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Vivere! - Huozhe

Regia:Yimou Zhang
Vietato:No
Video:Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede - Columbia Tristar Home Video
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:La memoria del XX secolo
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Liberamente ispirato al libro di Yu Hua e Lu Wei
Sceneggiatura:Yu Hua, Lu Wie, Zhang Yimou
Fotografia:Lu Yue
Musiche:Zhao Jiping
Montaggio:Du Yuan
Scenografia:Cao Jiuping
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Ge You (Fugui), Gong Li (Jiazhen), Niu Ben (capo del paese), Guo Tao (Chunsheng), Jiang Wu (Er Xi), Ni Da Hong (Long Er), Liu Tian Chi (Fengxia), Dong Fei (Youqing), Zhang Lu (Fengxia bambina), Huang Zhongle (padre di Fugui)
Produzione:Chiu Fusheng per Era International
Distribuzione:Bim
Origine:Hong Kong
Anno:1994
Durata:

125'

Trama:

Dopo aver perso ai dadi con il burattinaio Long Er tutti i beni di famiglia, provocando la morte d'infarto del padre, Fugui viene abbandonato dalla moglie Jiazhen, incinta, dalla quale ha già una bimba, Fengxia: si adatta così ai più umili lavori, mantenendo la vecchia madre. Il ritorno improvviso della moglie e il necessario mantenimento dei due figli, lo spronano a chiedere un prestito a Long Er, che gli cede il baule col suo "teatrino delle ombre", col quale Fugui, con l'amico Chunsheng, va in giro ad esibirsi. Catturati dall'esercito di Chang, costoro si esibiscono per le truppe; poi vengono presi dai comunisti, con i quali continuano l'attività. Dopo due anni Fugui torna a casa: la madre è morta e Fengxia è diventata muta a causa di una malattia. Successivamente Long Er viene fucilato per non voler suddividere la proprietà vinta a Fugui. Mentre il villaggio è impegnato nella raccolta e fusione del ferro, Fugui rallegra il lavoro col teatrino e la moglie ed i figli portano acqua potabile. Il figlio di Fugui, Youquing, muore in un incidente causato dalla camionetta del capo del distretto, Chunsheng, al quale Jiazhen nega il perdono. Nel 1966 Fengxia sposa Er Xi, un capo operaio storpio ma di ottimo carattere. Messo sotto inchiesta dalle guardie rosse, e sconvolto per il suicidio della moglie, Chunsheng va di notte a trovare Fugui e gli offre un risarcimento per la morte del figlio, manifestando il desiderio di uccidersi. Impietosita, anche Jiazhen lo perdona. Il parto di Fengxia, con i medici sostituiti da studenti all'ospedale in seguito allo "svecchiamento" voluto da Mao, provoca la morte per emorragia della ragazza, nonostante l'inutile convocazione del vecchio primario dell'ospedale. Solo il nipotino con la sua vivacità può dare sollievo agli ultimi anni di Jiazhen, sfiancata dagli stenti patiti, al vecchio burattinaio e al buon Er Xi, divenuto come un figlio.

Critica 1:L'impianto rapsodico della narrazione condiziona lo stile della regia che, più del solito, è sotto il segno della semplicità e al servizio della storia e delle sue cadenze da melodramma popolare. Bisogna aspettare quasi mezz'ora all'inizio per arrivare a quello splendido 'paesaggio dopo la battaglia', un grande momento di cinema. Il motivo conduttore del teatrino delle ombre serve ad alleggerire la dolorosa vicenda, ma è ammirevole anche la misura con cui Yimou riesce a tenere in equilibrio il privato e il pubblico, a collegare le vicende di Xu Fugui e della sua famiglia con i drammatici avvenimenti storici, a suggerire la dimensione dell'assurdo nei capitoli del Grande Passo in Avanti e della Rivoluzione Culturale senza forzare le tinte.
Autore critica:Morando Morandini
Fonte criticaIl Giorno
Data critica:

23/5/1994

Critica 2:Il giovane Fugui perde tutta la sua fortuna al gioco. Si mette a fare il burattinaio ambulante. Quindi è arruolato nell'esercito; quando torna dalla guerra ritrova la moglie che vive facendo enormi sacrifici. Hanno un figlio che poi però muore in un incidente. Intanto è scoppiata la Rivoluzione Culturale. La loro figlia, che ha sposato il capo delle Guardie Rosse del villaggio, muore di parto, ma il bambino sopravvive. Zhang Yimou, già apprezzato regista di Lanterne rosse, racconta mezzo secolo di storia cinese spostandone la prospettiva dal generale al particolare della vita di un villaggio, desacralizzandone così i contorni tra melodramma e umorismo.
Autore critica:
Fonte critica:film.spettacolo.virgilio.it
Data critica:



Critica 3:Per ripercorrere questo lungo affresco, il regista cinese si serve di uno stile alquanto eterogeneo, mettendo in campo insegnamenti e suggestioni provenienti da tutta la storia del cinema: il melodramma, il comico, il cinema epico con le sequenze di largo respiro delle battaglie s'intrecciano a colpi di scene madri e di sottile ironia, non disdegnando neppure le boutades. Anche una certa riflessione sul cinema - metaforizzato dal teatro delle ombre - sul suo mutare funzione a ogni nuovo padrone, fino alla sua distruzione totale in una civiltà della comunicazione e massificazione globale, entra a far parte del gioco. Il rigore stilistico che ben conosciamo a Yimou sembra qui sfilacciarsi travolto dalle vicissitudini della Storia: forma simbolica che rimanda all'inarrestabile varietà della vita.
Autore critica:Roberto Farina
Fonte critica:Attualità Cinematografiche
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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