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Vado a scuola - Sur le chemin de l'école

Regia:Pascal Plisson
Vietato:No
Video:No
DVD:No
Genere:Documentario
Tipologia:Diritti dei minori, Il mondo della scuola - Bambini
Eta' consigliata:Scuole elementari; Scuole medie inferiori
Soggetto:
Sceneggiatura:Marie-Claire Javoy, Pascal Plisson
Fotografia:Simon Watel
Musiche:Simon Watel
Montaggio:Sarah Anderson, Sylvie Lager
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Jackson Saikong, Samuel J. Esther, Zahira Badi, Carlito Janez
Produzione:Barthelemy Fougea per Winds, Ymagis, Herodiade con la Partecipazione di Ocs e France 5
Distribuzione:Academy Two
Origine:Francia
Anno:2013
Durata:

75'

Trama:

Quattro bambini che vivono in luoghi differenti - le savane del Kenya, i sentieri delle montagne dell'Atlante in Marocco, l'India del Sud e gli altipiani della Patagonia -, condividono lo stesso desiderio di imparare convinti che solo grazie all'istruzione potranno migliorare le loro vite. Per questo, ogni giorno, tutti loro affrontano un pericoloso viaggio, ma pieno di scoperte, per raggiungere le rispettive scuole.

Critica 1:Sono due gli elementi che fanno l'interesse di Vado a scuola di Pascal Plisson: da una parte il rapporto tra documentario e finzione che sta alla base della messa in scena (…) e dall'altra, ovviamente, il suo argomento, il diritto all'istruzione che i quattro protagonisti del film inseguono con tanta determinazione. (...) Quattro storie costruite intorno alla determinazione di questi ragazzi, intimamente convinti dell'importanza dell'istruzione (anche grazie a delle famiglie che non li ostacolano) e che pur di ottenerla sono disposti ad affrontare pericoli che spaventerebbero moltissimi loro coetanei. Queste storie Plisson (che ha alle spalle moltissimi documentari) le filma con un coinvolgimento dichiarato. La tecnica è quella del documentario, anche se è evidente che alcune scene sono «recitate» o «preparate» per l'occasione, come la fuga precipitosa di Jackson e della sorellina davanti alla minaccia di un elefante imbizzarrito o l'episodio dell'autostop di Zahira e delle sue amiche o ancora quello della gomma che si stacca dalla sedia a rotelle di Samuel. Ma sono episodi che non stonano con il resto del film, sospeso tra la realtà dei fatti raccontati e un approccio invece più emotivo, più coinvolgente, che vuole usare le tecniche della finzione per aumentare la forza del racconto. Piccoli espedienti che non inficiano la potenza del film, anche per merito dei piccoli protagonisti che ogni tanto sanno bucare lo schermo con un sorriso o uno sguardo che nessuna regia saprebbe «ricreare» e che regalano allo spettatore l'emozione e la verità di un mondo per cui vale ancora la pena di lottare.
Autore critica:Paolo Mereghetti
Fonte criticaIl Corriere della Sera
Data critica:

25/9/2013

Critica 2:Ancora il 'vissuto'. Ce lo esprime un documentarista francese, Pascal Plisson, che da anni gira il mondo per sorprendere il reale soprattutto nell'istante in cui si verifica e consegnarlo poi al cinema lasciando che le immagini parlino da sole. Come in questo Vado a scuola che ha avuto un successo pieno, pochi mesi or sono, al Festival di Locarno in Piazza Grande. Quattro storie vere. Interpretate dai loro stessi protagonisti, alternate, nella rappresentazione, fra di loro, ma senza che i rispettivi personaggi si incontrino, anche perché ciascuno vive lontanissimo dall'altro, tutti comunque accomunati dall'età, ragazzine e ragazzini al massimo undicenni, e tutti con un'unica meta, la scuola, cui vogliono andare ad ogni costo, anche con mezzi di fortuna, tra pericoli d'ogni sorta, superando distanze gravosissime. (...) Senza mai un'ombra di retorica, senza accenti indirizzati a dimostrare, una rappresentazione diretta, serrata su quei quattro personaggi, le loro famiglie, i loro incontri e, al momento di concludere, la loro soddisfazione di aver potuto cominciare da lì a realizzare le proprie aspirazioni. Figure sempre dal vero, con il loro gestire autentico, con le loro battute, nella versione originale multilingue, sprizzanti sempre sapori vivi di cronaca. Un cinema che convince e che può anche commuovere. Vorrei che lo accostassero qui da noi quei ragazzini che, svegliandosi in case agiate, alle mamme che li scuotono dicendo: «L'autista è pronto a portarti a scuola», rispondono infastiditi: «Non ne ho voglia».
Autore critica:Gian Luigi Rondi
Fonte critica: Il Tempo Roma
Data critica:

26/9/2013

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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