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Arizona Dream - Arizona Dream

Regia:Emir Kusturica
Vietato:No
Video:Medusa Video
DVD:
Genere:Drammatico - Grottesco
Tipologia:Disagio giovanile, Diventare grandi
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:David Atkins, Emir Kusturica
Sceneggiatura:David Atkins
Fotografia:Vilko Filac
Musiche:Goran Bregovic
Montaggio:Andrija Zafranovic
Scenografia:Miljen "Kreka" Kljakovic
Costumi:
Effetti:Ken Estes
Interpreti:Johnny Depp (Alex), Jerry Lewis (Leo), Faye Dunaway (Elaine), Lili Taylor (Grace), Paulina Porizkova (Mille), Vincent Gallo (Paul), Tricia Fischer (Lindy), Candyce Mason (Blanche), Michael J. Pollard (Fabian), Alexia Rane (Angie)
Produzione:Claudie Aussard, Yves Marmion per Ugc
Distribuzione:Bim
Origine:Usa
Anno:1993
Durata:

142’

Trama:

Il giovane Axel, dopo la morte dei genitori in un incidente d'auto, ha trovato la pace come impiegato presso il Dipartimento per la caccia e la pesca di New York. Un giorno viene chiamato nella città natale, in Arizona, dallo zio Leo, un uomo esuberante che ha una concessionaria di Cadillac ed una bella e prossima sposa, Millie. Leo vuole che Axel sia suo testimone alle nozze e che diventi suo socio in affari. Axel vorrebbe tornare a New York, fino a quando al negozio non incontra Elaine, una stravagante vedova che ha sparato al marito e vive con la figliastra Grace. Elaine vive in uno stato mentale precario, ed anche Grace è molto inquieta per la forte presenza della matrigna. Axel allora rimane in città e, poco dopo, lui ed Elaine diventano amanti. Elaine sogna di volare ed Alex l'aiuta. Una sera Leo, in preda ad una crisi depressiva, si riempie di pillole. Chiamato da Minnie, Alex accorre ma sull'ambulanza lo zio muore, sognando ancora di arrivare sulla luna con una fila di Cadillac. In occasione del compleanno di Elaine, Grace riesce a conquistare Alex, che è innamorato di lei. Ma la sera, mentre Alex si spiega con Elaine, Grace si allontana sotto la pioggia e si spara un colpo di pistola. Alex non sa più cosa fare. In Alaska, due esquimesi che somigliano a Leo e Paul sono alle prese con uno strano pesce, che, mentre loro parlano, prende il volo.

Critica 1:Dopo Il tempo dei gitani, Emir Kusturica andò negli Stati Uniti con soldi francesi (era il 1992) per girare un film chiamato provvisoriamente Il valzer del pesce freccia. Nel febbraio del '93, col titolo definitivo di Arizona Dream, si presentò al Festival di Berlino dove ottenne l'Orso d'Argento. Ci sono voluti, quindi, cinque anni (per un complicato intrigo di soldi, vincoli e diritti) per far approdare da noi l'unico film del regista di Sarajevo ancora sconosciuto ai più. Un lustro in cui Kusturica ha realizzato il suo capolavoro, Underground, e il prossimo film ("Gatto nero, gatto bianco", forse a Venezia) già definito da Emir «il film della maturità», così come Arizona Dream è «il film della giovinezza». Interpretato da un Johnny Depp in stile Buon compleanno, Mr. Grape, da una Lili Taylor che si affaccia sull'universo indipendente, da un Vincent Gallo "cinefilo" e mattatore, da una Faye Dunaway raramente (in tempi recenti) così in palla e - niente di meno - da Jerry Lewis (uno dei miti di Kusturica), il quarto lavoro dell'enfant-prodige del cinema apolide libero e selvaggio mostra un'America amara attraverso un microcosmo composto di cinque personaggi che si stagliano sullo sfondo mitico e "macro" dell'Arizona. Axel viene riportato da Paul a corte dello zio ricco Leo (gestisce una concessionaria di Cadillac) che sta per sposare una ragazza dell'est molto più giovane di lui (Paulina Porizkova, ai tempi sulla rampa di lancio di Hollywood) e che lo vorrebbe suo erede naturale nel lavoro e nella vita. Ma Alex è più interessato alla matura Elaine (in primis) e alla figliastra Grace (in un secondo momento), mentre Paul, che sogna il cinema, improvvisa memorabili scenette in cui si diverte a rifare De Niro & Pesci in Toro scatenato, Cary Grant in Intrigo intemazionale e Al Pacino & Cazale nel Padrino parte seconda. Una trama che, da sola, suggerisce il tono a metà tra il folle e il fantastico, con spruzzate di slapstick e prologo ed epilogo ambientati in Alaska. Kusturica è consapevole di trovarsi nella Terra Dove Ogni Cosa È Permessa («E tutto lì, in attesa di essere scoperto» dice a un certo punto Depp), ma è altrettanto informato sulle disillusioni.
Autore critica:Aldo Fittante
Fonte criticaFilm TV
Data critica:

