta scioltezza nel riproporre, spesso, anche senza i sottotitoli, i colloqui muti: consentendo sempre di 'ascoltare' tutto senza difficoltà e nei climi che si intendevano evocare. Non è molto, se si vuole, basta, però, per consentire al film di raggiungere una sua nobiltà, senza mai speculare su un handicap ma, al contrario, rispettandolo e dandogli dignità. Fra gli interpreti convincono soprattutto, nelle due età della protagonista, Tatjana Trieb e Sylvie Testud, ma, nella parte della madre, non va dimenticata una vera non udente, Emmanuelle Laborit, nipote già vista a cinema del grande fisiologo.
Autore critica:Gian Luigi Rondi
Fonte critica:l Tempo
Data critica:

25/3/1998

Critica 3:Può la musica essere capita al di là dei sensi? Pare proprio di sì, come dimostra il toccante film scritto e diretto dalla cineasta tedesca Caroline Link, Al di là del silenzio. La pellicola racconta la storia di Lara (Tatjana Trieb, Sylvie Testud), figlia udente di genitori sordomuti (Howie Seago, Emmanuelle Laborit). Fin dall'infanzia Lara riveste per la sua famiglia un ruolo di grande importanza: è lei infatti a fare da tramite tra i genitori e il mondo esterno ora negoziando per loro con la banca, ora traducendo nel linguaggio dei sordi i film alla tv, ora descrivendo i suoni che produce il suo mondo. A Lara non pesa affatto gestire le cose di famiglia anzi vi si dedica con entusiasmo, mostrando una maturità insolita per una ragazzina della sua età. La sordità non costituisce dunque un ostacolo alla comunicazione tra la piccola Lara e i suoi genitori, ma quando la sorella del padre, l'affascinante zia Clarissa (Sibylle Canonica), regala alla piccola un clarinetto, facendole scoprire la magia racchiusa nella musica, l'armonia familiare sembra frantumarsi in mille pezzi. Martin, suo padre, si sente infatti improvvisamente escluso dalla vita della figlia. E man mano che la determinazione di Lara a diventare una musicista di successo cresce, si fa sempre più insormontabile la distanza tra il suo mondo e quello paterno. Solo quando padre e figlia saranno disponibili ad ascoltarsi l'un l'altra i loro mondi potranno riconciliarsi.
Diretto con partecipazione da Caroline Link, interpretato splendidamente da un cast di prim'ordine e sottolineato da una colonna sonora di grande suggestione, Al di là del silenzio è un film che racconta i sentimenti con intelligenza ed onestà, che invita alla percezione extrasensoriale della musica e che affronta il tema dell'handicap della sordità senza cadere mai nel melodrammatico. E' forse proprio il tono scelto dalla giovane Caroline Link per far comprendere al pubblico l'handicap della sordità ad aver fatto guadagnare al film la candidatura all'Oscar come miglior film straniero.
Autore critica:Maria Stella Taccone
Fonte critica:reVision.com
Data critica:

1998

Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
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