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Chocolat - Chocolat

Regia:Lasse Hallstrom
Vietato:No
Video:Cecchi Gori
DVD:
Genere:Commedia
Tipologia:Spazio critico
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Robert Nelson Jacobs (dall’omonimo romanzo di Joanne Harris)
Sceneggiatura:Robert Nelson Jacobs (dall’omonimo romanzo di Joanne Harris)
Fotografia:Roger Pratt
Musiche:Rachel Portman
Montaggio:Andrew Mondshein
Scenografia:David Gropman
Costumi:Renee Ehrlich Kalfus
Effetti:
Interpreti:Juliette Binoche (Vianne), Judi Dench (Armande Voizin), Alfred Molina (Conte de Reinaud), Lena Olin (Josephine Muscat), Johnny Depp (Roux), Carrie-Ann Moss (Caroline Clairmont), Victoire Thivisol (Anouk), Aurelien Parent Koenig (Luc Clairmont), Peter Stormare (Serge Muscat), Leslie Caron (Madame Audel)
Produzione:Miramax
Distribuzione:Cineteca Lucana
Origine:Gran Bretagna - Usa
Anno:2000
Durata:

121’

Trama:

Un giorno, nel minuscolo villaggio francese di Lansquenet, arrivano la giovane Vianne con sua figlia Anouk. Madre e figlia, appena arrivate, aprono un negozio di cioccolata che, con la sua vetrina scintillante e ben fornita, risveglia gli appetiti nascosti o repressi della sparuta comunità. In breve Vianne si costruisce una solida reputazione ma... anche un nemico: il conte di Reynaud, convinto che la cioccolata alla lunga causerà la rovina della città e del codice morale che la governa. Alla lunga il dualismo sfocia in confronto aperto fra due fazioni: favorevoli e contrari al negozio. Fra la schiera di sostenitori di Vianne anche il giovane e misterioso Roux, che vive su una barca lungo il fiume. Roux è in grado a sua volta di risvegliare il desiderio più sopito della giovane: quello di essere amata da qualcuno.

Critica 1:Chocolat, tratto dal best seller di Joanne Harris, fa parte di un nuovo, utile e amato filone sulla tolleranza, sull’accettazione, sulla difficoltà dei diversi. In questo caso è la bella e magica Juliette Binoche, che, come in «Cappuccetto rosso», arriva con la sua bambina in un paesotto francese cattolico anni Cinquanta su uno scenario da operetta, e apre la cioccolateria. Con opportune ricette essa scandalizza i perbenisti, risveglia desideri sopiti, sistema affetti in crisi, opponendosi al sindaco integralista e integerrimo. Metafora al cacao amaro che si addolcisce al nostro sguardo, perché Lasse Hallström ama il coraggio dei singoli e tira fuori il jolly, lo zingaro nomade e felice Johnny Depp, dopo la fine del primo tempo per dare alla dolce protagonista un’occasione di personale lieto fine dopo che la strategia della tensione locale è arrivata al massimo pericolo. Sentimentale, maieutico ma non retorico, curioso nella trovata della cioccolata che risale alle papille dei Maya come strumento di felicità, il film con cinque nomination all’Oscar (in America piace anche perché la cioccolata è un peccato dietetico mortale) è una divertente extravaganza che rasenta la poesia. Nel coro, un po’ manicheo, Alfred Molina, il sindaco di un solo ordine e una sola morale, Judy Dench, straordinaria nonna che ritrova il nipote, la mal maritata Lena Olin e il combattuto prevosto. Diciamolo non più con le rose, ma con un cioccolatino, non a caso da tempo incartato in messaggi amorosi tra i più kitch, ma forse anche dotato di un po’ di stregoneria che rasenta la sensualità e fa far pace al mondo.
Autore critica:Maurizio Porro
Fonte criticaCorriere della Sera
Data critica:

24/2/01

Critica 2:Magia o semplice psicanalisi? Il sottile equilibrio che lega questi due fenomeni è il tema portante dell'ultimo film di Lasse Hallstorm (Le Regole della Casa del Sidro). Vianne Rocher (Juliette Binoche) è una "donna in viaggio" che, accompagnata dalla piccola Anouk, sua figlia illegittima, arriva in un piccolo paesino della Francia anni '60 (ma sarebbe potuto essere qualunque altro tempo e qualunque altro luogo) bigotto e perbenista. Con l'apertura della sua cioccolateria un vento di cambiamento comincia a soffiare in città, risvegliando le emozioni non solo dei cittadini, ma anche degli spettatori. Vianne riesce a cogliere i desideri delle persone e ad indirizzarle sul sentiero che hanno smarrito, senza forzarle, ma accompagnandole. Se questa è magia, allora è una strega; ma forse è più semplicemente la capacità di saper ascoltare e capire chi ci circonda.
La commedia non si limita a raccontare una storia, anzi più storie, di vita o d'amore, ma si avventura in un viaggio nell'anima dei personaggi. L'immobilità che caratterizza il genere umano refrattario ai cambiamenti improvvisi o alle realtà che potrebbero mettere in discussione gli assunti di tutta una vita. Tutto questo è incarnato nella figura del sindaco, il Conte di Reynaud (Molina), che si batterà strenuamente per allontanare l'improvvisa "perturbazione" che mette a repentaglio la tranquillità dei suoi compaesani; in realtà vuole allontanare anche la realtà dei fatti che lo costringerebbe ad ammettere che la sua vita è un fallimento. Vianne cambierà la cittadina, grazie anche all'aiuto di Roux (Depp), un girovago, ma soprattutto la città cambierà Vianne raggiungendo così la giusta armonia.
Coraggiosa la scelta del regista di modificare la stesura originale del romanzo che identificava nel parroco l'antagonista di Vianne. Questo avrebbe limitato, forse, il confronto entro confini più ristretti tra chiesa ed innovazione, così ha invece dato una maggiore universalità al suo messaggio.
Fantastica l'interpretazione di Judie Dench, Armande, che partendo da un personaggio di contorno, tratteggia una figura a tutto tondo che spesso domina la scena. Armande oltre ad essere l'affittuaria di Vianne, è forse l'unica persona nel villaggio che ha ancora voglia di vivere ed è disposta a rischiare tutto per non perderla. Di fatto non è altro che la stessa Vianne con una quarantina d'anni in più.
E la cioccolata? La cioccolata è una metafora. Il potere liberatorio del piacere e dell'appagamento; lasciatevi andare, e la vità sarà certamente più bella. Se il film non brilla per la fotografia, c'è da dire che le scene in cui assistiamo alla preparazione dei dolci, magnificamente scandite dalla colonna sonora, risultano indimenticabili (almeno per i golosi).
Autore critica:Valerio Salvi
Fonte critica:www.filmfilm.it
Data critica:



Critica 3:
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Libro da cui e' stato tratto il film
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