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Opposite of Sex (The) - Opposite of Sex (The)

Regia:Don Roos
Vietato:No
Video:Columbia
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Le diversità
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Don Roos
Sceneggiatura:Don Roos
Fotografia:Hubert Taczanowski
Musiche:Mason Daring
Montaggio:David Codron
Scenografia:Michael Clausen
Costumi:Peter Mitchell
Effetti:
Interpreti:Christina Ricci (DeDee Truitt), Martin Donovan (Bill Truitt), Lisa Kudrow (Lucia Delury), Lyle Lovett (lo sceriffo Carl Tippett), Ivan Sergei (Matt Mateo), Johnny Galecki (Jason Bock), William Lee Scott (Randy Cates), Megan Blake (Bobette), Dan Bucatinsky (Timothy), Heather Fairfield (Jennifer)
Produzione:Columbia TriStar
Distribuzione:Lucky Red
Origine:Usa
Anno:1998
Durata:

105’

Trama:

La sedicenne DeDee lascia la casa materna in Louisiana e si rifugia dal fratellastro Bill, un insegnante gay. La vita di Bill, che ha ereditato un’ingente fortuna da Tom morto di AIDS, e del suo nuovo compagno Matt, verrà stravolta dalla presenza della ragazzina, sessualmente e moralmente disinibita. DeDee seduce Matt, lo converte temporaneamente all'eterosessualità e se lo porta via, assieme a diecimila dollari e alle ceneri del defunto. Frattanto Jason, uno studente abbandonato da Bill per Matt, ha accusato il professore di molestie sessuali. Bill si mette sulle tracce di Matt e DeDee che è incinta; con lui parte Lucia, sorella dell'antico amante e single frustratissima. Entra a far parte della compagnia anche lo sceriffo Carl Tippett, che si scopre attratto da Lucia e ne è ricambiato. Improvvisamente ricompare anche il ragazzo che DeDee aveva lasciato in Louisiana.

Critica 1:La divertente commedia di Don Roos ha come fulcro il personaggio di DeDee, una ragazza sedicenne la cui unità familiare si è progressivamente sbriciolata lasciandola sola con i turbamenti e le paure tipiche della sua adolescenza. Nella prima sequenza DeDee assiste con aria sprezzante e un poco irriverente al funerale del patrigno, col quale certamente aveva un rapporto conflittuale. Subito dopo decide di raggiungere in Indiana il fratellastro Bill, un insegnante omosessuale che ha da poco perso il suo compagno, morto di AIDS, ereditando una notevole fortuna. L'atteggiamento di DeDee nei confronti dei vari personaggi che incontra lungo il viaggio, materiale e formativo, che compie attraverso gli Stati Uniti è sempre di contestazione o, per essere più precisi, di sfruttamento. DeDee ha bisogno di dimostrare a se stessa la propria forza, deve costruirsi una sicurezza che in fondo non ha e risolvere i problemi della vita quotidiana (il denaro, la paternità del figlio che porta in grembo). A questo scopo decide di servirsi con spregiudicatezza delle persone che le danno fiducia, mettendole in crisi e costringendole ad aiutarla materialmente. Resasi conto che Bill ha ereditato una fortuna, non esita a rubargli l'urna con le ceneri del caro estinto e a sedurre Matt, il nuovo compagno, che all'occorrenza potrebbe essere un buon padre per il bambino che a breve darà alla luce. Il piano della protagonista funziona: Bill cederà al ricatto e Matt accetterà di sposarla.
Attraverso la rocambolesca fuga di DeDee e Matt, il racconto dimostra la sostanziale ipocrisia della società americana e l'individualismo dei singoli, che devono essere ricattati (e dunque minati nelle loro sicurezze) per accettare di aiutare una persona in difficoltà. La spietata analisi socio-culturale che il film propone affronta via via differenti aspetti della vita contemporanea. In primo piano è ovviamente la sessualità, che nulla ha di gioioso, apparendo invece tormentata e spesso strumentale. È infatti il sesso l'arma privilegiata di DeDee, che riesce a sedurre Matt e a risolvere così parte dei suoi problemi, salvo poi farsi scoprire in un incontro amoroso con un vecchio fidanzato, il vero padre del bambino. Il sesso domina anche le relazioni tra gli altri personaggi: Bill tradisce Matt con uno studente, Lucia (sorella di Tom) è segretamente innamorata di Bill, lo sceriffo Tippett (che dovrebbe indagare sul rapporto tra Bill e lo studente) ha una passione per Lucia, Tom è morto contraendo l'AIDS per via sessuale. In particolare l'attenzione si concentra sul tema dell'omosessualità, i cui stereotipi vengono rovesciati e rappresentati in modo assai poco politically correct. Il punto di vista di DeDee, in fondo, è che l'omosessualità sia una malattia curabile, uno stato sessuale provvisorio, una sindrome passeggera. Matt, infatti, cade nella trappola tesagli dalla ragazzina e Lucia crede di riuscire a ottenere lo stesso risultato con Bill. Quest'ultimo, poi, non è l'irreprensibile insegnante che vuol far credere di essere: non solo si è trovato subito un nuovo compagno dopo la morte di Tom, ma non riesce nemmeno a essergli fedele e lo tradisce con un minorenne, allievo della sua scuola.
Il quadro proposto dal film, dunque, è quello di una provincia americana che nasconde, sotto il suo perbenismo e liberalismo di facciata, una realtà sordida e malata, un sistema di relazioni sociali fondamentalmente basato sul denaro e sul desiderio sessuale. Il compito di DeDee, che non a caso commenta immagini e situazioni con la sua voce fuori campo, è di far esplodere questo mondo, costringendolo a scoprirsi e a rivelarsi in tutta la sua mediocrità, mostrandosi per quello che è, ossia un castello di menzogne le cui fondamenta sono assai più deboli di quanto si creda.
Autore critica:Stefano Boni
Fonte criticaAiace Torino
Data critica:



