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Fatherland -

Regia:Ken Loach
Vietato:No
Video:Elle U
DVD:Elle U
Genere:Drammatico
Tipologia:La memoria del XX secolo
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Trevor Griffiths
Sceneggiatura:Trevor Griffiths
Fotografia:Chris Menges
Musiche:Christian Kunert, Gerulf Pannach
Montaggio:Jonathan Morris
Scenografia:Martin Johnson
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Fabienne Babe (Emma), Robert Dietl (avvocato), Thomas Oehlke (Drittemann), Gerulf Pannach (Klaus Drittemann), Cristine Rose (Lucy), Stephan Samuel (Max), Heike Schrotter (Marita), Sigfrid Steiner (James Dryden)
Produzione:Kestrel Ii - Film Four International - Clasart Film - Mk2 - Ministero Cultura Francese
Distribuzione:Non reperibile in pellicola
Origine:Francia – Germania - Gran Bretagna
Anno:1986
Durata:

110’

Trama:

Nel 1985 il cantautore d'opposizione Klaus Drittemann fugge dalla Germania Est e si rifugia all'Ovest come aveva fatto anni prima il padre Jaccob, anch'egli musicista dissidente. A Berlino Ovest Klaus è accolto da una emissaria della casa discografica Taube Records, che gli propone un contratto. Klaus chiede aiuto per rintracciare il padre, scomparso nel nulla quindici anni prima.

Critica 1:Costretto ad oltrepassare il muro di Berlino a causa del contenuto politico delle sue canzoni, Klaus Drittemann spera di poter continuare a suonare ma anche di ritrovare suo padre, che aveva lasciato Berlino Est trenta anni prima.
L'incontro con una giornalista francese sembra metterlo sulla buona strada. Ma la scoperta che lo attedne è inaspettata e sconvolgente.
Una intensa storia di tradimenti e segreti firmata da Ken Loach.
Autore critica:
Fonte criticaElleu.it
Data critica:



Critica 2:Uno dei tanti film «edipici» presentati a Venezia, Fatherland ha i pregi dell'onestà, dell'assenza di autocommiserazione e di un deciso ritmo cinematografico. Nonostante certe lunghezze e certe ovvietà (nella rappresentazione, per esempio, della cerchia industrial-artistica di Berlino ovest), il film riesce a districarsi con buon mestiere e con secca lucidità da un soggetto pericolosissimo. La storia è quella di un cantautore di successo che, invitato a lasciare la Germania est per motivi politici, dalla Germania ovest intraprende la ricerca del padre mitico che trent'anni prima se ne è andato in occidente. Alla fine di un viaggio che lo conduce di fronte a un vecchio sconosciuto a Cambridge, il protagonista scopre che il padre, creduto un eroe anti-nazista, ha in realtà sempre fatto il doppio gioco. Un regista meno «documentario» e aspro avrebbe potuto trasformare la storia in un vischioso groviglio; Loach invece, armato anche di una buona dose di pudore, sta miracolosamente lontano dal proclama ideologico onnicomprensivo, soprattuto nella seconda parte, che tratta come un gelido film di spionaggio.
Autore critica:Emanuela Martini
Fonte critica:Cineforum n. 258
Data critica:

10/1986

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:
Autore libro:

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