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Duma -

Regia:Carroll Ballard
Vietato:No
Video:
DVD:Warner
Genere:Drammatico
Tipologia:Diventare grandi, Natura e ambiente
Eta' consigliata:Scuole medie inferiori
Soggetto:Carol Cawthra Hopcraft, Xan Hopcraft, Carol Flint, Karen Janszen, dal romanzo How It Was With Dooms: A True Story From Africa di Carol Cawthra Hopcraft e Xan Hopcraft
Sceneggiatura:Mark St. Germani, Karen Janszen
Fotografia:Werner Maritz
Musiche:John Debney
Montaggio:T.M. Christopher
Scenografia:Johnny Breedt
Costumi:Jayne Forbes
Effetti:Peter Spiro
Interpreti:Hope Davis (Kristin), Alex Michaeletos (Xan), Campbell Scott (Peter), Eamonn Walzer (Ripkuna), Mary Makhatho (Thandi), Andre Stolz (insegnante di Xan), Nicky Rebello (Coach Nagy), Jennifer Steyn (Zia Gwen), Nthabiseng Kenoshi (Lucile), Sheba (Duma giovane), Savannah, Sasha, Nikita, Azaro, Anthony (Duma), Ivy Nkutha (la madre di Rip), Bernard Msimang (il padre di Rip), Wright Ngubane (il figlio di Rip), Thokozani Ndaba (Melika), Adelaide Shabalala (Suliwa)
Produzione:Warner Bros. – Pandora Pictures – John Wells Productions – Gaylord Films
Distribuzione:Warner Bros. Italia
Origine:Usa
Anno:2005
Durata:

100’

Trama:

Xan ha 10 anni e vive con i suoi genitori in un ranch in Kenya. Un giorno trova un cucciolo di ghepardo rimasto orfano e lo porta alla fattoria, dove viene adottato e chiamato Duma(che significa leopardo in lingua Swahili). Xan e Duma crescono insieme condividendo numerose avventure.
Purtroppo il padre di Xan si ammala e dopo qualche tempo muore. La mamma si vede costretta a trasferirsi a Johannesburg. Xan non è d’accordo, ma deve obbedire. Duma, ormai cresciuto, avrebbe dovuto essere accompagnato da Xan e da suo padre in una zona abitata da suoi simili ma, data la situazione, parte anch’esso per la città. L’intenzione della mamma del ragazzo è di farlo ospitare al più presto in una riserva. Ma a Johannesburg l’animale fugge di casa, cerca di raggiungere il padroncino a scuola, spaventa tutti e si rifugia in un parco giochi.
Per evitare a Duma la cattura, Xan decide di ricondurlo “a casa”, cioè in una zona fra il delta dell’Okavango e le montagne Erongo. Parte così con il sidecar del padre. Ma dopo qualche ora finisce la benzina e i due sono costretti a fermarsi. Per fortuna raggiungono un relitto d’aereo caduto nel deserto e incontrano l’indigeno Rip. Considerate le circostanze, il ragazzo e Rip sono costretti a fidarsi l’uno dell’altro e, trasformato il sidecar in un originale mezzo a vela, riescono a percorrere un po’ di strada.
Dopo aver tentato di cacciare per sfamarsi, i viaggiatori raggiungono dei ruderi che Rip sostiene siano abitati da spiriti e ricchi di diamanti. Rendendosi conto che probabilmente il nero sta portandolo fuori strada, Xan lo abbandona.
Dopo essersi salvati da pericolose cascate e dall’attacco di alcuni leoni, Xan e Duma finiscono in una trappola. Li salva Rip che ammette di aver voluto imbrogliarli. Da questo momento il rapporto fra Xan e l’indigeno si fa più forte. Rip parla al ragazzo dei suoi fallimenti e Xan confessa al nero il timore che la madre non riesca a perdonargli la fuga.
Il gruppo arriva nei pressi del villaggio d’origine di Rip proprio quando l’uomo, punto da alcuni insetti, sta rischiando di morire. Xan raggiunge l’abitato e chiede aiuto. Quando l’uomo sta meglio, presenta al ragazzo la sua famiglia. In quella zona trova una compagna anche Duma e, pur dispiaciuto, Xan lo lascia. Del resto l’esperienza del viaggio lo ha cambiato. Torna alla fattoria, dove è rientrata anche la mamma, riflettendo sul fatto che l’aver ricondotto a casa Duma l’ha aiutato a capire i valori della vita, in particolare gli ha fatto comprendere che si può amare anche chi non è più materialmente presente e si può essere ricambiati in quell’affetto. Come parziale compensazione per la perdita di Duma Rip regala al ragazzo un piccolo animale che aveva condiviso con loro tutte le avventure del viaggio.

