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Dottor Mabuse (Il) - Dr Mabuse, der Spieler

Regia:Fritz Lang
Vietato:No
Video:Mondadori Video
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Tratto dal romanzo di Norbert Jacques "Dr. Mabuse, le joueur"
Sceneggiatura:Norbert Jacques, Fritz Lang, Thea Von Harbou
Fotografia:Carl Hoffmann
Musiche:
Montaggio:
Scenografia:
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Alfred Abel (Conte Told), Grete Berger (Fine), Aud Egede Nissen (Carozza), Julius Falkenstein (Karstens), Robert Forster-Larrinaga (Sporri), Bernhardt Goetzke (Wrenck), Karl Huszar (Hawasch), Georg John (Pesch), Rudolf Klein-Rogge (Mabuse), Paul Richter (Gerhard Hull), Hans Adalbert Schlettow (Georg), Gertrude Welcker (Contessa Told)
Produzione:Erich Pommer per Uco-Film - Der Decla-Bioscop
Distribuzione:Cineteca Nazionale – Goethe Institut
Origine:Germania
Anno:1922
Durata:

245'

Trama:

Prima parte: "Il grande giocatore - un quadro dell'epoca". Il dottor Mabuse, criminale trasformista, si batte con il procuratore di Stato von Wenk, che tenta di incarcerarlo. In un covo fumoso, Mabuse tenta di ipnotizzare von Wenk, ma questi fugge. Su un taxi il procuratore viene narcotizzato, buttato su una barca e salvato da alcuni marinai. Seconda parte: "Nell'inferno del crimine - uomini dell'epoca". La lotta fra bene e male continua. Mabuse e il procuratore von Wenk questa volta si innamorano della stessa donna, la contessa Told. Una sera, durante una partita di poker, Mabuse ipnotizza la donna e la porta via, ma von Wenk lo segue e fa irruzione nella sua casa. Al termine di uno scontro a fuoco, la contessa è libera, Mabuse, ferito, tenta di fuggire attraverso le fogne. Ma la polizia trova il criminale in preda alla follia e lo conduce in manicomio.

Critica 1:In due parti: 1) "Ein Bild der Zeit" ("Il grande giocatore-Un quadro dell'epoca"), 120m; 2) "Inferno-Menschen der Zeit" ("Nell'inferno del crimine-Uomini dell'epoca"), 93m. Il procuratore distrettuale Wenk dà la caccia a Mabuse, criminale dotato anche di poteri ipnotici e capace di vari travestimenti, che sfugge diverse volte alla cattura finché è arrestato e rinchiuso in un manicomio. La materia è da romanzo d'appendice, tra Sue e Fantomas, ma, con l'aiuto della moglie sceneggiatrice Thea von Harbou, Lang la trasforma in una rappresentazione di taglio realistico della Germania uscita dalla guerra e della sconfitta con tutte le sue miserie e depravazioni. Soprattutto nella prima parte in cui lo studio dei personaggi e dei loro comportamenti prevale sull'azione, i risultati sono di forte suggestione. Lang riprese il personaggio in Il testamento del dottor Mabuse (1933) e in Il diabolico dottor Mabuse (1960), suo ultimo film.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Mabuse (Klein-Rogge), genio del crimine, scatena il caos nel mondo della finanza mettendo in circolazione ingenti quantitativi di banconote abilmente contraffatte. Dopo aver derubato un miliardario facendolo sedurre dalla sua affascinante complice, sfugge più volte alle indagini della polizia nascondendosi in una bisca clandestina o facendo ricorso alla sua abilità nei travestimenti. Invaghitosi della contessa Told, amata anche dal procuratore Von Wenk, Mabuse la ipnotizza e la rapisce, ma, ferito e inseguito dal rivale, tenta una fuga disperata nelle fognature della città finché, in preda alla follia, viene catturato nel covo dei falsari e rinchiuso in un manicomio criminale.
Il racconto sviluppa dal feuilleton poliziesco di Norbert Jacques il ritratto di uno dei più spregiudicati criminali mai apparsi sullo schermo nella cornice di un futuribile mondo alla deriva, archetipo di ogni utopia negativa. Antesignano di tutti gli arcinemici dell'ordine costituito, Mabuse è la figura nuova del malessere dei tempi borghesi: speculatore di borsa, ladro, psicologo, seduttore, costantemente aggiornato sull'attualità politica e scientifica, egli crede soltanto in se stesso e prende ciò che vuole. Vittima egli stesso di un'inconciliabile dialettica con una società che rifiuta e alla quale sa di appartenere, insegue la ricchezza come un tossicodipendente la droga; accumula denaro senza scopo apparente, spinto da una avidità sconfinata; trascorre i giorni nell'innaturale penombra del nascondiglio, trovando nel delitto un antidoto alle frequenti crisi depressive. Fredda intelligenza calcolatrice, ha costruito una perfetta organizzazione a delinquere - concepita come una setta segreta - e sacrifica la vita delle sue vittime e dei suoi stessi seguaci con la medesima indifferenza. Il suo è il sogno di grandezza di un solitario dominato dalle schizofreniche idee del superomismo: nel delirio di onnipotenza, Mabuse si colloca al di sopra dei mortali accomunando nello stesso disprezzo Dio e le leggi, i poveri e i potenti.
Il film interpreta la profonda crisi sociale che investe la Repubblica di Weimar all'indomani del primo conflitto mondiale (l'originario prologo mostrava furibonde scene di manifestanti e disordini di piazza). Il male indefinibile e strisciante che turba e disorienta la coscienza di un popolo - il trasformismo di Mabuse, uomo dalle mille facce, ne è il segno esteriore più riconoscibile - trova espressione in una dimensione assoluta, estranea al metro del giudizio comune, che anticipa profeticamente più gravi sventure di portata mondiale.
Sotto il profilo stilistico, la pellicola si muove con sicurezza tra espressionismo e realismo bilanciando l'elemento fantastico con l'attenta descrizione cronachistica delle situazioni drammatiche e con felici annotazioni derivate dall'osservazione quotidiana. Il talento di Lang, meticoloso narratore visionario e anticonformista, è già tutto presente in questo film che sublima il gusto gotico dell'incubo nelle potenti allucinazioni indotte dall'ipnosi, negli inquietanti giochi delle ombre, nell'uso degli arredi in funzione narrativa.
Autore critica:
Fonte critica:fantafilm.it
Data critica:



