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Identificazione di una donna -

Regia:Michelangelo Antonioni
Vietato:14
Video:General Video, Cecchi Gori Home Video
DVD:Surf Video
Genere:Drammatico
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Michelangelo Antonioni
Sceneggiatura:Michelangelo Antonioni, Gerard Brach, Tonino Guerra
Fotografia:Carlo Di Palma
Musiche:John Foxx, Christopher Franke
Montaggio:Michelangelo Antonioni
Scenografia:Andrea Crisanti
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Tomas Milian (Niccolo' Farra), Daniela Silverio (Mavi) Christine Boisson (Ida), Sandra Monteleoni (Sorella di Mavi), Enrica Fico (Nadia), Veronica Lazar (Carla Farra), Italico Nardulli (Lucio), Marcel Bozzuffi (Mario), Paola Dominguin (Ragazza alla finestra), Lara Wendel (Ragazza della piscina), Arianna De Rosa (Amica di Mavi), Pierfrancesco Aiello (Uomo giovane alla festa), Luisa Della Noce (Madre di Mavi), Sergio Tardioli, Carlos Alberto Valles
Produzione:Giorgio Nocella, Antonio Magri
Distribuzione:Lanterna, Verdi
Origine:Italia
Anno:1982
Durata:

155'

Trama:

Protagonista è un cineasta, sui 40 anni, Niccolò, il quale vive a Roma. E' alla ricerca di una protagonista femminile e incontra Mavi, una giovane aristocratica, piuttosto bizzarra e, a suo modo, attraente. Niccolò ne è conquistato fino a dimenticare il suo film. Ma, da quando ha intrecciato la sua relazione con Mavi, si inserisce il "giallo" nella vita di Niccolò: telefonate che gli intimano di cessare la relazione, incontri con un emissario misterioso: è seguito, sorvegliato. Mavi, sfugge ad ogni spiegazione e alla fine scompare. Niccolò la ricerca, la rintraccia; ma senza esito, per i legami che Mavi ha contratto con un'altra donna. In tutte queste vicende, Niccolò frequenta i più svariati ambienti sociali e si sente estraneo, spaesato come in un mondo di stranieri che parlano la sua stessa lingua, ma hanno mentalità, costumi, gusti diversi. Intanto è venuta in aiuto di Niccolò un'altra donna, questa volta borghese, non più velata, lunare come Mavi, ma solare e schietta, Ida. Anche con Ida, Niccolò cerca di rivivere la situazione ambigua vissuta con Mavi, nella quale, cercando una donna per il suo film, ha trovato una donna per se stesso, dopo aver rotto con la moglie e avendo solo saltuari rapporti col figlioletto. Ma Ida è una compagna troppo lucida e concreta per accettare un'ambigua avventura, tanto più che attende un figlio, frutto di una precedente relazione, che Niccolò non riconoscerà mai. Ora a Niccolò non rimane che cambiare il soggetto del suo film: sceglierà un argomento fantascientifico; cercherà di scoprire i misteri del sole, dal momento che gli è impossibile svelare i misteri della vita terrena. La vicenda individuale di Niccolò, con i suoi imprevisti con le sue incombenti minacce è un simbolo della tipica situazione sociale dell'Italia d'oggi, sulla quale incombono oscure minacce di sovvertimento sociale, in azione all'interno (terrorismo) e concertato all'estero. E' un'Italia in cui muore il sorriso, la cordialità, mentre sono diffusi il sospetto e la diffidenza; realtà che è espressa simbolicamente nel party aristocratico: un vero incontro di "Zombi", ove ogni fascino è spento, mentre regnano sovrani la noia e il disagio. E' un'Italia ove non esiste più il vero amore, tranne forse in coppie di terroristi, legate non solo dai sentimenti, ma dall'ideologia.....