Critica 2:Con The Opposite of Sex Don Roos (…) pass dietro alla macchina da presa, firmando un film indipendente - anche questo scritto di suo pugno - in cui a una sce neggiatura divertente e ben congegnata, si abbina un'ottima selezione di interpreti, tutti perfetti nei loro ruoli, dall, dirompente Christina Ricci, che ha ormai superato a pieni voti il difficil esame per diventare "attrice adulta" dopo una brillante carriera di attrice bambina a Lisa Kudrow, nota soprattutto a pubblico televisivo per il serial «Friends», dall'imperscutabile Lyle Lovett un'unica espressione stampata su una faccia più che mai assurda e sbilenca, al terzetto di gay, uno intelligente e raffinato, uno scemo e uno più scemo. (…)
La commedia gay nella sua accezione più allargata, almeno dai tempi d Shakespeare, gioca in primo luogo sull'ambiguità innescata non tanto da attrazioni tra uomini o donne omosessuali ben consapevoli della propria e dell'altrui omosessualità, bensì sui delicati meccanismi della bisessualità e del fraintendimento della sessualità degl altri. Dal Banchetto di nozze di Ang Lee a Peccato che sia femmina di Josiane Balasko, da In & Out ai vari film en travesti che negli ultimi anni hanno ottenuto enorme successo nelle sale, la commedia degli equivoci sessuali è un genere che va ancora forte, soprattutto quando riesce a coniugare i usti del pubblico medio - eterosessuale e convinto che i gay costituiscano comunque oggetto di umorismo, almeno dai tempi del Vizietto - con quelli del pubblico gay e filo-gay, ovvero la schiera dei sostenitori a spada tratta del Politicamente Corretto. The Opposite of Sex ribalta a 360 gradi il concetto di P.C., ponendosi sin dall'inizio come un compendio di scorrettezze talmente irriverenti nei confronti dell'omosessualità e degli
omosessuali da neutralizzare la carica offensiva insita nelle parole di chi commenta, ovvero la saccente narratrice protagonista DeDee Truitt.
Il punto di vista è qui quello di un precoce e procace eterosessuale che disseziona l'universo gay filtrandolo attiraverso una densa cortina di luoghi come ni e soprattutto partendo dal presupposto che il gay sia un invertito che poò sempre essere riportato sulla retta via: ovvero che l'omosessualità sia una malattia curabile. Il guaio non è tanto che la volgare, sboccata, sfrontata DeDee pensi e dica certe cose, ma che i fatti finiscano per darle ragione: il progetto di seduzione ai danni di Matt effettivamente si realizza. Niente di inaudito, si tratta di quella situazione non infrequente definita dall'espressione gergae americana "sister act", ovvero una relazione sessuale tra un uomo omosessua e una donna eterosessuale, una situazione che è stata ben esplorata dal cinema gay "serio", in pellicole, per esempi come Notti selvagge di Cyril Collard.
La particolarità del film di Roos è che la seduzione della "sorellina", in ques caso una "cognatina", avviene in totalòe assenza di sentimenti: il sesso è puramente funzionale, serve a far quadrare la trama (non tanto quella del film quanto quella ordita da DeDee per dare un padre al figlio che già da un po' porta in grembo). Per non parlare dell'intento dissacratorio operato ai danni dei "buoni", primo fra tutti il dolce Bill, un concentrato di buoni sentimenti, dignità eindulgenza, un saggio pedagogo che non perde mai le staffe e che addirittura corregge gli errori di grammatica suoi studenti sorpresi nel bagno a scrivere battutacce sul muro ai suoi danni. Del resto, sin dall'inizio la narratrice mette le cose in chiaro, dichiarando d non avere un cuore d'oro, e assicurando che non gliene crescerà uno neppure nel corso della vicenda.
(…) L'assetto narrativo del film è quello classico in cui la protagonista è anche la narratrice, ma non c'è alcun tono rievocativo nelle sue parole, né si riscontra la presenza di flashback: la voce di De Dee fornisce un commento esterno ; una vicenda che la vede impegnata ii prima persona in prodezze degni genere, con un fortissimo coefficiente d'interpellazione che non trova riscontro ne tipo di focalizzazione neutra e oggettiva offerta dal film (niente strizzatine d'occhio, grazie al cielo, né sguardi in macchina). In altre parole la sua è una telecronaca in differita, professionalmente corretta, come quella di chi ha già visto un film e lo espone passo passo a chi lo sta guardando in quel momento cercando - con grande sforzo - di non rovinargli le
