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Ultimo bacio (L') -

Regia:Gabriele Muccino
Vietato:No
Video:Medusa Video
DVD:Panorama, Medusa
Genere:Commedia
Tipologia:Disagio giovanile
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Gabriele Muccino
Sceneggiatura:Gabriele Muccino
Fotografia:Marcello Montarsi
Musiche:Paolo Buonvino
Montaggio:Claudio Di Mauro
Scenografia:Eugenia F. Di Napoli
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Stefano Accorsi, Giovanna Mezzogiorno, Stefania Sandrelli, Sabrina Impacciatore, Pierfrancesco Favino, Regina Orioli
Produzione:Fandango
Distribuzione:Medusa
Origine:Italia
Anno:2000
Durata:

115'

Trama:

Carlo, vicino ai trenta anni e con un buon lavoro, vive con Giulia. Lei annuncia ai loro genitori di essere incinta. Anna, madre di Giulia, è nella fase critica in cui arriva la paura di invecchiare: il rapporto col marito Emilio non la soddisfa, vorrebbe nuove emozioni ma non trova la necessaria decisione. Carlo frequenta spesso gli amici coetanei. Ora si festeggia l'addio al celibato di Marco. Il clima sembra allegro, ma in realtà Adriano, Alberto e Paolo non sono felici: Adriano, marito e padre, litiga troppo di frequente con la moglie; Alberto non riesce a creare un legame stabile; Paolo cerca di trattenere Arianna chiamandola a tutte le ore e non riuscendo così ad occuparsi del padre molto malato. Accanto a loro, anche Carlo non riesce a trattenere qualche accenno di insoddisfazione. Al matrimonio di Marco, Carlo conosce Francesca, 18 anni, studentessa. Mentre Anna trova il coraggio per lasciare Emilio e andare a vivere da un'amica, Carlo e Francesca si rivedono, e lei lo invita ad una festa dei compagni di scuola. Per andarci, Carlo mente a Giulia ma la bugia viene subito scoperta: muore infatti il padre di Paolo, Giulia va da lui e qui incontra anche Adriano che doveva essere con Carlo. Quando si rivedono, Giulia assale con veemenza Carlo e gli dice di voler troncare la relazione. Sentendosi disperato, Carlo riesce prima a respingere Francesca, che gridava di essere innamorata di lui, e poi a riequilibrare con fatica la situazione andando a casa dei genitori di Giulia. Qualche anno dopo. Mentre Alberto, Paolo e Adriano, sono partiti per l'Africa nel tentativo di cambiare vita, Carlo e Giulia sono ormai sposati e hanno una bellissima bambina, Sveva. Ecco Giulia intenta a fare footing. Un ragazzo le si avvicina per accompagnarla nella corsa.

Critica 1:Muccino dice che il film tratta di persone che hanno paura di crescere, a noi invece sembra che il film sia molto bello perchè sembra saperla lunga sul contrario: crescere non serve proprio a nulla. Nulla può impedirti di ferire più profondamente proprio le persone cui vuoi più bene, di godere delle attenzioni d una ragazzina perchè ti fa sentire vivo, di sentirti ridicolo, inerme, vile, ingiusto, incompreso, soffocato, sprecato, spento, stanco e invecchiato.
Autore critica:Mario Sesti
Fonte criticaKataweb Cinema
Data critica:



Critica 2:Quanto dista la felicità dall'uomo? In tre film, Gabriele Muccino sembra sempre più convinto che i due termini siano destinati a rincorrersi, a sfiorarsi, mai a incontrarsi. E quando capita, c'è solo un disperato aggrapparvisi dell'eventuale fortunato, che ne denuncia così tutta l'instabilità. Commedia drammatica della precarietà dei sentimenti, L'ultimo bacio mette una generazione di trentenni a confronto con la prima bruciante verifica esistenziale dei doveri e dei piaceri: inseguire i propri desideri di giovinezza prolungata (nuovi amori, il viaggio-fuga) o accettare le nuove responsabilità adulte (il matrimonio, la paternità, il lavoro non gratificante)? Alla fine c'è solo la constatazione del "né con te, né senza di te" che incombe e smorza qualsiasi ipotesi di rapporto d'amore totalizzante. Di controcanto, Muccino ha l'astuzia poi di presentare una cinquantenne improvvisamente conscia del "poco tempo che resta" e tragicomicamente dilaniata dalla crisi matrimoniale (e in questa parte del film si deve sottolineare l'assoluto stato di grazia della recitazione della moglie Stefania Sandrelli, del marito Luigi Diberti e di Sergio Castellitto in un ammirevole cameo di ex amante). In questa giostra sentimentale, quasi francese nella struttura e molto italiana nella corposità, Muccino dimostra innanzitutto una raggiunta maturità di narratore e organizzatore della scena. Consapevole delle tecniche adatte ad esaltare la storia, gira con estrema concretezza (anche se qualcuno ha avanzato non ingiustificati sospetti di calcolata furbizia e la finale strizzatina d'occhio li autorizza) e fluidità (la scena del matrimonio é un saggio di perizia). Fotografia, montaggio e musiche concorrono a dare piccoli tocchi di sgradevolezza addosso a un cast che invece brilla per spontaneità, aderenza e simpatia. Gli attori, coetanei al ruoli, sembrano vivere le parti, più che recitarle (vale per Accorsi e la Mezzogiorno, come per tutti gli altri). Questa sensazione di semplicità, tutt'altro che facile da raggiungere, é un altro dei meriti di quella che va considerata come la sorpresa italiana della stagione, come Pane e tulipani lo é stato nella scorsa.
Autore critica:Massimo Lastrucci
Fonte critica:Ciak
Data critica:

1/3/2001

Critica 3:Nostalgia del futuro. Ne L’ultimo bacio, suo terzo film, commedia corale ben fatta intelligente e divertente, Gabriele Muccino racconta nelle due generazioni dei trentenni e dei cinquantenni la voglia di scappare, il sentimento della vita che sfugge, che se ne va, che scivola nella ripetizione e nei doveri dell’età adulta o della vecchiaia senza nuove occasioni né aperture né speranze. Personaggi giovani che hanno appena iniziato un’esistenza con famiglia e matrimonio, personaggi non più giovani che non vogliono rinunciare ad esistere. Le loro storie s’intrecciano con gran ritmo nel montaggio vibrante di Claudio Di Mauro, in uno stile brillante, energico, maturo: quasi che il regista avesse voluto fare il film anche per dimostrare la propria capacità di governare una vasta troupe di bravi attori, di dirigere una storia corale di sentimenti, di scrivere dialoghi realistici. «Me ne vado perché non ti amo più»; «Non abbiamo più vent’anni ma per fortuna non ne abbiamo ancora quaranta»; «La vita è bella che andata»; «Voglio lasciarti perché non siamo più felici insieme»; «Non c’è più la passione di una volta, ma pare che sia normale». Tradimenti, rimpianti, esasperazioni, rivolte contro un destino spietatamente predeterminato, innamoramenti, chi si prende, chi si lascia, chi parte, chi rinuncia: il film girato a due velocità (rapido e nervoso quando racconta i giovani, piano e dolente quando racconta i non più giovani) esprime bene il rifiuto così contemporaneo (velleitario) di crescere, di accettare responsabilità, di adattarsi al percorso consueto della vita. La parte riguardante i trentenni è bella. La parte riguardante i cinquantenni esemplificati da Stefania Sandrelli è molto meno bella: antiquata, (forse nei drammi di Ibsen le mogli in rivolta erano così), con troppi luoghi comuni e situazioni prevedibili. Anche psicologicamente sbagliata, giacché la sofferenza delle donne anziane non nasce dallo smarrimento della bellezza (di questo non si convincono mai, si sentono sempre identiche a quelle che erano un tempo) né dall’indifferenza coniugale, ma dalla perdita del potere di seduzione sessuale, amoroso. Stefania Sandrelli e Giovanna Mezzogiorno andavano forse meglio controllate: ma L’ultimo bacio è sicuramente una riuscita, una promessa mantenuta.
Autore critica:Lietta Tornabuoni
Fonte critica:La Stampa
Data critica:

31/1/2001

Libro da cui e' stato tratto il film
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