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Punto zero - Vanishing Point

Regia:Richard C. Sarafian
Vietato:No
Video:Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Disagio giovanile, Diventare grandi
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Malcolm Hart
Sceneggiatura:Guillermo Cain
Fotografia:John A. Alonzo
Musiche:Jimmy Bowen
Montaggio:Stefan Arnsten
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Severn Darden, Robert Donner, Dean Jagger, Anthony James, Paul Koslo, Cleavon Little, Arthur Malet, Victor Medlin, Barry Newman, Timothy Scott, Karl Swenson, Lee Weaver
Produzione:Cupid Productions
Distribuzione:Non reperibile in pellicola
Origine:Usa
Anno:1971
Durata:

103’

Trama:

Un giovane americano parte da Denver verso San Francisco a bordo di una automobile da consegnare a un cliente. Ex corridore professionista, licenziato per uso di stimolanti, privato dell'affetto di una ragazza, morta tragicamente, egli ha accumulato in sè una tale carica di insoddisfazione e di furore represso, da sentire il bisogno di scaricarsi guidando ad alta velocità. Comincia così, attraverso tre stati, dal Colorado alla California, una spietata caccia allo spericolato automobilista.

Critica 1:Kowalski (B. Newman), ex Marine, ex corridore d'auto, ex poliziotto, scommette di percorrere in 15 ore, a bordo di una Dodge Challenger col motore elaborato, il percorso tra Denver (Colorado) e San Francisco, quasi 2000 km in linea d'aria. I poliziotti, sempre più incarogniti, dei tre Stati che attraversa cercano di fermarlo. Lo aiuta e lo sostiene a distanza il disc-jockey di una piccola stazione radiofonica (C. Little), nero e cieco, che nei suoi programmi musicali inserisce consigli e incitamenti all'inseguito, irrisioni agli inseguitori. Epilogo letale. La sceneggiatura è di Guillermo Cain, pseudonimo dello scrittore cubano in esilio (dal 1965) Guillermo Cabrera Infante (1929): un concentrato di stereotipi della controcultura dell'epoca (ribellismo, polemica contro l'establishment, pacifismo, simboli libertari, culto della trasgressione, elogio dei marginali, disadattati, drop-out, individualismo anarchico). A livello visivo e dinamico, però, è eccitante: il virtuosismo dell'azione e della cinepresa (fotografia di John A. Alonzo) non è quasi mai fine a sé stesso. Fu paragonato inutilmente a Easy Rider e a Zabriskie Point.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Easy Rider si pone, nel bene e nel male, come tipico youth movie destinato a essere il modello di una scuola che soltanto oggi sembra essere finita nei suoi termini immediati, ma che in realtà sta ancora riproponendosi attraverso una serie di metamorfosi, come vedremo. Anche Richard Sarafian coglierà questo suggerimento, sia pure con un film tutto sommato più sincero come Punto zero. Punto zero è opera più asciutta e la sua emblematicità si configura a poco a poco, quasi fra le righe, evitando in buona misura facile colore e costumi pittoreschi. Certo, anche qui si respira lo spazio di un'America whitmaniana nelle sue pianure e nei suoi deserti; e del resto non mancano simboli evidenti (soprattutto il disk-jockey Super-Soul, cattiva coscienza - nera, naturalmente - di un'intera nazione). Ma quel che più conta è che il fulcro della pellicola si incentra sul concetto di trasgressione come progressiva autocoscienza individuale (ciò che mancava nel film di Hopper). L'individualismo, in altre parole, diventa l'ultima carta da giocare in un sistema di irreggimentati, nel quale un eccesso di velocità si trasforma in valanga, inarrestabile se non con la morte (a dire il vero, sia pure in tutt'altro contesto, il modello era già stato impiegato qualche anno prima da Stuart Rosenberg nel suo ottimo Nick mano fredda). L'America di Sarafian è più elegante di quella di Hopper perché più misurata e dosata nel suo senso simbolico, e la sua violenza non si gioca sul terreno generazionale, ma su quello ben più generale di ciò che non è riducibile ai termini di sicurezza stabiliti dalla società. Per di più, e come spesso si vedrà nel cinema violento americano di questi anni, l'alterità diventa spettacolo, la notizia curiosità. (...)
Autore critica:Franco La Polla
Fonte critica:Il nuovo cinema americano 1967-1975, Lindau
Data critica:

1996

Critica 3:Kowalski, ex combattente del Viet-Nam, ex pilota di macchine da corsa, nonché ex poliziotto, ed infine operaio presso una officina meccanica di Denver, decide di non concedersi sosta nel suo lavoro e scommette con un amico che riuscirà a consegnare un'automobile ad un cliente di San Francisco in quindici ore. La distanza tra le due località è enorme e Kowalski per coprirla deve attraversare gli stati del Colorado, dello Utah, dei Nevada e della California. Incomincia così una folle corsa, punteggiata da vicende fortunose e da continue infrazioni al codice della strada.
La polizia, ovviamente, si mette al suo inseguimento, ma la corsa, invece di arrestarsi, prende una piega ancora più « cattiva». Ora, infatti, non si tratta più per Kowalski di vincere solo il tempo e la scommessa, ma di vincere la stessa polizia. La corsa assume così toni di suspence e porta a focalizzare su se stessa l'attenzione della stampa, della televisione e di una trasmittente radio. L'opinione pubblica, un po' per desiderio di vedere come va a finire e un po' perché la corsa di Kowalski comincia a prendere le tinte di un simbolo (il simbolo della ribellione al sistema, il simbolo della vita priva di costrizioni), segue, divisa in fans e avversari, le vicende del drammatico inseguimento. Ma proprio quando in bocca alla gente la do-
manda «Quando si fermerà Kowalski? » si tramuta in « Chi fermerà Kowalski? », ecco fatidica giungere la fine del film e la fine dell'eroe: il sistema gli ha sbarrato la strada con delle ruspe ed egli (dato che ovviamente non può più fermarsi, altrimenti addio simbolo) si immola così volontariamente in uno scontro spettacolare, mentre tutto attorno gli fa corona un pubblico curioso e idiota.
Autore critica:Bruno Damiani
Fonte critica:Cineforum n. 104
Data critica:

6/1971

Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

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