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Dea dell'amore (La) - Mighty Aphrodite

Regia:Woody Allen
Vietato:No
Video:Cecchi Gori Home Video
DVD:
Genere:Commedia
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:
Sceneggiatura:Woody Allen
Fotografia:Carlo Di Palma
Musiche:Dick Hyman
Montaggio:Susan E. Morse
Scenografia:Santo Loquasto
Costumi:
Effetti:
Interpreti:F. Murray Abraham (leader del Greek Chorus), Woody Allen (Lenny), Helena Bonham Carter (Amanda), Olipia Dukakis (Jocasta), Michael Rapaport (Kevin), Mira Sorvino (Linda Hash), David Ogden Stiers (Laius), Jack Warden (Tiresias), Peter Weller (Jerry Bender)
Produzione:Robert Greenhut per Magnolia Pictures - Miramax Films - Sweetland Films
Distribuzione:Cecchi Gori Group Tiger
Origine:Usa
Anno:1995
Durata:

98'

Trama:

Una coppia della borghesia newyorchese (Lenny, cronista sportivo, e Amanda, una gallerista), adotta un bimbo, Max, ceduto appena nato ad un istituto da una giovane sconosciuta. Il piccolo Max è adorabile, ma Lenny è ossessionato dal desiderio di conoscere la madre del piccolo. Carpito l'ultimo recapito della donna, Lenny riesce a scoprirne l'identità: è Linda, pornostar e prostituta. Mentre Amanda è impegnata a gestire una nuova galleria e a respingere le avance di Jerry Bender, il proprietario, Lenny ottiene un incontro con Linda: costei, aspettandosi un cliente e non un impacciato investigatore, lo allontana. Lenny però si ripresenta: la convince di voler solo fare arnicizia; ottiene la sua confidenza e decide di redimerla, dapprima sottraendola al protettore, che blandisce con un introvabile biglietto per la partita di baseball, e poi ponendole accanto un pugile, un giovane contadino immigrato, Kevin. Fa credere a questi che lei è una parrucchiera: i due legano, ma quando lui scopre la verità lascia bruscamente la giovane. Lenny, affranto perché è venuto a conoscenza della tresca di Amanda con Jeny, va da Linda e ha un rapporto con lei. Amanda però è innamorata di Lenny e torna da lui respingendo Jerry. Frattanto Linda va al paese di Kevin per tentare una rappacificazione, ma lui la scaccia. Sulla via del ritorno il pilota di un elicottero in avaria le chiede un passaggio: tra i due è amore a prima vista. Dopo molto tempo casualmente Lenny incontra Linda che si è sposata: ora ha avuto una bambina e Lenny non sa che la neonata è sua figlia.

Critica 1:Giornalista sportivo e gallerista, sposati senza figli, adottano un bambino. Anni dopo, mentre il matrimonio è in crisi, lui va alla ricerca della madre del piccolo. Scopre che fa la pornodiva squillo, cerca di redimerla. E il più divertente, ma non il migliore, dei sette film scritti e diretti da Allen nei primi anni '90. Due novità: il coro greco, semovente dal teatro di Taormina alle strade di New York, che commenta lo svolgimento dei fatti e cerca invano di interferirvi, trasformandosi infine in un balletto da musical; e la spregiudicatezza dei dialoghi in materia sessuale. Ottima Mira Sorvino premio Oscar 1996 come attrice non protagonista nella parte di un'oca bionda.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Difficilmente si sopporterebbe da un altro regista lo stesso ritorno al rigoroso leit motiv autobiografico che Woody Allen propone ormai con cadenza stagionale. Mighty Aphrodite, in effetti, è soprattutto il nuovo round del suo interminabile match con i complicati quiz erotici per borghesia bianca più o meno intellettuale ambientati tra le nevrosi e i grattacieli di Manhattan. Il piccolo ma squisito miracolo cinematografico si rinnova ed il pubblico potrà goderne come sempre, interrogandosi (al massimo) sul posto da assegnargli in graduatoria di merito tra Pallottole su Broadway e Misterioso omicidio a Manhattan.
Autore critica:Valerio Caprara
Fonte critica:Rivista del Cinematografo
Data critica:



Critica 3:[..] decisamente il film più comico che Woody abbia scritto e diretto da vari anni, contiene un sottotesto inaspettato e curioso che lo stacca decisamente da alcuni precedenti film "seri" come Crimini e misfatti e in generale tutti quei titoli con i quali Woody ha tentato di depistarci, facendoci credere di amare più Bergman e Dreyer che il baseball e i grattacieli di Manhattan. Partiamo, quindi, [..] da questo sottotesto che ci consentirà, per le prossime dieci righe, di scrivere qualcosa di diverso dalle recensioni degli anni scorsi. Il sottotesto è il Coro: un Coro da tragedia greca - le famose sequenze girate nel teatro di Taormina - che, proprio come ai tempi di Eschilo, commenta l'azione dei personaggi, che però agiscono nella New York nevrotizzata di oggi. Detta così, potrebbe sembrare una cosa seriosa e intellettuale: invece il Coro di Woody è una buffonata, tenuta sul filo di rasoio (siamo sicurissimi che qualunque altro regista ne avrebbe fatto la scemenza del secolo) grazie a un umorismo a prova di bomba, e risolto, alla fine, in una sequenza che è la chiave del film, ma anche - tenetevi forte! - di tutto il cinema "alleniano". Parliamo della scena in cui il Coro, ormai semi-brillo, si mette a ballare e canticchiare in purissimo stile Broadway. Eccola, la prova provata: Woody Allen è un uomo colto, un grande intellettuale, un ebreo che ha frequentato Freud e conosce Marx (Karl, non Groucho), un cinefilo che adora Bergman e Fellini, ma è prima di tutto un uomo di spettacolo americano le cui radici sono lì sui palcoscenici di Broadway.
Autore critica:Alberto Crespi
Fonte critica:L'Unità
Data critica:

28/1/96

Libro da cui e' stato tratto il film
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