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Platoon -

Regia:Oliver Stone
Vietato:No
Video:Columbia Tristar Home Video, L'unita' Video
DVD:Cecchi Gori Home Video
Genere:Drammatico
Tipologia:La guerra, La memoria del XX secolo
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Oliver Stone
Sceneggiatura:Oliver Stone
Fotografia:Robert Richardson
Musiche:Georges Delerue
Montaggio:Claire Simpson
Scenografia:Bruno Rubeo
Costumi:Yves De Bono
Effetti:
Interpreti:Charlie Sheen (Chris Taylor), Willem Dafoe (Sergente Elias), Tom Berenger (Sergente Barnes), Forest Whitaker (Big Harold), Francesco Quinn (soldato Rhah), John C. McGinley (Sergente O'neill), Richard Edson (Sal), Kevin Dillon (Bunny), Reggie Johnson (Junior), Keith David (soldato King), Johnny Depp (soldato Lerner), David Neidorf (Tex), Mark Moses (Tenente Wolfe), Chris Pedersen (Crawford), Tony Todd (Sergente Warren), Basile Achara (Flash), Ron Barracks (medico), Steve Barredo (Fu Sheng), Chris Castillejo (Rodriguez), Andrew B. Clark (Tubbs), Dale Dye (Capitano Harris), Kevin Eshelman (Morehouse), Corkey Ford (Manny), Corey Glover (Francis), J. Adam Glover (Sanderson), Peter Hicks (Parker), Ivan Kane (Tony), Bernardo Manalili (Capo Villaggio), James Terry Mcilvain (Ace), Warren McLean
(Nick Nickelson), Clarisa Ortacio (vecchia), Bob Orwig (soldato Gardner), Than Rogers (moglie del capo villaggio), Paul Sanchez (Doc), Romy Sevilla (uomo con una sola gamba), Li Mai Thao (vittima violentata), Li Thi Van (figlia del capo villaggio), Mathew Westfall (soldato terrorizzato)
Produzione:Cinema 86 - Hemdale Film Corporation
Distribuzione:Cineteca Lucana
Origine:Usa
Anno:1986
Durata:

117’

Trama:

Chris, giovane americano, parte volontario per la guerra del Vietnam non trovando giusto che tocchi sempre agli uomini economicamente svantaggiati e alle minoranze di colore rischiare la vita per la patria. Capitato in un plotone, pittoresco per varietà di composizione, disumanizzato dall'esperienza brutale della guerra nella giungla, in breve tempo Chris viene spietatamente iniziato alle esigenze di quella vita violenta, non escluso l'uso della droga per difendersi dalla nostalgia. Durante una ricognizione nella giungla, il disumano sergente Barnes, che comanda il plotone, scopre un villaggio abitato e ne decide il massacro e la distruzione. La strage è violentemente esecrata dal sergente Elias, che aggredisce Barnes e gli assicura un rapporto ai superiori sulle atrocità da lui commesse. Sconvolto dagli orrori del massacro cui ha assistito, Chris si trova in marcia col plotone per un'azione contro un bunker dei vietcong, sotto una pioggia torrenziale. Per l'errore di un tenente americano che dà coordinate sbagliate, il plotone viene semidistrutto. Mentre Chris porta in salvo i feriti, Barnes incontra Elias isolato nella giungla e lo colpisce per vendetta. Dall'alto dell'elicottero di soccorso, Chris e i sopravvissuti scorgono inorriditi Elias ferito, in fuga davanti ai vietcong, che lo uccidono successivamente. Nell'ultima azione di guerra della sua ferma di volontario, scampato a un micidiale agguato dei vietcong che hanno completamente annientato il plotone, Chris, imbattendosi nello spietato Barnes, che ferito tenta di mettersi in salvo, lo uccide con lucida determinazione.

Critica 1:Blasonatissimo film sulla guerra del Vietnam, Platoon non è tra le opere migliori di Oliver Stone, regista adrenalinico e spesso esagerato che qui costruisce una prima parte di grande effetto per poi lasciarsi prendere dagli stereotipi e dalla spettacolarizzazione tipica dei film hollywoodiani. La costruzione del set-up, ossia la presentazione della situazione in cui il protagonista si muove e dei personaggi secondari, è ottima: il personaggio di Chris è disegnato sulle reali esperienze di guerra del regista e la contrapposizione tra un volontario tutto sommato di buona famiglia e i suoi commilitoni, che arrivano tutti da famiglie povere e disadattate, dà risalto alla confusa situazione in cui quella guerra veniva intesa e combattuta. Allo stesso modo, la netta differenza tra i due sergenti esemplifica le diverse reazioni che i soldati mandati al fronte potevano avere: in entrambi i casi si trattava di una forma di autodifesa, ma mentre Barnes si abbandona alla violenza per chiudere al di fuori di sé il dolore della guerra, Elias tenta di enfatizzarne l’aspetto (im)morale agli occhi dei suoi uomini in modo da renderli più calmi e lucidi e quindi meno soggetti al terrore che la guerra porta con sé. Il personaggio interpretato da Charlie Sheen, che ci narra la storia attraverso la voce fuori campo, si pone come osservatore inizialmente imparziale e in questo modo ci presenta pro e contro di entrambi i comportamenti, rendendo affascinante ora l’uno ora l’altro. Quando però la presentazione di situazione e personaggi lascia il posto alla sviluppo propriamente detto della trama, il film si fa prevedibile e a tratti retorico. È vero che i gesti di eroismo di cui i personaggi si rendono responsabili sono dettati dalla necessità piuttosto che dalla loro volontà, è vero che la paura che i personaggi provano resta palpabile per tutte le due ore di pellicola, ma resta il fatto che una volta che si apre il fuoco tutti diventano bigger than life, eroi che niente e nessuno potrà mai abbattere. Quattro Oscar (film, regia, montaggio e sonoro) e altre quattro nomination (Berenger e Dafoe come non protagonisti, sceneggiatura originale dello stesso Oliver Stone e fotografia di Robert Richardson).
Autore critica:Alberto Cassani
Fonte criticaFilmChips
Data critica:

