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Acrobate (Le) -

Regia:Silvio Soldini
Vietato:No
Video:Mondadori Video
DVD:
Genere:Commedia
Tipologia:La condizione femminile
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Laura Bosio, Doriana Leondeff, Silvio Soldini
Sceneggiatura:Laura Bosio, Doriana Leondeff, Silvio Soldini
Fotografia:Luca Bigazzi
Musiche:Giovanni Venosta
Montaggio:Claudio Cormio
Scenografia:Mario Rossetti
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Licia Maglietta (Elena), Valeria Golino (Maria), Mira Sardoc (Anita), Angela Marraffa (Teresa), Fabrizio Bentivoglio (Stefano), Teresa Saponangelo (Giusi), Roberto Citran (Paolo), Manrico Gammarota (Mirko), Maria Consagra (Laura)
Produzione:Aran Srl, Monogatari Srl, Veg Film A.C. Zurich - Mediaset
Distribuzione:Mikado
Origine:Italia
Anno:1997
Durata:

120'

Trama:

Un dentino spedito in una lettera fa incontrare due donne che non si conoscevano e che vivono in due città diverse, una a Treviso, l'altra a Taranto. Da Treviso, Elena che lavora in una fabbrica di cosmetici arriva a Taranto per cercare di chiarire i misteri che circondano la morte di Anita, un'anziana signora che lei aveva accudito per un certo periodo. Qui entra in contatto con Maria, un'amica di Anita, che è commessa in un supermercato, è sposata ed ha una figlia piccola. Dopo alcuni approcci improntati a diffidenza e incertezza, le due donne si separano. Ma un giorno Maria scrive ad Elena, ed Elena risponde ed invita Maria a Treviso. Qui, come legate da un filo magico, le due donne cominciano a conoscersi meglio, finché, spinte dall'insistenza della piccola Teresa, capiscono di avere entrambe una grande voglia di interrompere la solita routine e decidono di partire per le montagne. Arrivano sul monte Bianco, dove Teresa può finalmente nascondere sotto la neve il dentino di cui era rientrata in possesso.

Critica 1:(...) Dopo Un'anima divisa in due che già usciva dalle coordinate metropolitane per spingersi fino ad Ancona, Silvio Soldini ha realizzato tre strani lavori: Fate in blu diesis, sorta di work in progress onirico con gli allievi della Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano; D'estate, cortometraggio fra incantesimi e miracoli con al centro un vecchio a cui piace farsi leggere brani di romanzi da una specie di fata turchina e Made in Lombardia (a quattro mani con Giorgio Garini), sconcertante documento sul vuoto pneumatico di un Nord smarrito fra solitudini consumistiche e ricordi rabbiosi di qualche sopravvissuto dell'ex civiltà industriale. Soldini, fra un film e quello successivo, ha l'abitudine di fare qualcosa d'altro che, puntualmente, precipita nel nuovo lavoro: sensazioni rubate fotografando il mondo e rielaborate in forma di finzione. Le donne acrobate in bilico ("Bilicofilm" si chiamava la casa di produzione del gruppo prima di divenire "Monogatari") sui cornicioni di crisi diffuse e contagiose, vengono di lì, sono parti di esperienze recenti e ineluttabili. (...) La Terra, come al solito nel cinema di Soldini, è vista dagli interni di auto e bus, dai riflessi degli specchietti retrovisori, dai finestrini dei treni. Il film, cambia continuamente ritmo e colori: perché se è vero che l'omologazione e l'appiattimento colpiscono - ormai - uomini, donne e cose allo stesso modo, da Bolzano a Trapani, è altrettanto reale il passo diverso fra Nord e Sud, fra il bianco pallido e il rosso violento, il livido blu e il giallo sporco di un meridione ferito e bellissimo. La periferia di Milano diventa qui la periferia di Taranto: giochi (grande, come sempre, l'apporto di Luca Bigazzi) di lampioni e caseggiati popolari avvolti dal degrado e dalla desolazione; suoni (il mix è di François Musy, fedele collaboratore di Godard) da inquinamento acustico che stordisce e impedisce di pensare. Per farlo, bisogna trovare un posto speciale, lontano lontano, a quote altissime. Il fascino delle Acrobate è proporzionale alla voglia del Sud che si respira, alla voglia di un Nord davvero Nord e diverso, alla necessità di una carnalità mai sfiorata in passato, al bisogno di allontanarsi da Milano (per la prima volta solo sfiorata), al fremito che invita ad una passionalità quasi impossibile eppure cercata, desiderata, reclamata anche se con strumenti ancora "freddi". (...) Tre sono state le tappe di avvicinamento a Le acrobate. Tre (più una) sono le donne che coprono le diverse età di un'esistenza (dai sette agli ottant'anni). Tre sono le statuine di terracotta - chiamate, appunto, "Le acrobate" - visitate da Maria e Teresa al Museo della Magna Grecia di Taranto. Tre sono i film che compongono l'ideale trilogia delle "A" cominciata nel 1990 con Un'anima divisa in due e chiusa con questo struggente viaggio in Italia che a tratti ricorda Il ladro di bambini di Gianni Amelio e che, soprattutto, sintetizza e al contempo dispiega, la coerente poetica di Soldini. Un film-anagramma dove si scrivono lettere a mano, dove le iniziali dei nomi delle protagoniste compongono la parola tema. Che, magicamente, potrebbe trasformarsi in meta. Come la cima più alta d'Europa, come il Dente del Gigante, come l'aria - finalmente serena - dell'Ovest.
Autore critica:Aldo Fittante
Fonte criticaDuel
Data critica:

1/5/1997

Critica 2:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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