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Isola di corallo (L’) - Key Largo

Regia:John Huston
Vietato:No
Video:Warner Video (Gli Scudi)
DVD:Warner Bros
Genere:Poliziesco
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Basato sul testo di Maxwell Anderson
Sceneggiatura:Richard Brooks, John Huston
Fotografia:Karl Freund
Musiche:Max Steiner
Montaggio:Rudi Fehr
Scenografia:
Costumi:
Effetti:Robert Burks, William C. Mcgann
Interpreti:Lauren Bacall (Nora Temple), Lionel Barrymore (James Temple), Monte Blue (Sceriffo Ben Wade), Humphrey Bogart (Frank Mccloud), Thomas Gomez (Curley Hoff), William Haade (Ralph Feeney), Marc Lawrence (Ziggy), Harry Lewis (Toots Bass), Rodd Redwing (John Osceola), Edward G. Robinson (Johnny Rocco), John Rodney (Clyde Sawyer), Dan Seymour (Angel Garcia), Jay Silverheels (Tom Osceola), Claire Trevor (Gaye Dawn)
Produzione:Jerry Wald per la Warner Bros-First National Picture
Distribuzione:Non reperibile in pellicola
Origine:Usa
Anno:1948
Durata:

102’

Trama:

Il maggiore Frank Mccloud si reca nell'isola di Key Largo per rivedere Nora Temple, la vedova del suo migliore amico e compagno d'armi. La donna gestisce con il suocero un albergo cadente frequentato da contrabbandieri.

Critica 1:Memorabile, e forse unico esempio di “gangster film gotico” , quasi completamente ambientato in un hotel buio e isolato, impregnato della fustrazione del dopoguerra e del rimpianto di un' era ormai sepolta. Ognuno, nel film, dal boss sadico e misogino in disarmo al veterano disilluso, alla vedova senza più sogni, sembra vittima di un' esistenza in cui “il cervello dice una cosa e la vita un' altra”(come confessa Bogart in una battuta). Spessa, umida e impalpabile l' atmosfera del film, illuminato, come a vampate, da scene madri: quella della cantante ubriaca ( Claire Trevor, oscar come migliore attrice non protagonista), della tempesta, dell' indimenticabile apparizione di E. G. Robinson, in bagno, con sigaro e ventitilatore. “Un crostaceo senza guscio” (Morando Morandini).
Autore critica:Mario Sesti, Massimo Sebastiani
Fonte criticaFilmFilm.it
Data critica:



Critica 2:Dal dramma “Key Largo” (1939) di Maxwell Anderson: ufficiale reduce della seconda guerra mondiale va a far visita a Key Largo, isoletta al largo della Florida, ai parenti di un commilitone morto a Cassino e trova la famiglia assediata da una banda di gangster. Schematicamente melodrammatico nell'identificazione di fascismo e banditismo, teatralmente verboso, si regge sul rendimento degli attori (il compiaciuto istrionismo di E.G. Robinson, la sobrietà della coppia Bacall-Bogart, C. Trevor che vinse un Oscar) e sull'uso claustrofobico della profondità di campo e del piano-sequenza con l'ottimo Karl Freund alla cinepresa.
Autore critica:
Fonte critica:Il Morandini - Dizionario dei Film, Zanichelli
Data critica:



Critica 3:Un eccellente thriller teatrale, uno di quei film che – complice un cast straordinariamente ispirato – si guadagnano a buon diritto il titolo di evergreen. Stiamo parlando de L’isola di corallo che, destinato al palcoscenico dal suo autore Maxwell Anderson, ottiene definitiva consacrazione sul grande schermo grazie alla maestria di John Huston. A dividere la scena, due giganti come Humphrey Bogart e Edward G. Robinson, il primo nei panni di un reduce di guerra giunto in Florida per portare l’estremo saluto di un commilitone al padre ed alla giovane vedova, l’altro in quelli di un gangster caduto in disgrazia dopo l’abolizione del proibizionismo e deciso a tornare in auge. La scena si svolge in un albergo a Key Largo, dove un gruppo di uomini e donne vengono fatti incontrare dal destino. Quando Frank McCloud (Bogart) giunge all’hotel Largo le cose gli sembrano subito strane: nella hall, solo qualche ceffo ed una donna visibilmente ubriaca. Nonostante venga caldamente consigliato ad andarsene, Frank resta per un semplice motivo: il proprietario dell’hotel è il padre del suo commilitone e lì vive anche la sfortunata moglie Nora (Lauren Bacall). Da questo momento gli eventi si svolgeranno in questo microcosmo, reso ancora più claustrofobico dall’imminenza di un terribile uragano, che deve infrangersi sulla costa. Ore pesanti, cariche di tensione, durante le quali vengono a confronto diverse personalità, dalla vigliaccheria ammantata di arroganza del boss Johnny Rocky (Robinson), all’idealismo, mascherato di cinismo, di Frank, alla disperata fragilità di Alba, dama in disgrazia del boss. Poche ore nelle quali il gangster attende di realizzare un contrabbando di denaro falso, per poi fuggire a Cuba. L’uragano, che costringe tutti a restare al chiuso, rompe così l’incantesimo quotidiano che vorrebbe queste persone – in condizioni normali – divise da ruoli, stili di vita, posizioni di potere. A renderli drammaticamente uguali è la paura della morte, a dividerli tra vincitori e perdenti è il senso di giustizia che, americanamente, trionfa nel finale.
Autore critica:
Fonte critica:dvd.it
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

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