6/7/2003

Critica 2:La tragedia del Vietnam vissuta attraverso lo sguardo del giovane volontario Chris (Charlie Sheen) che si ritrova immediatamente catapultato nel bel mezzo del conflitto, della morte, della follia e della paura. Alla guerra contro i Vietkong si sovrappone il conflitto interno che spacca in due il plotone: da una parte il tenente Barnes (Tom Berenger), veterano sopravvissuto a numerose ferite con l'attitudine del killer più spietato, dall'altra il tenente Elias (Willem Dafoe), che comincia a nutrire seri dubbi sul vero senso della guerra e usa la marijuana per sfuggire alla realtà.
Chris, spinto dal precipitare degli eventi, dovrà decidere da quale parte schierarsi e scegliere l'eredità del "padre buono" o di quello "cattivo".
Vincitore di 4 premi Oscar (miglior film, regia, montaggio e suono), Platoon è un film che non nasconde il lato oscuro della guerra. Basato sull'esperienza vissuta in Vietnam da Oliver Stone, mostra apertamente il meglio, ma anche il peggio, dei soldati, giovani americani catapultati improvvisamente dal benessere USA alla realtà della "sporca guerra", i nervi che cedono, gli scoppi di violenza improvvisa ed immotivata sulle popolazioni locali, gli stupri ed i massacri, ma anche gli atti di eroismo e la solidarietà tra commilitoni. Il regista vuole che il pubblico sia completamente consapevole di tutto ciò che accadde durante la Guerra del Vietnam e tratteggia l'inferno asiatico con grande accuratezza di dettagli.
Platoon non ha la profondità intellettuale di Full Metal Jacket né l'eleganza visionaria di Apocalypse Now, ma è un film asciutto, diretto ed immediato, privo quasi totalmente di sovrastrutture ideologiche, con un approccio viscerale alla violenza. La simbologia è semplice e di immediata comprensione: nel conflitto tra due i sergenti, il killer Barnes e il riflessivo Elias, padri spirituali e modelli del giovane Chris, si trovano a confronto due Americhe, quella a favore della "sporca guerra" e quella contraria (o, se vogliamo, quella repubblicana e quella democratica). La figura di Elias viene ripetutamente accostata, nel corso del film, a quella del Cristo, fino all'apocalittico prefinale ed alla morte di Elias nella giungla con le braccia spalancate e tese verso l'alto, osservata dall'impotente Chris dall'elicottero che lo conduce verso la salvezza. La scelta di questi due attori, all'interno di un cast che brilla per compattezza e bravura, compreso il protagonista Sheen che, nell'interpretazione del giovane soldato inesperto, mostra un giusto mix di coraggio ed insicurezza, risulta particolarmente significativa. Berenger, col volto segnato dalle cicatrici e lo sguardo iniettato di sangue, risulta violento e brutale quanto basta, ma la vera rivelazione è Willem Dafoe, da sempre relegato ai ruoli di folle villain, che stavolta presta il suo ghigno luciferino ad un eroe umano e positivo, gettando una luce ambigua anche sulla "santità" di Elias.
Il senso di minaccia domina la maggior parte delle sequenze ambientate nella giungla, le estenuanti marce nella vegetazione lussureggiante, i lunghi appostamenti notturni nelle buche. Oliver Stone è un maestro nel mostrare l'invisibile. La forza e la riuscita di Platoon stanno, infatti, nella facoltà di trasformare una minaccia fisica, e quindi in un certo senso normale, i Vietnamiti nella giungla, in una fatalità nascosta ed incombente, quindi eterna. Il film risulta "tattile", le immagini ci permettono quasi di sentire la fatica delle marce, il sudore che bagna la fronte a causa dell'umidità, l'odore del sangue. Le scene di battaglia rinunciano ad ogni estetizzazione della guerra, manca completamente la divisione del fronte in due parti, le immagini del combattimento a 360° mostrano l'orrore, la confusione, il caos ed il vero pericolo di morte: nella giungla non vi è scampo per sfuggire al nemico che accerchia le postazioni USA in una morsa mortale. Massimo realismo, anche se nell'ultima parte il film cede talvolta all'enfasi ed al sensazionalismo, convenzioni tipiche del genere bellico.
Autore critica:Valentina D'amico
Fonte critica:cinema.castlerock.it
Data critica:

7/1/2005

Critica 3:
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Data critica:



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