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Ville est tranquille (La) - Ville est tranquille (La)

Regia:Robert Guédiguian
Vietato:18
Video:Club Video Luce
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Disagio giovanile, Il lavoro
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Robert Guédiguian, Jean-Louis Milesi
Sceneggiatura:Robert Guédiguian
Fotografia:Bernard Cavalie
Musiche:Jaques Menichetti
Montaggio:Bernard Sasia
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Ariane Ascaride, Gerard Meylan, Jean-Pierre Darroussin, Alexandre Gogou
Produzione:Gilles Sandoz - Agat Films & Cie
Distribuzione:Istituto Luce
Origine:Francia
Anno:1999
Durata:

154'

Trama:

A Marsiglia oggi. Staccatosi da un corteo di lavoratori in sciopero e deciso a mettersi in proprio, Paul compra un taxi e la licenza facendo un costosissimo mutuo. Gli basta tuttavia per tenere tranquilli gli anziani genitori e fermarsi lungo la strada per far salire le prostitute. In una zona popolare Michèle, che fa il turno di notte al mercato del pesce, deve mandare avanti la famiglia: il marito Claude, disoccupato, frequenta un movimento di estrema destra che osteggia l'immigrazione; la figlia Fiona è tossicodipendente, si procura le dosi prostituendosi anche a casa, e ignorando la neonata che le sta a fianco. Per procurare alla figlia la droga necessaria, Michèle va da Gérard, che gestisce un bar ma in realtà ha altri compiti. Un giorno per strada Paul aiuta Michèle rimasta appiedata. I due si vedono in seguito, lei è disposta a prostituirsi per avere i soldi necessari, lui prima dice di essere disposto a regalarglieli poi accetta il rapporto. Ma anche i debiti di Paul sono in aumento, e alla fine i genitori vengono a sapere la verità. Di notte Abderramane, giovane di colore impegnato a favore della propria gente, viene colpito da un proiettile lanciato da un gruppo di xenofobi tra cui c'è anche Claude. Non passa molto tempo e Michèle, ormai esausta e non più in grado di mettere rimedi alla situazione, decide di eliminare la figlia con un'overdose. Intanto Gérard, killer su commissione, si apposta su un terrazzo ed uccide da lontano il leader dell'estrema destra. Il giorno dopo, la polizia è in casa di Michèle, e Paul è lì con la neonata in braccio. Uscito di casa, Gérard viene preso a male parole da un giovane passante. Estrae la pistola, gliela punta al viso, sta per sparare, ma poi ha un attimo di esitazione. Rivolta l'arma verso sé stesso e fa partire il colpo.

Critica 1:Probabilmente Guédiguian è l'ultimo cantore degli umiliati e degli offesi; un Loach meno consolatorio, ma altrettanto solidale con chi si barcamena tra la penuria materiale, la crisi delle utopie, l'onda montante di una destra cinica, razzista e indifferente che ha infettato l'antico proletariato. Il film, duro e bello, rifiuta le illusioni senza invitare mai alla disperazione.
Autore critica:Roberto Nepoti
Fonte criticala Repubblica
Data critica:

1/9/2000

Critica 2:Ultima dispensa di aggiornamento della piccola enciclopedia Guediguian della sopravvivenza suburbana, La ville est tranquille è un realistico ed amaro reportage su piccole e dimenticate vite di periferia con i ritmi scanditi da imperdibili eventi televisivi, acquisti settimanali al mercato del pesce, eleganti cocktails per concordare affari ed intrallazzi. E’ un crocevia di storie: da Michelle, pescivendola che tenta di salvare disperatamente la figlia dalla droga, a Paul che convince gli scaricatori di porto a diventare tassisti, da Abdermane che vorrebbe rendersi utile, fino all’enigmatico Gerard. Pessimismo marsigliese, che sovrappone fino a confonderli tradimenti amorosi e travolgenti passioni, menzogne di sopravvivenza, contrapponendo case di lusso e monolocali umidi, nuovi ricchi e disoccupati eterni ripresi con la dignità ed il pudore di chi osserva con attenzione, senza mai guardare da un’altra parte, tutte le debolezze e le delusioni.
E’ un piccolo mondo di relazioni instabili, sacrificate e compresse dalla paura della solitudine e dell’abbandono amoroso, che si ritrovano e si annullano nella dimensione insonorizzata e luccicante dei centri commerciali per smettere di pensare. Eroina ed incomunicabilità diventano così comuni denominatori per sedare sonni agitati d’esistenze senza punti cardinali, raccontati con l’immediatezza di primi piani come a voler catturare l’essenzialità del dolore e della sofferenza; identità perdute e sacrifici d’amore in un mosaico dai colori multietnici per un cinema dallo stile quasi documentarista che focalizza rifiuti ed umiliazioni e dimentica i sogni consolatori di Marius et Jeannette e In fondo al cuore, ma si smarrisce un po’ nel delineare le psicologie dei personaggi filmando la fatica di chi non ce la fa, l’incapacità di essere genitori e figli, tra passato e presente drammaticamente omogenei con sterili rapporti borghesi e richieste d’aiuto.
E’ un Guediguian duro, che preferisce raccontare storie in parallelo ed avvenimenti in apparente disordine che s’incrociano, ma con la sensibilità di un cronista disilluso di fallimenti invisibili, accompagnando lo spettatore in quartieri dormitorio tra spacciatori, ex operai divenuti proprietari di taxi che cantano a squarciagola in tutte le lingue l’“Internazionale”, per allontanare la disperazione di chi ha smarrito le radici politiche e sociali in una città fotografata dall’alto nella sua alterata perfezione e dal basso nella straniante e drammatica imperscrutabilità. Non c’è redenzione nel “romanzo municipale” dell’autore, che sceglie un linguaggio semplice e diretto, senza mediazioni, intrecciando e frantumando i nuclei narrativi con l’aiuto dei suoi attori feticcio mettendo in primo piano il personaggio della Mater dolorosa. Forse non potrebbe esistere Guediguian senza Marsiglia, ma il suo resta un cinema utile, mai didattico ma intrinsecamente contraddittorio nel riprodurre chi ancora lavora con i calli alle mani, viaggia soltanto sui mezzi pubblici e sogna, senza speranza, una serenità idealizzata, restando sopraffatto dal disordine e dallo scetticismo della ragione.
Autore critica:Domenico Barone
Fonte critica:Cinema,Supereva.it
Data critica:



Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

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