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Proibito rubare -

Regia:Luigi Comencini
Vietato:No
Video:Pantavideo
DVD:
Genere:Commedia
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori
Soggetto:Suso Cecchi D'Amico, Luigi Comencini, Gigi Martello
Sceneggiatura:Aldo Buzzi, Suso Cecchi D'Amico, Luigi Comencini, Armando Curcio
Fotografia:Aldo Tonti
Musiche:Nino Rota
Montaggio:Adriana Novelli
Scenografia:Piero Gherardi
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Adolfo Celi (Don Pietro), Antonio Girelli, Clemente De Michele, Carlo Della Posta, Luigi Fermasti (Duca di Civitella), Ettore G. Mattia,Tina Pica, Giovanni Rinaldi, Mario Russo (Peppinello)
Produzione:Carlo Ponti e Gigi Martello per Lux Film
Distribuzione:Cineteca Nazionale
Origine:Italia
Anno:1949
Durata:

85’

Trama:

Un prete missionario giunge a Napoli, dove deve imbarcarsi per l'Africa. All'uscire dalla stazione viene derubato della valigia. L'inseguimento del ladro lo porta a fare una corsa attraverso i vicoli di Napoli: trova infine la valigia. Ma l'esperienza è stata decisiva non è più il caso di pensare all'Africa. Don Pietro resterà a Napoli e si consacrerà alla redenzione dei ragazzi di strada. Ottenute alcune stanzacce malandate, fonda quello ch'egli chiama la "Città dei ragazzi". Dapprima i ragazzi non vengono; quando vengono, è per evitare le conseguenze di un furto. Le difficoltà materiali sono immense; la cassetta delle offerte è sempre semivuota. Ma un bel giorno Don Pietro vi trova sessantamila lire: finalmente può iniziare la grande opera. Le stanze vengono riattate, i ragazzi, ripuliti e rivestiti, studiano, lavorano, pregano, mangiano e dormono in letti puliti. Le offerte continuano a piovere; ma alla vigilia dell'inaugurazione ufficiale della Città dei ragazzi, Don Pietro apprende che il danaro deriva dalla refurtiva nascosta dai ragazzi, che il migliore dei suoi beneficiati ha venduto man mano per sopperire alle spese. I ragazzi e Don Pietro vengono arrestati. Ma dal male viene il bene: la vicenda richiama sulla Città dei ragazzi l'attenzione di tutti. Il derubato strappa la denuncia: le autorità provvederanno: l'angoscia del loro "Zi' prete" ha toccato il cuore dei ragazzi. E' incominciata la redenzione

Critica 1:Nella Napoli del primo dopoguerra un padre missionario veneto, in procinto d'imbarcarsi per il Kenya, si accorge che è meglio portare il Vangelo tra gli scugnizzi napoletani che tra gli africani, e fonda una piccola Città dei ragazzi. Primo film di L. Comencini, buon esempio di neorealismo minore in rosa. Vivace descrizione di una Napoli alla Marotta, sagace equilibrio tra toni drammatici e sorridente ottimismo, qualche concessione al folclore, un bel crescendo nella seconda parte. Primo ruolo importante per il giovane A. Celi. Scritto dal regista con Suso Cecchi D'Amico esordiente.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini - Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Nel cinema c'è sempre una regola di cui non si riesce a liberarsi: si è sempre schiavi di quello che si è fatto, e i produttori tendono a farlo ripetere. Aveva riscosso grande successo un film americano con Spencer Tracy e Mickey Rooney, La città dei ragazzi, prodotto prima ma distribuito da noi dopo la guerra, e con il mio documentario Bambini in città ero stato individuato come regista che amava i bambini. Mi convoca l'ingegner Gatti della Lux e mi offre di fare una "città dei ragazzi" all'italiana. Naturalmente ho agito poi secondo le mie idee; il film americano era ottimista e positivo, la mia "città" al contrario (era a Napoli) finisce a gambe all'aria. Era la storia di un prete idealista; arrivava a Napoli col suo barbone da missionario per andare oltremare; gli rubano la valigia, penetra nei vicoli e, venuto dal nord, scopre una realtà che non immaginava esistesse. Chiede di restare lì, convinto ormai che è inutile evangelizzare i paesi lontani, e la sua semplice mentalità di contadino veneto si scontra con la sottigliezza degli scugnizzi napoletani. La situazione di Napoli era tragica, quella dei bambini in particolare. Gli scugnizzi fingono di accettare la sua idea di "repubblica dei ragazzi", ma in realtà lo fanno per nascondervi quello che rubano. Il film aveva naturalmente i limiti dell'opera prima. Voleva essere comico-satirico, con momenti patetici.
La lavorazione di quel film fu veramente una tragedia perché Comencini volle e trovò dodici scugnizzi veri. Be', la produzione li alloggiò tutti e dodici dalle Suore di Santa Chiara, tanto per non perderli. Questi, invece, erano abituati a vivere di furtarelli e a dormire sulle grate di una tipografia che da sotto mandava loro un po' di calore. Quindi, messi nei letti regolari, invece di trovarsi comodi fecero l'inferno, urlando a tutto fiato contro le "cape ‘e pezza" - ossia le suore, come le evevano battezzate - e sfasciando tutto. I più delinquenti del gruppo erano i due protagonisti. Difatti, finito il film, vennero arrestati perchè non so cosa avessero combinato. Noi dovevamo ancora fare dei rifacimenti. Allora fummo costretti a prendere un avvocato per farli uscire di galera in fretta e furia. Ma in galera gli avevano rapato a zero i capelli, quindi dovemmo fargli confezionare al gran galoppo delle parrucche. Che però si toglievano di testa ogni due minuti, se le palleggiavano, le lanciavano in aria .. Insomma, del cinema non gliene fregava niente, e neppure del guadagno. Se per ipotesi uno del gruppo sbagliava una battuta o un movimento ed eravamo costretti a ripetere la scena, nasceva subito una zuffa tra loro a base di calci, pugni, graffi e sputi, e ci toccava pure precipitarci a dividerli perché se no si massacravano. L'unico che sopportava tutto con filosofia, come se niente fosse, era Comencini.
Autore critica:Aldo Tonti
Fonte critica:Luigi Comencini, autore popolare, a cura di Tullio Masoni e Paolo Vecchi
Data critica:

1982

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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