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Guerra degli Antò (La) -

Regia:Riccardo Milani
Vietato:No
Video:Cecchi Gori Home Video
DVD:
Genere:Commedia
Tipologia:Disagio giovanile, Letteratura italiana - 900
Eta' consigliata:Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori
Soggetto:Riccardo Milani, Sandro Petraglia, Domenico Starnone; dal romanzo omonimo di Silvia Ballestra
Sceneggiatura:Riccardo Milani, Sandro Petraglia, Domenico Starnone
Fotografia:Alessandro Pesci
Musiche:Avion Travel
Montaggio:Marco Spoletini
Scenografia:Francesco Frigeri
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Flavio Pistilli, Federico Di Flauro, Paolo Setta, Danilo Mastracci, Veronica Barelli, Francesco Bruni, Maria Cristina Minerva, Regina Orioli
Produzione:Cecchi Gori Group Fin.Ma.Vi.
Distribuzione:Cecchi Gori
Origine:Italia
Anno:1999
Durata:

100'

Trama:

Montesilvano, provincia di Pescara, ottobre 1990. Quattro giovani vestiti da punk cercano di lottare contro il tran tran della vita di provincia. Per distinguersi, ciascuno ha un soprannome. Antò detto Lo Purk vuole fuggire, decide di andare a studiare a Bologna, passa un po' di tempo nel capoluogo emiliano, cerca di seguire le lezioni ma non riesce a sentirsi coinvolto. Allora sceglie di recarsi ad Amsterdam, città di vera trasgressione. Antò Lo Zorru riceve la cartolina militare che lo destina in Iran, dove è in corso la guerra del Golfo. Vuole disertare, si fa fare a Bologna un passaporto falso, parte e raggiunge ad Amsterdam l'amico. Qui, in una stanzetta, Lo Zorru dice a Lo Purk di aver conosciuto una ragazza di cui si è innamorato, ma Lo Purk lo informa che si tratta di una conosciuta per i molti rapporti che intrattiene. Lo Zorru si arrabbia, i due litigano, si incendia una tenda, la camera va a fuoco, la polizia rispedisce i due in Italia. Qui viene fuori lo scherzo: la cartolina-precetto era fasulla, una sorta di vendetta delle figlie di Treves, noto palazzinaro locale. Ancora una volta i quattro Antò si ritrovano sul lungomare, al bar Zagabria, a fare progetti di fuga per il futuro.

Critica 1:La guerra degli Antò è un film malinconico, irridente, generazionale, animato da un vitalismo amarognolo: tra una parodia di Chi l'ha visto? e una presa in giro del Movimento, sembra riallacciarsi al cinema di Virzì, e forse non è un caso che nei panni di un arrogante leaderino politico appaia lo sceneggiatore di Ovosodo Francesco Bruni.
Autore critica:Michele Anselmi
Fonte criticaL'Unità
Data critica:

4/10/1999

Critica 2:Lu Malatu, Lu Zombi, Lu Zorru e Lu Purk sono bellissimi. Da Montesilvano, Pescara, buco del culo del mondo, i quattro Antò arrivano dritti al cuore. Perché hanno facce potenti, che sembrano uscite da un fumetto di Pazienza. Perché hanno creste celeste metallizzato e giubbotti di pelle, ma sono lontani dal nichilismo “No Future” del punk inglese: vogliono essere travolti dal troppo vivere per uscire da quello che chiamano “il disumano vuoto pescarese”. Perché sono contro: contro il cemento che devasta la costa, contro una guerra che gli soffia sul collo (Iraq 1991) e da cui si può solo scappare... e allora gridano “E- no- basta” (il nome della loro fanzine). Perché si muovono un po' storti, e con scarpe troppo grosse, in giro per l'Europa, o sul lungomare vicino a casa. Camminano a tempo delle musiche zingare degli Avion Travel, spinti da quel coraggio della disperazione che travolge i personaggi di Kusturica. Perché sono ingenui e un po' sfigati e hanno occhi grandi e spalancati che guardano nella macchina da presa, sul mondo. Sono spiriti liberi: non come chi si fa le canne a quarant'anni e poi si fa sgamare da una scimmietta. Sono liberi dal reale (e dai buchi di sceneggiatura), dentro una favola raccontata, dalla penna di Silvia Ballestra prima, dal film di Riccardo Milani poi, per farci diventare tutti un po' più Antó. E meno stronzi. Nelle settimane in cui un deprimente star system lancia appelli e petizioni per salvare dalla chiusura ReteA-Mtv, colonizzatrice culturale fuorilegge (in base alle leggi sull'emittenza), esce nelle sale (poche e "scomode") La guerra degli Antò. Questo piccolo film che parla abruzzese stretto, scoprendo un'ignorata (dal cinema, dalla tv) realtà di provincia e dei veri attori/non-attori reclutati nelle Arci della regione, rischia di passare inosservato, di scomparire. Riuscirà Donatella Raffai a ritrovarlo proprio come fa nel film con Lu Purk (trasformando Chi l'ha visto? in una sagra paesana)? Forse il film é fuori moda come i punk, forse degli Antó non gliene frega niente a nessuno, ma - come dice Lu Malatu - “se ci scancellano a noi, cosa resta di Montesilvano?”. E cosa dell'attuale cinema italiano?
Autore critica:
Fonte critica:Duel
Data critica:

23/11/1999

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:Guerra degli Antò (La)
Autore libro:Ballestra Silvia

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