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Little Miss Sunshine -

Regia:Jonathan Dayton; Valerie Faris
Vietato:No
Video:
DVD:Fox
Genere:Drammatico
Tipologia:Diventare grandi, Giovani in famiglia, I bambini ci guardano
Eta' consigliata:Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori
Soggetto:
Sceneggiatura:Michael Arndt
Fotografia:Tim Suhrstedt
Musiche:Mychael Danna - brani eseguiti dalla band DeVotchka
Montaggio:Pamela Martin
Scenografia:Kalina Ivanov
Costumi:Nancy Steiner
Effetti:LOOK! Effects Inc. Adam Avitabile, Ian Eyre
Interpreti:Greg Kinnear (Richard), Toni Collette (Sheryl), Steve Carell (Frank), Alan Arkin (Nonno), Abigail Breslin (Olive), Paul Dano (Dwayne), Beth Grant (Nancy Jenkins), Justin Shilton (Josh), Jill Talley (Cindy), Marc Turtletaub (Dottore), Lauren Shiohama (Miss California), Wallace Langham (Kirby), Dean Norris (poliziotto statale McCleary), Bryan Cranston (Stan Grossman), Gordon Thomson (Larry Sugarman)
Produzione:Big Beach Films – Bona Fide Productions – Third Gear Productions Llc – Deep River Productions
Distribuzione:20th Century Fox
Origine:Usa
Anno:2006
Durata:

101’

Trama:

La tragicomica avventura della famiglia Hoover, una combriccola di bizzarri personaggi saliti a bordo del loro pulmino Volkswagen per accompagnare la piccola Olive, di soli 7 anni, al concorso di bellezza 'Little Miss Sunshine'. Della spedizione fanno parte: papà Richard, gran motivatore; mamma Sheryl e suo fratello Frank, reduce da un tentativo di suicidio; l'adolescente Dwayne, deciso a restare in silenzio finché non riuscirà a diventare un pilota militare; e per finire il nonno, espulso dalla casa di riposo perché scoperto a fare uso di sostanze stupefacenti...

Critica 1:Il segreto di Little Miss Sunshine, diretto con brio dalla coppia Jonathan Dayton & Valerie Faris noti come registi di video musicali, è sconvolgere lo schema tipico della sitcom in chiave di teatrino della crudeltà, senza perdere in simpatia. Quella degli Hoover di Albuquerque è una classica famigliola americana formata da Greg Kinnear, la moglie Toni Collette e due figlioli, l'adolescente Paul Dano e Abigail Breslin di anni sette. In più ci sono il nonno paterno Alan Arkin e lo zio Steve Carell, fratello di Collette, appena dimesso dall'ospedale. Tutto molto tipico e sano, salvo il fatto che Greg è autore di un programma su come avere successo che non ha alcun successo; che Toni, al secondo matrimonio, è talmente impegnata a mantenere l'equilibrio fra i suoi cari da rischiare di vedere saltare il proprio; che Paul, seguace delle teorie di Nietzsche e in rotta con tutti, ha deciso di restare muto e comunica esclusivamente tramite bigliettini; che il nonnino, sempre su di giri, è stato sbattuto fuori dall'istituto per uso di droga e che Carrell, reputato studioso di Proust, è reduce da un tentativo di suicidio per aver perso insieme l'amore e un importante riconoscimento accademico. L'unica a emanare una sorta di assurda positività è Abigail, che pur cicciottella e occhialuta è convinta di poter vincere il concorso di bellezza Little Miss Sunshine. L'evento coinvolge l'intero clan in un viaggio tragicomico verso Redondo, California, dove si svolge la gara. A bordo di uno scassato furgoncino, perfetto simbolo di una incasinata realtà interiore, vengono fuori frustrazioni e idiosincrasie che mettono i rapporti interpersonali a dura prova, finché nel grottesco finale la famiglia si ricompatta. Infranto da tempo il sogno americano, ora si parla di «disfunzione americana» e lo sceneggiatore Michael Arndt vi getta uno sguardo ironico e divertito, raccontando con una certa verità l'odierna difficoltà di vivere. Felicemente scelti e intonati, gli attori incarnano i personaggi con un'affettuosità che li riscatta.
Autore critica:Alessandra Levantesi
Fonte criticaLa Stampa
Data critica:

29/09/2006

Critica 2:Sheryl, moglie e madre per vocazione, alle prese con il secondo matrimonio, fatica a reggere le fila di un nucleo familiare assemblato a suon di copia-incolla: Richard, marito/padre alla ricerca ossessiva di un improbabile successo editoriale, Dwayne e Olive, rispettivamente adolescente ribelle e mini-reginetta di bellezza di provincia, il nonno, cacciato dalla casa di cura perché cocainomane, e, ultimo in ordine di arrivo, lo zio Frank, fratello di Sheryl reduce da un tentato suicidio. Una sgangherata famiglia, quella degli Hoover, che si ritroverà in viaggio su un cadente pulmino verso il concorso di bellezza per bambine più famoso della California, Little Miss Sunshine, per cui la piccola Olive è stata selezionata.
Il viaggio, a dir poco movimentato, ridefinirà i rapporti, e darà occasione a ciascuno, in modo inatteso e imprevedibile, di riconciliarsi con se stesso prima che con gli altri. Due registi esordienti, un cast di tutto rispetto, una sceneggiatura brillante sostenuta da un concept temerario. Ci troviamo dinnanzi a qualcosa di raro: un'opera fresca, capace di intrattenere e al contempo canalizzare emozioni in modo naturale. L'estrazione videoclippara dei neo-directors rischia l'invadenza, ma, se i tempi comici appaiono in principio tarati su tempistiche quasi pubblicitarie, il tiro viene prontamente raddrizzato, per un minutaggio che scorre fluido, scandito dal ritmo a tratti incalzante di passaggi e battute memorabili. Rigorosamente on-the-road (con il pensiero che inevitabilmente va al recente Sideways), si celebra a tutto tondo l'eccentricità del paradosso umano, a passo spedito attraverso le potenziali paludi della tragicommedia, battendo sentieri prossimi alla black comedy fino ai lastricati viottoli del grottesco suggerito. La sensazione, esaurita la trance cinematografica, già di per se indicativa della qualità della pellicola, è quella di un'opera realizzata da qualcuno che aveva realmente voglia di farlo. Tutto ciò non è poco. Anzi, è tanto.
Autore critica:Giovanni Idili
Fonte critica:Mymovies
Data critica:



Critica 3:
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Libro da cui e' stato tratto il film
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