Critica 3:Il terzo importante film di tiranni apparso nel 1922 fu Il dottor Mabuse (Dr. Mabuse, der Spieler) di Fritz Lang, versione cinematografica di un popolarissimo romanzo di Norbert Jacques. Come loro abitudine, Lang e la moglie Thea von Harbou collaborarono al soggetto. La loro intenzione era di ritrarre la vita contemporanea e, due anni dopo la distribuzione del film, Lang stesso lo definì un documento del mondo attuale e ne attribuì il successo internazionale più ai pregi documentari che alle molte occasioni di brivido che offriva. Fosse o meno il film all'altezza di questa pretesa, il suo protagonista, il dottor Mabuse, era certamente un tiranno contemporaneo e la sua presenza denota che anche le remote figure di tiranni di Nosferatu e di Vanina avevano carattere di attualità.
L'affinità del dottor Mabuse col dottor Caligari non può passare inosservata. Anche lui è un dominatore senza scrupoli, accecato dalla smania di un potere illimitato. Questo superuomo guida una banda di assassini, invisibili falsari e altri criminali e col loro aiuto terrorizza la società, segnatamente la moltitudine del dopoguerra in cerca di facili piaceri. Procedendo scientificamente, il dottor Mabuse ipnotizza le vittime predestinate - altra affinità con il dottor Caligari - e sfugge all'identificazione assumendo a volta a volta l'aspetto di personaggi diversi: uno psichiatra, un marinaio ubriaco, un magnate della finanza. Nessuno sospetterebbe della sua esistenza se non ci fosse il pubblico ministero dottor Wenk, che è deciso a metter le mani sul misterioso individuo. Wenk trova una preziosa alleata nella degenerata contessa Told, mentre Mabuse si appoggia alla sua amante, Cara Carozza, una ballerina che gli è ciecamente devota. Si svolge così un duel-
lo gigantesco a base di violenza e di astuzia, sullo sfondo cupo di eccentriche case da gioco. Mabuse rapisce la contessa di cui si è innamorato, le manda in rovina sistematicamente il marito e ordina a Cara, che è in prigione, di avvelenarsi, cosa che la ragazza fa di buon grado. Sembra che Mabuse stia per trionfare perché, dopo due tentativi falliti di uccidere Wenk, riesce a ipnotizzarlo spingendolo verso il suicidio: Wenk si lancia a tutta velocità con la sua automobile contro un cumulo di pietre. Ma la polizia interviene in tempo e, guidata da Wenk, irrompe in casa di Mabuse, uccide i componenti della banda e libera la contessa. Dov'è Mabuse? Dopo alcuni giorni lo scovano, pazzo furioso, nel sotterraneo che serviva da laboratorio agli invisibili falsari. Come Caligari, Mabuse è impazzito.
Il film in due parti, è di una lunghezza straordinaria; c'è orrore per un dollaro anziché per un penny. Per dipingere la corruzione non occorre allontanarsi dalla vita; al contrario, nella vita stessa si può trovare tanta corruzione quanta nessuno scrittore potrebbe mai inventare. Pure, invece di ritrarre nel Dottor Mabuse ambienti e cose note, Lang colloca spesso l'azione in scenari nettamente artificiali. Ora la scena è una sala di ritrovo espressionista con ombre dipinte sui muri, ora una oscura viuzza dove potrebbe scivolare Cesare con Jane in braccio. Altre forme decorative concorrono con quelle espressioniste a dare all'insieme il carattere di una allucinazione psichica. Il dottor Mabuse rientra nel clima Caligari (…). Non è certo un documentario, ma è un documento del suo tempo.
Il mondo che dipinge è caduto in preda all'arbitrio e alla depravazione. Una ballerina di locali notturni danza su uno sfondo composto di simboli apertamente sessuali; le orge sono un'istituzione, omosessuali e bambine che si prostituiscono personaggi d'ogni giorno. L'anarchia che cova in questo mondo si manifesta chiaramente nell'episodio, mirabilmente condotto, dell'attacco della polizia contro la casa di Mabuse, episodio che tramite le immagini ricorda di proposito i tumultuosi mesi del dopoguerra con le sparatorie per strada fra spartachisti e truppe di Noske. Motivi decorativi circolari compaiono di frequente e con risalto: l'ingegnoso pavimento di una sala da gioco e una catena di mani formata durante una seduta spiritica vengono ripresi dall'alto per imprimere nello spettatore la forma del cerchio, che anche qui, come in Caligari, denota lo stato di caos.
