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Company (The) - Company (The)

Regia:Robert Altman
Vietato:No
Video:Medusa
DVD:Medusa
Genere:Drammatico
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Neve Campbell, Barbara Turner
Sceneggiatura:Barbara Turner
Fotografia:Andrew Dunn
Musiche:Van Dyke Parks
Montaggio:Geraldine Peroni
Scenografia:Gary Baugh
Costumi:Susan Kaufmann
Effetti:John D. Milinac, Rodman Kiser
Interpreti:Neve Campbell (Ry), James Franco (Josh), Malcolm Mcdowell (Alberto Antonelli), Barbara Robertson (Harriet), William Dick (Edouard), Susie Cusack (Susie), Marilyn Dodds Frank (madre di Ry), John Lordan (padre di Ry), Mariann Mayberry (matrigna), Roderick Peeples (patrigno), Robert Desrosiers (coreografo), Lar Lubovitch (coreografo), Davis C. Robertson (Alec), Deborah Dawn (Deborah), John Gluckman (John), David Gombert (Justin), Suzanne L. Prisco (Suzanne), Domingo Rubio (Domingo), Emily Patterson (Noel), Maia Wilkins (Maia), Sam Franke (Frankie), Trinity Hamilton (Trinity), Julianne Kepley (Julianne), Valerie Robin (Veronica), Deanne Brown (Dana), Michael Smith (Michael), Matthew Roy Prescott (Colton)
Produzione:Capitol Films - Killer Films - Sandcastle 5 Productions - Cp Medien Ag - S.R.O. Entertainment
Distribuzione:Medusa
Origine:Germania - Usa
Anno:2003
Durata:

112’

Trama:

Prove, gelosie, infortuni ed amori della compagnia americana di danza 'Jeoffrey Ballet' di Chicago, guidata da Alberto Antonelli, ex primo ballerino di successo che ha appeso le scarpette al chiodo e che dai suoi ballerini pretende cose al limite dell'impossibile dal punto di vista fisico e emotivo. Tra loro c'è Ry, dotata di grande talento e determinazione, che dopo l'infortunio di una sua collega, ha la possibilità di diventare prima ballerina. Non è molto felice della sua vita privata - una madre invadente, il suo fidanzato e compagno di ballo che l'ha tradita con un'altra ragazza della compagnia, il lavoro di cameriera in un locale notturno - ma un raggio di sole nella sua vita potrebbe essere rappresentato dall'affascinante Josh. Intorno a lei i ballerini e i coreografi della compagnia, anche loro costretti a lottare contro le proprie insicurezze, alla continua ricerca di conferme per arrivare alla fine della stagione e al tanto sospirato 'spettacolo finale'...

Critica 1:The Company, firmato da Robert Altman, non ha nulla a che fare con la retorica legata allo show business del genere «saranno famosi». Grazie a dio Altman sembra disinteressarsi dell'ostinazione che lega ogni ballerino alla promessa di un sucesso così vicino, così lontano, come in Chorus Line. Non persegue la visionarietà egocentrica di All that Jazz di Bob Fosse, né la seducente drammaturgia di Scarpette rosse. L'ultima fatica di Altman, mostra, semplicemente, ciò che accade all'interno di una compagnia di ballo. La semplicità apparente del racconto, se é, è frutto di una sapiente perlustrazione in un mondo del quale Altman ha saputo cogliere l'essenza, consegnandola agli spettatori, che sembrano agire idealmente con i componenti della compagnia. Il film privilegia tutto ciò che in una sceneggiatura appare superfluo, in realtà usa immagini di raccordo offrendo loro l'opportunità di trasformarsi in racconto, di emozionare secondo la logica degli avvenimenti, che in questo caso sano apparentemente assenti. Altman guida lo spettatore con una discrezione che tuttavia non sminuisce l'interesse per quanto ci mostra. Tutto è visto in campo lungo, nessuno é protagonista, salvo quando tocca a lui. Lo stesso Malcolm McDowell, inveterato gigione, dovendo fronteggiare un personaggio, il direttore artistico della compagnia, ancor più gigione di lui, è costretto a mordere il freno e realizzare un'interpretazione realistica che si integra perfettamente nello stile corale di tutto il film, voluto fortemente da Neve Campbell, attrice nota per i numerosi film horror, memore del suo passato di ballerina, che ha scritto, prodotto e interpretato la pellicola. Non mancano ovviamente preziose sequenze di ballo, classico e moderno, eseguite dal Joffrey Ballett di Chicago, godibili anche dai non esperti. Emerge la realtà di un lavoro duro, senza trasfigurazioni di sorta, ed i piedi dolgono davvero. La stanchezza, le discussioni tecniche, la voglia di essere amati, purché l'amore sia un atto consolatorio, sono l'essenza di un mestiere nobile e sfibrante. Altman conosce ogni segreto del cinema e la sua regia invisibile è il dono sapiente di un vero maestro.
Autore critica:Adriano De Carlo
Fonte criticail Giornale Nuovo
Data critica:

29/3/2004

Critica 2:The Company di Robert Altman non somiglia ad altri film di danza e di grande successo: non al classico melodramma Scarpette rosse (1948) di Michael Powell ed Emeric Pressburger, nè allo psicodramma A Chorus Line (1985) di Richard Attenborough tratto dal musical di Dante-Kirkwood, nè a Saranno famosi (1980) di Alan Parker che dette origine alla fortunata serie televisiva su sogni, lotte, fallimenti di aspiranti ballerini e neppure ad "Amici", il programma televisivo di Canale 5 che mette alla prova ragazze e ragazzi che vogliono cantare o danzare. In questi spettacoli che offrono innanzi tutto la visione di corpi belli e giovani in faticoso esercizio (una gioia per il voyeurismo sadico), la danza viene esaltata e drammatizzata come un'attività estetica e insieme dolorosa, come una forma superiore di disciplina e armonia, come una sfida eroica lanciata dal ballerino a se stesso e agli altri. In The Company non si ritrova nulla del genere, e si ritrova tutto. Fortemente voluto da Neve Campbell, la giovane attrice ed ex ballerina canadese che ne è protagonista, co-soggettista, coproduttrice, il film, con l'intenzione di raccontare la semplice verità sulla vita quotidiana del gruppo, mescola gli attori alla troupe del Joffrey Ballet di Chicago, una compagnia americana senza grande tradizione (la fondazione risale al 1956). Spettacoli, prove, sacrificio, illusioni e delusioni, piedi dolenti, incidenti alle gambe o ai tendini, amori e disamori, sconfitte e vittorie, rapporti con gli insegnanti e tra i componenti della troupe, audizioni e provini: insomma quanto si è sempre visto negli altri film o telefilm ma senza drammatizzazione nè emotività, senza fascino nè vero realismo, anzi con un sovrappiù di banalità, di routine. L'impressione è che il regista Robert Altman,79 anni, così grande e bravo nel rispecchiare in film corali ambienti particolari, durante la lavorazione fosse latitante, assente da una non-regia che impedisce di riconoscere il suo stile. Coreografie, scenografie, musiche, costumi risultano mediocri (in particolare quelli del balletto "The Blue Snake"). Malcom McDowell è inaccettabile come direttore italiano del balletto, ma sempre molto simpatico, specie quando ammonisce gli italoamericani virilisti: "Se i vostri figli maschi vogliono fare danza, non li ostacolate".
Autore critica:Lietta Tornabuoni
Fonte critica:La Stampa
Data critica:

27/3/2004

Critica 3:
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Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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