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Belle & Sebastien - Amici per sempre - Belle et Sébastien 3, le dernier chapitre

Regia:Clovis Cornillac
Vietato:No
Video:
DVD:reperibile in dvd
Genere:Drammatico
Tipologia:Amicizia, Diventare grandi, Il mondo degli animali
Eta' consigliata:Scuole elementari; Scuole medie inferiori
Soggetto:dai romanzi di Cécile Aubry
Sceneggiatura:Juliette Sales, Fabien Suarez
Fotografia:Thierry Pouget
Musiche:Armand Amar - Le musiche sono state eseguite da The City of Prague Philharmonic Orchestra and Choir.
Montaggio:Jean-François Elie
Scenografia:Sébastian Birchler
Costumi:Adélaïde Gosselin
Effetti:Guy Monbillard, Alain Carsoux
Interpreti:Félix Bossuet (Sébastien), Tchéky Karyo (César), Clovis Cornillac (Joseph), Thierry Neuvic (Pierre), Margaux Châtelier (Angélina), André Penvern (Urbain), Anne Benoît (Madeleine), Lilou Fogli (Lisa9, Naëlle Thomas (Marie), Octave Bossuet (Hector), Olivier Bouana (maestra)
Produzione:RADAR FILMS, EPITHÈTE FILMS, IN COPRODUZIONE CON GAUMONT, M6 FILMS, RHÔNE-ALPES CINÉMA
Distribuzione:NOTORIOUS PICTURES
Origine:Francia
Anno:2018
Durata:

90'

Trama:

Sebastien è cresciuto, ha 12 anni e con Belle sono ancora inseparabili, anzi la famiglia si è allargata con l'arrivo di tre splendidi cuccioli di cui Sebastien si prende cura con tanta buona volontà. Una sera a casa del nonno ascolta una conversazione tra Pierre, suo padre, ed Angelina, da poco sposi, scoprendo le loro intenzioni di trasferirsi presto in Canada. Sebastien è amareggiato, non vuole lasciare il nonno che invece lo sprona a scoprire il mondo. La situazione si complica con l'arrivo di un presunto proprietario di Belle che vuole portargliela via, ma Sebastien è testardo e farà di tutto per non separarsi dalla sua migliore amica a quattro zampe.

Critica 1:Era il 2013 quando il regista francese Nicolas Vanier, grande appassionato della serie televisiva Belle et Sebastien, scritta e diretta da Cécile Aubry, decise, sebbene intimidito, di avventurarsi nel difficile terreno del più grande successo televisivo francese facendone un film per il cinema. Ne uscì alla grande ambientando la storia all’epoca della seconda guerra mondiale e rendendo protagonista assoluta del film la montagna con i suoi paesaggi impervi.
Dopo due anni la storia dell’amicizia tra l’orfanello e il suo enorme cane bianco cambiava regia. L’avventura continuava con Christian Dugay che si allontanava ulteriormente dal materiale originale perdendo però la sincerità delle intenzioni. Ora arriva nelle sale italiane Belle & Sebastien – Amici per sempre, il terzo capitolo della trilogia che ha già sorpassato al box office in Francia gli straordinari risultati del primo.
A dirigerlo è un altro francese: Clovis Cornillac, al suo secondo lungometraggio dopo Un po’ tanto, ciecamente, conosciuto soprattutto come attore per la sua interpretazione di Asterix in Asterix alle Olimpiadi. Qui nella doppia veste di regista e interprete del film: è infatti lui a dare il volto al cattivo della storia, una sorta di Crudelia De Mon versione maschile.
Siamo nel 1948, la guerra è finita e Sebastien è cresciuto (ora ha dodici anni). Lui e Belle sono sempre inseparabili e la famiglia si è allargata con l’arrivo di tre splendidi cuccioli. Lì sui paesaggi innevati delle Alpi francesi tutto andrebbe per il meglio se non fosse che Sebastien una sera scopre che suo padre e Angelina, di lì a poco sposi, vogliono trasferirsi in Canada e lui non ha assolutamente intenzione di lasciare il suo amato nonno.
La situazione si complica ulteriormente quando arriva il presunto proprietario di Belle che vuole portargliela via. Lontani dalla guerra e dai meravigliosi paesaggi che solo il primo film ci aveva saputo regalare, questo Belle e Sebastien è più vicino a una fiaba per le tematiche messe in campo. La storia del cattivo che vuole riprendersi Belle e i suoi cuccioli non può non ricordare quella de La Carica dei 101 con Crudelia De Mon che rapisce i piccoli dalmata per farsi una pelliccia. E la scena durante una bufera di neve con la madre morta che appare in sogno a Sebastien richiama alla memoria la Piccola Fiammiferaia e la nonna che le si rivela nel mezzo del gelo. (…)
Autore critica:Giulia Lucchini
Fonte criticacinematografo.it
Data critica:

21/2/2018

Critica 2:Già dal suo incipit, ci sembra che questo ultimo capitolo della fortunata saga di Belle & Sebastien, iniziata nel 2013, tenendo sempre fermo il punto di partenza dei racconti – e della celebre serie televisiva francese – firmati dall’autrice Cécile Aubry, si ponga nel segno della continuità (almeno narrativamente parlando), riavvolgendo il nastro della storia al momento della nascita, in mezzo alla bufera di neve, del piccolo Sebastien (ancora Félix Bossuet): figlio della gitana defunta Lisa, che vedremo qui per la prima volta; salvato poi, e cresciuto, dal “brontolone delle montagne” César (Tchéky Karyo); infine, abbandonato (ma senza colpa) da Pierre Marceau (Thierry Neuvic), della cui filiazione diretta restava, almeno fino al secondo episodio, solo un medaglione con il suo nome inciso sopra, che il piccolo neonato afferrò dal collo della madre subito dopo il parto. Ma lo si sa bene: delle saghe, in specie quelle con l’impronta da “romanzo di formazione”, lo spettatore apprezza proprio la possibilità di ritrovare elementi familiari, più o meno trasformati, ai quali è rimasto affezionato dagli appuntamenti precedenti, e questo sembrerebbe il caso esemplare. Lo spettatore potrà, dunque, rincontrare un Sebastien adesso dodicenne – la storia è ambientata nel 1948, quando la guerra è terminata –, sempre restio a scuola e a costrizioni sociali e molto più propenso a trascorrere le sue giornate tra montagne immense e cani di razza patou; c’è sempre la simpatica e coraggiosa Belle, ma adesso in versione moltiplicata; così come ritroveremo ancora tutti i vecchi volti protagonisti, anche se l’ombra del cambiamento non si farà aspettare, apparendo subito minacciosa per il ragazzo e la quotidianità selvaggia alla quale oramai si è abituato dalla nascita. Eppure, stavolta César, il più anziano e meno istruito del gruppo, si farà testimone e garante del passaggio del nipote all’età adulta, il quale finirà per corrispondere, come da norma di natura, all’apertura al mondo: «È nell’ordine delle cose… Anche tu un giorno te ne andrai» (César). (…)
Tutto sommato, questo terzo e ultimo lavoro della saga, risulta equilibrato e intelligente alla pari per intenzioni e scelte registiche: Cornillac investe volutamente l’intera vicenda di un tono thriller misto a reminiscenze risalenti all’immaginario da fiaba Disney (La carica dei 101, così come il film di Stephen Herek, affiorano subito alla mente), entrambe le cose letteralmente inghiottite da Cornillac stesso, che nel film impersona “il cattivo” (un cattivo davvero cattivo), che cercherà di impossessarsi dei cani con il sostegno stesso di una legge ingiusta (e pur tuttavia, «la legge è la legge!»). Cinema-BelleEtSebastien3-Cornillac-Janv18Il pericolo, dunque, non proverrà più (solamente) dalla montagna – o dai nazisti “buoni” del primo film –, bensì dalla legge consolidata dagli uomini, contro la quale Sebastien dovrà combattere a spada tratta per rivendicare libertà e valori, per salvare i suoi cuccioli e salvare infine anche se stesso, in un’impresa che ha veramente poco di infantile, ma che stavolta si misura con barriere e pericoli davvero paurosi (le trovate migliori sono, a questo punto, il trattore cingolato di Joseph, vera e propria macchina di morte, nonché residuo nazista dei tempi di guerra, ma soprattutto la sequenza ambientata all’interno del cimitero notturno).
Cornillac riesce comunque a stemperare un clima d’angoscia che avrebbe potuto rischiare l’eccesso, e lo fa grazie all’aggiunta di numerosi momenti di comicità leggera, legati soprattutto al personaggio di César che, messo in coppia (scalmanata) con il sindaco, incontrerà alla fine dell’avventura una nuova compagna di vita. Sebastien, a questo punto, è cresciuto ed è pronto per spiccare il volo con la sua Belle, in direzione Canada, in una suggestiva soluzione finale (la partenza in aereo) che sancisca un nuovo inizio, accompagnato come sempre dalle splendide musiche di Amar. (…)
Autore critica:Martina Puliatti
Fonte critica:sentieriselvaggi.it
Data critica:

21/2/2018

Critica 3:
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Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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