La relazione fra il dottor Mabuse e questo caotico mondo è rivelata in una inquadratura su cui si sofferma Rudolf Arnheim. Il volto di Mabuse, che dapprima emerge dallo schermo nero cupo come una piccola zona di luce, balza con rapidità spaventosa in primo piano, riempiendo tutto lo schermo, con gli occhi crudeli e potenti inchiodati sul pubblico. Questa inquadratura definisce Mabuse come una creatura delle tenebre che divora il mondo che domina. Pur somigliando a Caligari, Mabuse lo supera in quanto muta continuamente identità. Commentando questo film, Lang disse una volta che la sua intenzione era di rappresentare la società intiera con Mabuse presente ovunque, ma in nessun luogo riconoscibile. Il film riesce a fare di Mabuse una onnipresente minaccia che non si può localizzare, rispecchiando così la società sotto un regime tirannico; quel genere di società in cui si teme di tutti perché chiunque può essere orecchio o braccio del tiranno.
Il film dipinge Mabuse come un uomo di genio che diventa nemico pubblico numero uno. La scena finale illustra l'esplosione della sua follia in termini grandiosi. Bloccato nel sotterraneo, Mabuse si trova attorniato da tutti quelli che ha ucciso, pallide apparizioni che lo incitano a unirsi a loro per barare a carte. A metà partita i fantasmi spariscono e Mabuse, rimasto solo, per ingannare il tempo lancia in aria fasci di banconote che gli volteggiano sul capo e gli svolazzano attorno mentre invano egli tenta di liberarsene. Poi arriva Wenk. Wenk stesso non è che uno scaltro rappresentante della legge, una specie di bandito legale, con la polizia che gli serve da banda. A differenza di Francis che insegue Caligari per motivi giusti e profondi, Wenk è tosi moralmente nullo che la sua vittoria manca di senso. Certo, Mabuse è spacciato, ma la depravazione sociale continua e altri Mabuse possono succedergli. Qui, come in Caligari, non v'è la benché minima allusione alla libertà vera che interferisca con l'alternativa costante di tirannia o caos.
Il dottor Mabuse segna un passo avanti rispetto a Caligari soltanto perché tenta di dimostrare gli stretti rapporti che corrono fra tirannia e caos. Il fascicolo-programma, pubblicato dalla Decla-Bioscop in occasione della première del film, così descrive il mondo di Mabuse: « L'umanità, offesa e calpestata dalla guerra e dalla rivoluzione, si vendica di anni di angoscia abbandonandosi all'incontinenza... e arrendendosi passivamente o attivamente al delitto ». Il caos, cioè, genera tiranni come Mabuse, che dal canto loro speculano sul caos. Non bisogna trascurare quell'«e», apparentemente innocente, con cui il fascicolo collega le parole importanti «guerra» e «rivoluzione»: questo «e» rivela chiaramente come il dottor Mabuse abbia avuto origine nella mentalità del medio ceto.
Per mettere in risalto il valore documentario del film l'opuscolo aggiunge: «Questo dottor Mabuse... non era possibile nel 1910 e forse non lo sarà nel 1930; almeno vorremmo sperarlo. Ma per ciò che riguarda l'anno 1920 è un ritratto ingrandito...». La speranza circa il futuro si rivelò illusoria. Nel 1932 con Das Testament des Dr. Mabuse (Il testamento del dottor Mabuse) Lang riesumò la sua figura di supercriminale per rispecchiarne le evidenti analogie con Hitler. Alla luce di questo secondo film di Mabuse, il primo appare non tanto un documento quanto uno di quei profondi presentimenti che serpeggiavano nello schermo tedesco del dopoguerra.
Autore critica:Siegfried Kracauer
Fonte critica:Cinema Tedesco, Oscar Mondadori
Data critica:

1977

Libro da cui e' stato tratto il film
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