Critica 1:Carroll Ballard e uno di quei personaggi che amano il cinema ma non la sua luccicante e rumorosa ribalta. Il suo nome probabilmente dice poco al grande pubblico e la sua filmografia, nonostante trent’anni di carriera, risulta tutto sommato scarna. Compagno di corso di Francis Ford Coppola alla Film School dell’Ucla nei primi anni 60, Bailard inizia a lavorare come documentarista e nel ‘67 ottiene una nomination all’Oscar con Harvest, prodotto per la U.S. Information Agency, ma il suo esordio nel mondo del lungometraggio avviene nel 79 con Black Stallion, film d’avventura prodotto dall’ex compagno di corso Coppola che lo stima immensamente. La caratteristica del cinema di Ballard è quella di coniugare con rigore e passione il documentario e il cinema di finzione, in un anomalo ibrido dove è faticoso scoprire il discrimine tra l’uno e l’altro. II risultato è un cinema dal forte respiro epico, in cui spesso si fronteggiano dialetticamente tre mondi: quello dei ragazzi, quello degli adulti e la Natura, legati insieme dal tema del viaggio, inteso come cammino geografico ma anche come percorso di crescita, metafora forse scontata ma che nei film di Ballard non è mai banale. Il rapporto dei primi due mondi con la Natura è caratterizzato da una forte convinzione ecologica e quindi basato su un profondo rispetto per l’habitat e gli animali giocano un ruolo determinante nel suo cinema. Solo cinque sono i film diretti da Ballard (che “vanta” anche una partecipazione nel cast tecnico di Guerre Stellari), ma nonostante l’esiguità, tutta la sua filmografia dimostra una forza e una dignità rare e, soprattutto, una cura artigianale e certosina dei dettagli e dei personaggi.
Black, splendido stallone nero dopo un naufragio diventa il compagno fedele del piccolo Alex in Black Stallion (1979), il biologo Tyler invece impara a convivere con lupi e caribù nelle desolate lande canadesi in Mai gridare al lupo (1983), in Wind - Più forte del vento (1992) il velista Will Parker (libera interpretazione ballardiana dello skipper Dennis Conner) deve confrontarsi con lo spietato mondo della vela e con un mare che non lascia spazio all’errore, nell’Incredibile volo (1996), invece, la tredicenne Amy, orfana di madre, spinge il padre a costruire alianti per guidare uno stormo di oche selvatiche nella migrazione dall’Ontario fino alla Carolina del Nord. Tutte queste storie, questi habitat magnifici e selvaggi, sono la necessaria premessa per descrivere il mondo di Xan, un ragazzino di dieci anni che vive in Sud Africa e che la vita mette a dura prova in Duma. l’ultima fatica di Ballard che prende il titolo dal nome del ghepardo compagno di vita e di strada di Xan. Il ragazzino vive con i genitori in una fattoria e un giorno il padre raccoglie per la strada il cucciolo di ghepardo che non lascerà mai più Xan. Quando il padre muore la madre si trasferisce a Johannesbug, ma Duma, ormai cresciuto, non può vivere in città e per salvarlo dalla cattività, Xan fugge con lui attraverso il deserto per raggiungere le montagne Erongo dove suo padre aveva intenzione di liberarlo. II rapporto tra i due protagonisti – bimbo e ghepardo – è realmente paritetico e complice e l’animale non gioca il ruolo dell’attrazione circense, ma quello dell’attore. Tutto ciò è stato possibile grazie a un lavoro accurato che ha coinvolto esemplari diversi di ghepardi: cuccioli di tre settimane, di otto settimane, di otto mesi e quattro adulti. Tutti però hanno condiviso con Xan (uno straordinario Alexander Michaeletos) un feeling che ha dell’incredibile, frutto della cura di Ballard e dei suoi collaboratori. Un lavoro altrettanto accurato è quello svolto sul set: belle location sparse per Sud Africa e Botswana, talmente affascinanti da togliere il respiro e la cui ricerca ha trasformato la produzioni in un itinerante “roadshow“. Un film che conferma la vena di Ballard nel narrare storie semplici ma mai banali che affrontano i problema dell’uomo e del suo stare nel mon do che nel rispetto della Natura e delle altre specie trova la sua ragion di essere.
Autore critica:Aldo Fittante
Fonte criticaFilm TV
Data critica:



Critica 2:
Autore critica:
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Critica 3:
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Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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