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Sipario strappato (Il) - Torn Curtain

Regia:Alfred Hitchcock
Vietato:14
Video:Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede - Cic Video, De Agostini
DVD:
Genere:Thriller
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Brian Moore
Sceneggiatura:Brian Moore
Fotografia:John F. Warren
Musiche:John Addison
Montaggio:Bud Hoffman
Scenografia:Frank Arrigo, Hein Heckroth
Costumi:Edith Head
Effetti:
Interpreti:Paul Newman (Prof. Michael Armstrong), Julie Andrews (Sara Sherman), Lila Kedrova (Contessa Kuchinska), Hansjorg Felmy (Heinrich Gerhard), Wolfgang Kieling (Hermann Gromek), Ludwig Donath (Prof.G. Lindt), Norbert Shiller (Gutman), Gunther Strack (Prof. Manfred)
Produzione:Universal
Distribuzione:Non reperibile in pellicola
Origine:Usa
Anno:1966
Durata:

130’

Trama:

Uno scienziato americano, Michael Armstrong, sta da tempo mettendo a punto un congegno antimissile che, oltre a dare all'America una superiorità militare, a lui garantirebbe la fama. Poiché il progetto si sta trascinando a lungo, il governo decide di sospendere il relativo finanziamento e Michael, deciso a non desistere, pensa di recarsi nella Germania Orientale ove, a Lipsia, vive lo scienziato Lindt il quale è in possesso di alcuni segreti che segnerebbero la conclusione dei suoi studi. Approfittando di un convegno scientifico a Stoccolma, Armstrong riesce a raggiungere Lipsia dove viene accolto cordialmente; ma un imprevisto lo mette in imbarazzo: è stato seguito, infatti, da Sarah Sherman, la sua fidanzata che tra l'altro è anche la sua assistente. A questo punto Michael è costretto a svelare alla donna il vero motivo della sua missione: conoscere l'entità delle scoperte scientifiche di oltre cortina. Dopo varie peripezie Michael e Sarah riescono nel loro intento e a ritornare in patria.

Critica 1:Scienziato USA, specialista in congegni antimissilistici, finge di passare al servizio dei comunisti e con la fidanzata si reca a Berlino Est e a Lipsia, s'impadronisce di una formula segreta. Il rientro è rocambolesco. Cinquantesimo film di Hitchcock, e non uno dei suoi più originali, nonostante alcune scene memorabili di suspense. L'uccisione di Gromek è da antologia. Spionaggio alla terza potenza e risvolti di umor nero.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Spia per curiosità. Come lo scrittore de L'agente segreto, il fisico de Il sipario strappato agisce per conoscere: Ashenden è alla ricerca di una nuova «condizione», Armstrong insegue il segreto che gli è
sempre sfuggitó all'interno del laboratorio. Abbandona, così, i luoghi «caldi» della normalità quotidiana, per il «freddo» dell'ostile e dell'imprevisto. Già nella nave che lo conduce in Svezia deve difendersi dal gelo e lo fa, corpo a corpo, con Sarah sotto le lenzuola. Alla fine sarà una coperta a ridare il calore dopo il ghiaccio dell'acqua, ma servirà anche da «sipario», da «cortina» contro l'intrusione dei fotografi. Lui e lei vogliono tornare, senza il clamore del trionfo, al lavoro «anonimo» lasciato per un'incursione nello spaventoso scenario della «guerra fredda».
Hitchcock accentua l'idea del freddo: «L'universo di Torn Curtain è quello, altamento formalizzato, di tutti i film di Hitchcock: la realtà concreta viene in esso metodicamente sacrificata alla idea stilistica astratta, il referente al segno. La Germania Est, per esempio, viene utilizzata per certe sue caratteristiche formali - reali o attribuite dalla "imagerie" collettiva - ha cioè sullo schermo una consistenza soltanto scenografica (ambienti nudi, clima poliziesco, lingua sconosciuta, accesso rischioso = impressione di freddezza e di estraneità) e per nulla politica. Il processo dinamico che struttura il film si fonda sull'opposizione di un mondo caldo e confortevole, dato come ipotesi e aspirazione di questo mondo freddo e estraneo, e si svolge attraverso l'itinerario dall'uno all'altro e dall'altro all'uno, attraverso la spinta in avanti rappresentata dalla curiosità (sfruttamento formale dello "scienziato atomico", moderno avventuriero del sapere) e quella all'indietro rappresentata dall'amore» (Adriano Aprà).
In un film metodicamente aperto alle «rivelazioni» e allo sconvolgimento dell'esistenza della coppia (nonostante tutto continueranno a conservare un ricordo dell'incubo materiale e dell'esperienza morale) anche la sequenza di un assassinio subisce una «rivoluzione», commentata e giustificata da Hitchcock: «Con questa lunghissima scena di assassinio ho voluto innanzitutto prendere in contropiede lo stereotipo. Di solito, nei film, un omicidio si svolge molto velocemente: un colpo di coltello, un colpo di fucile, il personaggio dell'assassino non si sofferma nemmeno a esaminare il corpo per vedere se la sua vittima è morta o no. Allora ho pensato che fosse arrivato il momento di far vedere quanto è difficile, arduo e lungo uccidere un uomo».
«Grazie alla presenza del tassista davanti alla fattoria, il pubblico non ha obiezioni al fatto che l'assassinio debba essere silenzioso; questo spiega perché non si possa neanche porre il problema di sparare un colpo di arma da fuoco. Conformemente al nostro vecchio principio, l'assassinio deve essere eseguito con i mezzi che ci vengono suggeriti dal posto e dai personaggi. Siamo in una fattoria ed è una contadina che uccide; quindi utilizziamo degli strumenti domestici: la pentola piena di minestra, un trinciante, un badile e infine il forno della cucina a gas!».
Come nella doccia di Psyco, il montaggio dell'eliminazione di Gromek è atomizzato in piccole inquadrature, nei gesti convulsi e silenziosi della lotta, con le mani della vittima che cercano di reagire, con i colpi ripetuti di badile e il coltello che si spezza sulla gola. Infine la macchina da presa va in alto a seguire il lento faticoso trascinamento del corpo fino allo sportello del forno a gas. La suspense «incendia» la partitura e prepara all'altro «spettacolo»: Armstrong che, colto sulla scena il momento della «finzione» delle fiamme, urla e fa credere vera la «presenza» del fuoco a una platea impazzita dal panico.
La formula segreta come MacGuffin, «l'understatement» sull'irreale collinetta dove Michael rivela a Sarah (che ha voluto seguirlo a forza) il «doppio gioco», la generosità dei personaggi del «bene» (la dottoressa, la contessa), la forzata «malvagità» di quelli del male (Gromek, la ballerina) sono i «contrappunti» di un film lucidissimo, con un ritmo quasi mai infranto e che, nel finale, ricorda quel Number Seventen, antico paradigma inglese della «razionalità» dell'azione e dei suoi movimenti.
E sulla «Bussola di Babele» Est e Ovest non sono solo entità politiche: il sipario è lacerato (come in Intrigo internazionale) sulla geografia di un universo spaventato, al di là della faziosità ideologica.
Autore critica:N. Bruzzone, V. Caprara (a cura di)
Fonte critica:I film di Alfred Hitchcock, Gremese
Data critica:

1982

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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