10/6/1998

Critica 2:Arizona Dream non è il nuovo film di Emir Kusturica: è un'opera girata nel '92, premiata a Berlino '93 e mai uscita, in Italia per problemi di distribuzione. Ma poiché Kusturica è forse il maggior regista vivente - almeno fra quelli che hanno meno di 50 anni - e questo è il suo unico film americano, va visto assolutamente. Chiuso fra Il tempo dei gitani (gli zingari, il viaggio, l'utopia ancora possibile) e Underground (la guerra, la fine della Jugoslavia, l'utopia ferita a morte), è un film di transizione, un simpatico tentativo di catturare quell'America in cui, allora, Kusturica viveva, a New York. Ma la cosa bizzarra (e forse ovvia, ripensando al film sei anni dopo la sua nascita) è che la parte centrale di Arizona Dream è forse il film più «jugoslavo» che Kusturica abbia mai girato, con quell'utopia (ancora!) così tenera delle macchine volanti che Johnny Depp costruisce insieme alla sua innamorata Faye Dunaway. Macchine volanti artigianali, alla Fellini, che avrebbero ben poco senso in Arizona (dove basta affacciarsi a un canyon per volare) ma che sono il simbolo più felice del Kusturica che ha preso il volo dall'Europa dell'Est. Il film ha una trama buffa. Johnny Depp è un giovanotto lunare che fa il dottore dei pesci. Vincent Gallo è il suo cugino, aspirante attore, cinico e attento al soldo. Jerry Lewis è Leo, lo zio di Johnny Depp, semplicemente «il più grande venditore di Cadillac del mondo», una carica che in America equivale a quella di re. Faye Dunaway è una cliente ricca e mezza, pazza di Leo, che viene concupita da Gallo ma zompa subito addosso a Depp. Lili Taylor è la figlia funerea della Dunaway: aspira al suicidio per reincarnarsi in una tartaruga. Seguendo questi personaggi pazzerelli - che nel suo cineima rimandano soprattutto a Ti ricordi di Dolly Bell?, l'opera prima - Kusturica ci trascina in una sua idea dell'America: paese dei mille popoli, del melting pot (e fin qui, siamo sul realistico), ma soprattutto paese dei sogni, dove il pesce volante che popola la fantasia di Johnny Depp può partire dall'Alaska e finire sull'Arizona, collegando due mondi, due paesaggi diversi nel segno della fantasia. É Jerry Lewis - bravo e tenero nella parte di Leo - la chiave per entrare nell'America secondo Kusturica: un adulto che compare in mutande, mentre si prova un vestito, e che di fatto non è mai cresciuto, ed è assai più fanciullo - nonostante faccia un mestiere come il venditore - di certi giovani precocemente incarogniti. Al tempo stesso, raccontando un mondo onirico in cui gli eschimesi sembrano essere i padri della terra, Kusturica allude forse alla sua Jugoslavia, che mentre lui girava il film in Arizona cominciava a sbranarsi. O forse è la lettura che siamo obbligati a darne noi, oggi, sei anni dopo: con le immagini potentissime di Underground ancora ben fisse nella mente.
Autore critica:Alberto Crespi
Fonte critica:l'Unità
Data critica:

30/5/1998

Critica 3:Emir Kusturica é il migliore sulla scena, almeno fra i registi quarantenni. Non ha spento gli incendi del suo cuore, non teme l'eccesso, non si spaventa delle sfide. Dimostra ciò che é anche in questo film, che é il suo più maledetto e sofferto, eccentrico anello di congiunzione fra il magico Il tempo dei gitani e il sommo capolavoro Underground. Di fronte all'ininterrotta pioggia di filmetti gracili e obliabili che imperversano sugli schermi, Arizona Dream ha almeno il coraggio della generosità e la forza dello stupore. Partito da una sceneggiatura tradizionale - in origine, un action-thriller firmato David Atkins - Kusturica l'ha rivoltata come un guanto e, invece di farsi mangiare dalla Warner alla sua prima (e ultima) trasferta americana, con un colpo di genio ha "balcanizzato" il Sogno, prendendo le distanze e rendendolo nuovamente possibile. Il rlsultato é un viaggio onirico che somiglia a un'eterna corsa verso l'infinito, un film folle e struggente che per strada si gonfia e si dilata, procedendo a zigzag per accumuli e illuminazioni. Ci sono, prima di tutto, le facce che valgono più della storia: quella liftata di Faye Dunaway, quella bella e pura di Johnny Depp, quella imbronciata di Lili Taylor, e, più importante di tutte, quella del vecchio-bambino Jerry Lewis. E poi ci sono il cinema, che vive parallelo al Sogno, fra Altman e Méliés (ma il meglio é Vincent Gallo che mima Cary Grant in Intrigo internazionale) e le Cadillac rosa, gli eschimesi che valgono più degli americani, e gli animali che sono meglio degli uominl. E su tutto, fra una sequenza d'apertura capace di farti levitare sulla poltrona e un finale simmetrico e ridente, c'è l'ldea. Che accanto alla terra, appiattita dalla logica dei vincenti e dal rimpianto delle passioni spente, ce ne sia un'altra, tonda e libera, dove camminano Drugo Lebowski (altra presenza dorata di fine stagione cinematografica) e il Sognatore Americano. E dove anche i pesci (freccia) possono volare.
Autore critica:Stefano Lusardi
Fonte critica:Ciak
Data critica:

1/7/1998

Libro da cui e' stato tratto il film
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