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Tempo si è fermato (Il) -

Regia:Ermanno Olmi
Vietato:No
Video:Biblioteca Decentrata Rosta Nuova, visionabile solo in sede
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Diventare grandi, Natura e ambiente
Eta' consigliata:Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori
Soggetto:Ermanno Olmi
Sceneggiatura:Ermanno Olmi
Fotografia:Carlo Bellero
Musiche:Pier Emilio Bassi
Montaggio:Gian Piero Viola e Carla Colombo
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Natale Rossi (Natale), Roberto Severo (Roberto), Paolo Quadrubbi
Produzione:Edisonvolta
Distribuzione:Cineteca Nazionale
Origine:Italia
Anno:1959
Durata:

90’

Trama:

Anni Cinquanta. Alla vigilia delle feste natalizie, Natale, guardiano di una diga vicina all’Adamello, svolge il suo lavoro quotidiano mentre il suo collega scende in paese a passare le festività con la famiglia. A sostituirlo, invece del solito compagno di lavoro divenuto padre all’improvviso, arriva il giovane e inesperto Roberto, uno studente non abituato alla vita d’alta montagna. La convivenza non è semplice ma, dopo l’iniziale e reciproca diffidenza, la condivisione del lavoro e il dover far fronte a una bufera cementeranno il rapporto d’amicizia e di fiducia timidamente nato fra i due. Roberto, spaventato e scoraggiato durante l’infuriare della bufera, grazie alle cure di Natale supera una notte febbricitante nella chiesa dove si sono riparati. La mattina dopo invece di tornare a valle, come aveva stabilito, decide di continuare nella sua occupazione.

Critica 1:L'incontro e la convivenza di due operai un anziano padre di famiglia e uno studentello come guardiani d'inverno su una diga vicino all'Adamello. Nato come documentario per l'Edisonvolta, "crebbe sotto le mani" al giovane E. Olmi (1931), e divenne il suo primo lungometraggio. Racconto di comportamenti più e prima ancora che di psicologie, non fa concessioni allo spettacolo o al romanzo: nessun incidente, nemmeno una piccola slavina, tutto concentrato sui gesti, gli oggetti, i piccoli particolari quotidiani con un filo di bonaria ironia. Una piccola musica, un film di grazia. Attori non professionisti, suono in presa diretta.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Sull’Adamello le condizioni di vita sono fortemente influenzate dall’ambiente naturale, ancora in gran parte selvaggio nonostante la moderna e imponente diga. Sembra che il tempo si sia fermato, che i ritmi scorrano ancora assecondando la natura. Che sia l’uomo a seguire le regole che l’ambiente gli detta, invece che imporre le proprie.
Quando Roberto, studente inesperto e non abituato al tipo di lavoro che fare il custode comporta, decide di salire comunque fino alla capanna per sostituire un collega, si trova davanti un mondo apparentemente cristallizzato in un passato contadino nemmeno troppo remoto. I bagagli fatti arrivare per teleferica, il letto nel dormitorio del vecchio cantiere, il gabinetto inutilizzabile perché l’acqua ghiaccia: tutto è nuovo per lui eppure sembra di essere tornati indietro nel tempo. La natura dall’aspetto imponente e la poca dimestichezza con gli sci rendono il ragazzo particolarmente reattivo a quanto lo circonda; vorrebbe rendersi utile e, contemporaneamente, è spaventato dal rischio delle valanghe. Non conosce ancora le regole di una realtà così diversa dalla sua.
La difficoltà di comunicazione con Natale, più anziano, è evidente. Roberto parla al diffidente e ruvido interlocutore di villeggianti arrivati per le vacanze, di sale da ballo e di tv, ma la conversazione langue. Roberto parla in italiano, Natale in dialetto. Abituato agli spazi silenziosi e deserti della montagna e a un lavoro che si svolge in solitudine, l’uomo è taciturno e poco comunicativo, guarda con curiosità il ragazzo e i suoi vestiti di sartoria e nello stesso tempo ne è forse intimidito. Se il ragazzo tenta di intavolare un discorso, le brevi risposte ricevute lo scoraggiano a continuare.
Le relazioni intergenerazionali, già complesse in contesti consueti, sembrano complicarsi ulteriormente in una situazione così precaria come un avamposto in alta montagna. Nel viaggio verso la diga che compiono insieme, e che segna un primo avvicinamento tra loro, fra una risata e una caduta i due avvistano una lepre. Roberto vorrebbe avere un fucile, Natale usa trappole tradizionali da costruire con carote e fil di ferro. È una visione del mondo che al di là delle montagne non esiste più, spazzata via dal progresso. Natale è un adulto cresciuto in un ambiente che sta scomparendo: è ormai smaliziato e in grado di affrontare i pericoli che il suo lavoro comporta; Roberto in fondo è solo un ragazzo. All’arrivo di una bufera, per la prima volta è messo brutalmente di fronte al freddo, alla neve incessante, al vento che ulula e fa sbattere le imposte. Saltata la luce elettrica, l’oscurità rende tutto più inquietante.
Nonostante le differenze nasce comunque un’amicizia: discutono del libro Cuore che Natale sta leggendo, lamentandosi che i tempi siano cambiati. Il ragazzo sorride: «Ma in fondo in fondo il mondo è sempre lo stesso, no?». «Non è vero, oggi la gente ha cambiato sentimento». Apparentemente burbero, Natale si lascia infine conquistare dal rock’n’roll ed è lui a curare il ragazzo febbricitante, spaventato e infreddolito, che durante la bufera vorrebbe solo andare a casa. E così alla fine Roberto sarà disposto a restare e imparare il lavoro, per quanto duro e apparentemente anacronistico possa essere.
Autore critica:Azzurra Camoglio
Fonte critica:Aiace Torino
Data critica:



Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

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