numerose sorprese. Ma dal momento che non sono certo l'onestà e la sincerità le caratteristiche principali del personaggio, si fa presto a perdere la fiducia nel suo racconto, saccente e beffardo fino al cinismo più spietato: la voce di DeDee vorrebbe essere il veicolo credibile e affidabile di una testimonianza di prima mano ma allo stesso tempo non riesce a non togliersi qualche soddisfazione anche pesante nei confronti dello spettatore ignaro, al quale viene ricordato continuamente che c'è un'enorme sproporzione tra la quantità di sapere detenuto da chi narra e le piccole dosi che vengono concesse un po' alla volta a chi assiste. E che comunque a chi racconta non è mai completamente negata la possibilità di mentire. Quella di DeDee, insomma, è una specie di "voce di Dio" in cui è lei stessa Dio. E, in quanto Dio, può concedersi qualche digressione fuori programma, qualche breve inserto in cui le parti si ribaltano e non è più il flusso delle parole che insegue le immagini bensì la macchina da presa che asseconda la travolgente esposizione dei fatti, mostrando ciò che la logica spazio-temporale del racconto vorrebbe tenere fuori campo. È così che DeDee riesce a giustificare addirittura l'omicidio di cui si è macchiata, mostrandoci un frammento non previsto in cui, in fase di autopsia, i patologi riscontrano un'anomalia cardiaca nel cadavere che si sarebbe comunque rivelata letale nel giro di pochi mesi. Che si tratti o meno della verità, poco importa. Del resto, DeDee ha già mentito almeno un paio di volte - ai personaggi come allo spettatore - riguardo l’identità del padre del bambino, dunque come fidarsi di lei?
La scena in cui avviene l'omicidio è caratterizzata da un lungo momento di suspense, anche questo uno stereotipo classico del thriller sensazionalistico: i due corpi, quello dell'omicida e quello della vittima giacciono sovrapposti e inermi, e per un attimo è il corpo della vittima che sembra rianimarsi. Smentita immediata. DeDee si divincola e quasi rimprovera lo spettatore per aver creduto che il cadavere potesse essere il suo, dal momento che è lei la narratrice, ovvero colei che, per contratto, la fa franca. Seconda smentita: dopo una mezz'ora la voce si ritrova a commentare gli sguardi addolorati dei suoi "congiunti" che apprendono della sua morte per emorragia post-partum. Be', del resto la "voce oltretomba" non è una novità nelle tipologie del film narrato, e la si può accettare senza particolari problemi di sospensione dell'incredulità. Terza smentita: era solo uno scherzo! E così via. Insomma, fino alla fine pare che non ci sia dato conoscere come sia andata la vera storia di DeDee Truitt (un cognome ironicamente programmatico, true it, la vera verità dei fatti...). Il vecchio detto "vedere per credere" è stato abolito ormai da tempo. Qui si tratta solo di credere per credere.
«Sex always ends in kids, or disease, or... like... you know... relationships. That's exactly what I don't want. I want the opposite of sex». La dichiarazione programmatica di DeDee riassume lucidamente la sua filosofia di vita: per lei il sesso è una pura attività strumentale, non sempre gradevole, serve a ingannare il prossimo, soprattutto se ingenuo e d'animo gentile, a estorcere denaro e a cavarsi fuori dai guai. Certo, non ci viene detto fino alla fine cosa è per lei l'esatto contrario del sesso, visto che - almeno sul piano lessicale - la castità, con conseguenti sterilità, salute e solitudine, non sembra poi un'alternativa particolarmente allettante... Eppure è quella la strada che, con estrema coerenza, DeDee intraprende.
Più singolare invece appare la concezione di Lucia e Carl, che compiono un percorso opposto passando, attraverso il sesso, da un regime di casta solitudine a una vita di coppia con bambino. Ma se Carl persegue un ideale d'amore che consiste in un elementare meccanismo di selezione oculare (per lui una relazione d'amore esiste se una certa persona, entrando in una stanza affollata, trova immediatamente con lo sguardo la persona amata), per Lucia le cose sono un po' più complesse: sarà per la dolorosa esperienza del compianto fratello Tom, che attraverso il sesso ha contratto la malattia, o per le semplici sventure della vita, ma anche lei sembra auspicare per sé, al pari di DeDee, il contrario del sesso: i suoi gravi complessi sessuofobici si esplicitano attraverso una cotta latente per Bill (innocuo per lei) e una valutazione comparativa del sesso alquanto bizzarra (per lei un massaggio alla schiena o uno shampoo sono soddisfazioni di gran lunga più appaganti di un rapporto sessuale). Ciò non toglie che basta un attimo a far crollare le sue salde convinzioni. Anche perché né lo shampoo né il massaggio alla schiena, dopo tutto, sono il contrario del sesso.
Autore critica:Alessandra Di Luzio
Fonte critica:Cineforum n. 379
Data critica:

11/1998

Critica 3:
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