Critica 1:(…) Per il lancio pubblicitario del film, a Cannes, fu inventato un mini-puzzle: cinquantotto cartoncini che combinati a dovere formano l'immagine di due volti femminili dietro la grata di un labirinto. Già dicemmo che il gioco ci sembra azzeccato. Il film simbolizza infatti assai bene il carcere tortuoso in cui siamo costretti ad aggirarci, murato in un'enigmatica galassia. Forse come non mai Antonioni alza bandiera bianca di fronte al mistero dell'uomo e della natura. In attesa del giorno in cui capiremo la struttura dell'universo, dobbiamo rassegnarci a vivere in uno stato di conflittualità permanente con noi stessi e con gli altri, o se no arrenderci alla solitudine e lavorare di fantasia.
Si direbbe che altro non resti a Niccolò Farra, regista di cinema nella Roma di oggi. Vagamente intenzionato a fare un film di cui sia protagonista una donna, separatosi dalla moglie per ora amoreggia con Mavi, un'aristocratica che a letto ha qualche complesso ma dice di volergli bene. Il loro rapporto non è affatto facile, e sgradito a qualcuno che con velate minacce cerca di persuadere Niccolò a lasciar perdere la ragazza. Invece Mavi gli presenta i suoi amici di sangue blu, si fa portare in una casa di campagna, e per un paio di mesi sta con lui, sebbene alternando tenerezze a litigi. Uscita di scena Mavi (intanto Niccolò ha saputo che la donna ha avuto anche esperienze saffiche), le subentra Ida, una giovane attrice di origini modeste. Le cose non vanno meglio: i due si incontrano qua e là, sembrano amarsi, ma l'uomo continua a essere inquieto. Sa di essere ancora pedinato da uno sconosciuto, sospetta di tutti, e torna in cerca di Mavi. Vi rinuncia quando scopre che Mavi ormai vive con un'altra donna, e parte con Ida per Venezia. Anziché una vacanza d'amore è un viaggio nell'inferno. Ida infatti gli confessa che aspetta un bambino da un altro. Sicché l'uomo la abbandona, e se ne torna tutto solo nella sua casa di Roma. Al contrario di quanto forse sperava, questi due incontri con Mavi e con Ida non gli hanno chiarito le idee sul film che vorrebbe fare. L'una e l'altra gli sono sembrate troppo lucide per potersi confondere in un unico personaggio femminile che esprima la sua necessità di vivere in sintonia con i propri sentimenti confusi. Perciò chiude gli occhi e pensa a un film di fantascienza, con un'astronave che vada verso il sole a carpire al fuoco la ragione ultima del cosmo, il meccanismo delle cose e degli affetti.
Nato da un soggetto dello stesso Antonioni (che lo ha anche montato, e sceneggiato insieme a Gérard Brach e a Tonino Guerra), Identificazione di una donna è prima di tutto la fotografia del dedalo di idee e stati d'animo in cui si trova, per interposto Niccolò Farra, il nostro Antonioni. Convinto di vivere in un'epoca corrotta e violenta, egli ce ne propone a ciglio asciutto non un cifrario ma una registrazione. Noi non sappiamo che cosa rimugini il suo Niccolò, sempre di malumore e sulla difensiva, né quali siano le motivazioni remote delle sue donne. Ne vediamo però i comportamenti, conosciamo gli ambienti in cui le figure soffrono il proprio disagio: siano i saloni d'una villa nobiliare, un'autostrada inghiottita dalla nebbia, un vecchio casolare abbandonato, le spoglie pareti delle case moderne o la triste laguna invernale. E indoviniamo le contraddizioni, le tensioni segrete fra i personaggi. Antonioni non giudica né recrimina. Alternando i rintocchi funebri agli scatti di rabbia, sottoscrive il verbale di un impotente che non ha più gli strumenti per penetrare i risucchi della storia né per osservare in fertile silenzio la natura, ma è ancora affamato di calore. E dunque, deluso nella speranza di far coppia con una donna che condivida la sua passione (è per questo che invidia due noti terroristi), s'inventa un viaggio cinematografico nelle galassie: un'astronave in cui può identificarsi il reale e l'ideale.
A suo modo, un film d'amore, benché Antonioni dica di non saper più cosa amore significhi, semmai sostituito dal volersi bene. Realizzato con uno stile che non gli procura il consenso degli spettatori avvezzi agli sceneggiati televisivi, tuttavia è aderente alla storia tinta di giallo e grigio (ma la fotografia di Carlo di Palma ha luci bellissime), sempre inteso all'essenziale anche quando i personaggi si contraggono in puri spazi fisici e dicono battute non proprio felici, o sono il controcanto d'un'impalpabile ricerca di valori figurativi. Le giova una seconda lettura a distanza di vari mesi. Suppone d'averne potuto cogliere meglio pregi e difetti: né pochi né lievi.
Le emozioni offerte dal film sono ancora una volta d'ordine subliminale, riepilogate in uno stato apprensivo e nevrotico, espresso in scene di forte valenza simbolica: l'autostrada sommersa nella nebbia, le scale a chiocciola, la casa costruita sul vuoto.ldentificazione di una donna porge anche altri spunti, persino autoironici e naturalmente psicanalitici (due o tre luoghi scabrosi sono inchini alla moda dell'erotico), ma la sua piena sostanza resta radicata nella poetica antonioniana dell'alienazione, quale espressero al meglio L'avventura, La notte, L'eclisse. Tornato a girare una storia italiana dopo l'esperimento elettronico compiuto col Mistero di Oberwald, Antonioni continua ad avere il coraggio delle proprie debolezze, a rappresentare a suo modo una verità razionalmente indecifrabile. È vibratile come una sensitiva e tenace come una quercia. La domanda che ci poniamo è se qui il contenuto non sia ormai la forma, se l'eleganza delle immagini, la secchezza del montaggio, l'uso delle ottime musiche di John Fox, il sobrio tessuto di sguardi e di parole, e queste atmosfere sospese nel freddo, insomma i meriti grandi di un Antonioni per niente invecchiato come maestro di cinema, non siano le prove di un virtuoso che ripete il suo verso d'intellettuale e si distacca dalle emozioni proprio per un eccesso di rarefatto nitore visivo.
Ci chiediamo alla fine se l'esito dubbioso del film non sia dovuto alla scelta degli interpreti: un Tomas Milian costretto a contrarre il suo temperamento in una maschera poco congeniale, una Daniela Silverio molto sgradevole, nella parte di Mavi, una Christine Boisson volenterosa ma gracile. Nei panni della ragazza della piscina è invece buona l'apparizione di Lara Wendel: un tocco di improntitudine in un mazzo di personaggi che sfuggono d'ogni parte, metafora d'un cinema vivo perché insoddisfatto.
Autore critica:Giovanni Grazzini
Fonte criticaIl Corriere della Sera
Data critica:

22/10/1982

Critica 2:
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Data critica:



Critica 3:
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Libro da cui e' stato tratto il film
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