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Tomboy -

Regia:Céline Sciamma
Vietato:No
Video:
DVD:Cecchi Gori
Genere:Commedia
Tipologia:Amore giovanile, Diventare grandi
Eta' consigliata:Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori
Soggetto:
Sceneggiatura:Céline Sciamma
Fotografia:Crystel Fournier
Musiche:Para One
Montaggio:Julien Lacheray
Scenografia:Thomas Grézaud
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Zoé Héran (Laure/Mikaël), Malonn Lévana (Jeanne), Jeanne Disson (Lisa), Sophie Cattani (madre di Laura), Mathieu Demy (padre di Laura), Ryan Boubekri (Ryan), Yohan Véro (Vince), Noah Véro (Noah), Cheyenne Lainé (Cheyenne)
Produzione:Hold Up Films & Productions in co-produzione con Arte France Cinéma- Lilies Films
Distribuzione:Teodora Film
Origine:Francia
Anno:2011
Durata:

82'

Trama:

Laure, una ragazzina di circa dieci anni dall'aspetto mascolino, si è recentemente trasferita in un nuovo quartiere con i suoi genitori e la sorellina, Jeanne. E' estate e nonostante gli altri ragazzi si divertano a giocare all'aperto, Laure ha difficoltà a integrarsi con loro. Ma un giorno incontra Lisa, una ragazzina che ha esattamente la sua stessa età. Laure le fa credere di essere un maschio facendosi chiamare Mikael. Questa trasformazione le fa conquistare non solo l'amicizia di Lisa, ma anche degli altri ragazzi. Col passare del tempo, il rapporto con Lisa diventa sempre più stretto, rivelando anche qualche ambiguità.

Critica 1:Dimostrazione esemplare che 'piccolo film' non vuol dire sempre 'film piccolo'. Céline Sciamma ha realizzato Tomboy (come dire 'ragazzo mancato') con un minimo di mezzi: una telecamera Canon 5D, troupe ridotta all'osso, venti giorni di lavorazione, cinquanta scene in due-tre ambienti. Eppure il suo piccolo film, una parabola intelligente e affettuosa sui labili confini dell'identità sessuale, riesce ad appassionarti come si trattasse di un 'suspenser'. (...) Intessuta di eventi quotidiani, una storia pudica quanto coinvolgente, diretta da una regista poco più che trentenne ma che la sa già lunga sugli sguardi.
Autore critica:Roberto Nepoti
Fonte criticaLa Repubblica
Data critica:

7/10/2011

Critica 2:Non conosciamo il suo film d'esordio Naissance des Pieuvres, ma quest' opera seconda, Tomboy, fa di Céline Sciamma una naturale erede del cinema fenomenologico della Nouvelle-Vague, con i personaggi colti nel loro manifestarsi, raccontati attraverso il loro agire. (...) Sciamma nulla spiega, e ci immerge invece nel cuore di un contraddittorio universo infantile dove fra incosciente spensieratezza e inquiete pulsioni la sessualità assume confini ambigui. Un mondo restituito nella sua intatta freschezza senza interpretazioni o psicologismi. Tutto si consuma in una breve luminosa estate, concludendosi attraverso il piccolo trauma di uno smascheramento che forse non lascerà traccia o forse sì, come un primo bacio o una prima vampata di vergogna.
Autore critica:Alessandra Levantesi Kezich
Fonte critica:La Stampa
Data critica:

7/10/2011

Critica 3:Sarà un caso, sarà solo un'impressione, ma il cinema di oggi registra una crescita esponenziale di talenti femminili. E' una sensazione, non un dato statistico. Però film come il notevole 'Tomboy' (cioè 'Maschiaccio'), della 33enne francese Céline Sciamma, 250.000 spettatori in Francia, fanno pensare che dopo un secolo di strapotere maschile la settima arte abbia individuato un vasto terreno inesplorato. (...) Mentre in platea tratteniamo il fiato, la macchina da presa di Céline Sciamma accarezza con pari discrezione e intensità il corpo androgino e i pensieri segreti di Laure/Michael. Concentrando in dettagli quasi impercettibili tempeste di emozioni e conflitti invisibili ma violentissimi. Con una disinvoltura, una leggerezza, un'esattezza sentimentale che attraverso il prisma dell'infanzia disegnano con precisione rara il campo di battaglia dell'identità, anche adulta. Segno di un talento fuori dal comune, a cui forse non è estranea la storia personale della regista, nipote di 'italiani d'Egitto', parole sue, cioè ebrei d'Alessandria, costretti a riparare a Parigi «dove diventarono francesi e cattolici». Una minoranza nella minoranza, insomma. E in fatto di sensibilità minoritaria, le donne spesso hanno una marcia in più.
Autore critica:Fabio Ferzetti
Fonte critica:Il Messaggero
Data critica:

7/10/2011

Libro da cui e' stato tratto il film
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