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Ogro -

Regia:Gillo Pontecorvo
Vietato:No
Video:Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede - Ricordi Video
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:La memoria del XX secolo
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Giorgio Arlorio, Ugo Pirro, Gillo Pontecorvo, tratto da "Operazione Ogro" di Julien Aguirre
Sceneggiatura:Giorgio Arlorio, Ugo Pirro, Gillo Pontecorvo
Fotografia:Marcello Gatti
Musiche:Ennio Morricone
Montaggio:Mario Mirra
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Nicole Garcia (Carmen), Saverio Marconi (Iken), Angela Molina (Amaiura), Eusebio Poncela (Txabi), Jose' Sacristan (Luke), Gian Maria Volonte' (Ezarra)
Produzione:Vides Sabreaction
Distribuzione:Cineteca Nazionale
Origine:Francia – Italia - Spagna
Anno:1979
Durata:

121’

Trama:

Nei primi mesi del 1973 l'E.T.A. progetta il sequestro dell'ammiraglio Luis Carrero Blanco, "delfino" del caudillo Francisco Franco, in cambio del quale verrà chiesta la liberazione di 150 detenuti politici. Ma quando Franco nomina Blanco presidente del consiglio l'E.T.A. decide che l'ammiraglio deve essere ucciso. Dopo aver scavato un tunnel sotto la strada e dopo averlo riempito di esplosivo lo fanno saltare uccidendo Carrero Blanco.

Critica 1: Il 20 settembre 1973 a seguito di un attentato muore l'ammiraglio Luis Carrero Blanco, capo del governo spagnolo e presunto successore di Francisco Franco. Gli esecutori sono quattro rivoluzionari dell'ETA. Come film d'azione, pur non mancando di momenti intensi, è verboso, fiacco, generico. Come film politico non convince per un'indecisione di fondo rispetto al fenomeno terroristico. Difficile paragonare il terrorismo basco a quello italiano delle Brigate Rosse e dintorni. Nessuno dei personaggi principali vive di vita propria, debolezza che deriva da una forma di insicurezza. Bella fotografia di Marcello Gatti su una Spagna approssimativa. Sceneggiato dal regista con Giorgio Arlorio e Ugo Pirro.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Il protagonista di Operazione Ogro, un ex-prete assetato di assoluto, è l'unico dei quattro partigiani dell'ETA ad avere continuato la lotta armata anche dopo il ritorno della Spagna alla vita democratica. il in urto totale con i suoi compagni, che inutilmente cercano di riavvicinarlo, rammentandogli l'antica fratellanza e la solidarietà che li aveva uniti. Anche la moglie del guerrigliero tenta di indurlo a riaprire il dialogo con gli altri, ma senza successo: è con lei, in un lungo flash-back, che il protagonista rivede la vicenda umana e politica che li aveva portati all'attentato della calle Coello. Sono bambini, già repressi nella loro autonomia linguistica e culturale; sono giovani, nel periodo franchista, e vengono arrestati per scritte sovversive sui muri; sono ormai adulti e votano - nella cellula dell'organizzazione - per decidere se rapire o uccidere il presidente Bianco. La minuziosa preparazione dell'attentato e poi la sua attuazione, pochi giorni prima del natale del '73, costituiscono la parte centrale del film.
Torniamo ai nostri giorni: il protagonista, che non ha voluto cedere le armi perché non crede che l'evoluzione democratica del paese possa realmente cambiare le cose, è mortalmente ferito dai fascisti. Gli amici, i suoi tre antichi compagni, vanno a trovarlo sul letto dí morte. «Adesso mi darete ragione», dice il ferito. Ma gli amici non hanno cambiato idea, e l'uomo non riesce a capire - allora credono veramente nei compromessi, credono che l'uomo possa cambiare; Dio chiede molto, ma in cambio dona la vita eterna: con quale coraggio loro chiedono agli altri di avere la disumana pazienza di aspettare, aspettare ancora? I compagni crollano la testa, l'amico muore tra le loro braccia.
Crollano il capo anche gli autori, evidentemente: il loro messaggio è chiaramente antiestremistico, di condanna della lotta armata - se non in un regime di aperta natura dittatoriale - e perciò di fiducia nella democrazia, di speranza nella gradualità del cambiamento. Forse in questa occasione Pontecorvo non sarà accusato di superficialità nell'analisi-ideologica: la sua posizione è abbastanza chiara. Ma certo siamo molto lontani - nonostante anche qui si parli di una nazionalità oppressa, quella basca - dai canti rivoluzionari della Battaglia e di Queimada.
Si dice che la storia è diversa, che il nemico è cambiato: la fiducia che non si concedeva al paternalismo dei coloni francesi, al progressismo dei neo-colonialisti inglesi, alla socialdemocrazia delle borghesie nazionali del Terzo Mondo, qui lo si concede al riformismo della nuova democrazia spagnola. Ci sono naturalmente molti modi possibili di immaginare la lotta politica in un paese formalmente, se non sostanzialmente, democratico; non resta che sperare che gli autori non si sbaglino, e che il popolo basco non debba continuare ad aspettare troppo a lungo.
Autore critica:M. Ghirelli
Fonte critica:Gillo Pontecorvo, Il Castoro Cinema
Data critica:

1978

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

Progetto editoriale a cura di:; Progetto editoriale a cura di:; Progetto editoriale a cura di:; Progetto editoriale a cura di:; Progetto editoriale a cura di:; Progetto editoriale a cura di: Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet Contenuti a cura di:; Contenuti a cura di:; Contenuti a cura di:; Contenuti a cura di:; Contenuti a cura di:; Contenuti a cura di: Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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