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Esorcista (L’) - Exorcist (The)

Regia:William Friedkin
Vietato:14
Video:Warner Home Video - De Agostini (Gli Scudi)
DVD:Warner Home Video - De Agostini (Gli Scudi)
Genere:Horror
Tipologia:Spazio critico
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Tratto dal romanzo omonimo di William Peter Blatty
Sceneggiatura:William Peter Blatty
Fotografia:Owen Roizman, Billy Williams
Musiche:Jack Nitzsche
Montaggio:Norman Gay, Evan Lottman, Bud S. Smith
Scenografia:Bill Malley
Costumi:Joe Fretwell
Effetti:Pacific Title, Marcel Vercoutere
Interpreti:Ellen Burstyn (Chris Macneil), Max Von Sydow (Padre Lankester Merrin), Jason Miller (Padre Damien Karras), Lee J. Cobb (William Kinderman), Kitty Winn (Sharon Spencer), Linda Blair (Regan Teresa Macneil), Jack Macgowran (Burke Dennings), William O'malley (Dr. Klein)
Produzione:Hoya Productions, Warner Bros.
Distribuzione:Non reperibile in pellicola
Origine:Usa
Anno:1973
Durata:

121’

Trama:

Regan, dodicenne figlia dell'attrice MacNeil, in occasione di un ricevimento in casa propria inesplicabilmente dimostra segni di squilibrio mentale. La madre, preoccupata, ricorre a luminari che sottopongono la fanciulla sventurata a molteplici indagini e dolorose terapie, finendo con il confessare l'incapacità della scienza. Rumori inesplicabili e altri fenomeni, le indagini di Kinderman sulla strana morte di un regista amico di famiglia, tutto induce la madre atea a ricorrere al padre gesuita Karras. Questi, laureato in medicina e specializzato in psichiatria, tende a spiegare il caso di Regan come un fenomeno naturale; tuttavia, indotto da numerosi elementi, è costretto ad ammettere la "possessione" diabolica e a ricorrere al vescovo per l'esecuzione dell'esorcismo. Il rito viene compiuto da un anziano e preparato sacerdote con l'assistenza dello stesso Karras: Regan torna alla normalità; ma l'esorcista muore per apoplessia e padre Karras, a sua volta posseduto, si butta dalla finestra.

Critica 1:Sono passati ventisette anni da quando L’esorcista aggredì con le sue immagini shock gli spettatori di tutto il mondo: raccontano le cronache che il pubblico urlava e fuggiva dalle sale, che un pastore evangelico accusò il film di essersi alleato col Maligno; Entertainment Weekly e altre riviste lo misero in cima ai titoli più spaventosi di tutti i tempi. Ventisette anni sono tanti, ma per un film dell’orrore sono ancora di più. Dal 1973 a oggi, data di uscita dell’Esorcista-Versione integrale (è il «director’s cut», il montaggio voluto da Friedkin e dall’autore del romanzo Blatty, con l’aggiunta di undici minuti di immagini tagliate all’epoca e con un nuovo sonoro digitale), i nostri occhi hanno sopportato di tutto. Difficile spaventarsi quanto allora, anche vedendo la posseduta Regan camminare come un ragno a testa in giù (una scena che prima non c’era), ruotare il capo sul collo, o vomitare addosso agli esorcisti una melmosa crema verde. Però quello di Friedkin resta un film inquietante; spaventoso anche, ma per altri versi. La storia di Regan, la brava ragazzina di famiglia di Washington D.C. che, invasa da un demone, diventa violenta e scurrile, è immersa in un contesto quotidiano, tanto più spaventoso proprio a causa del suo aspetto famigliare. Le scene lunghe, molto parlate, mettono a confronto Chris MacNeil (Ellen Burstyn), la disperata madre dell’assatanata, prima con i medici che non riescono a spiegarsi il caso, poi con un ufficiale di polizia (Lee J.Cobb) e con i due esorcisti padre Karras (Jason Miller) e padre Merrin (Max von Sydow). Le scene di possessione esplodono come meteore nell’apparente normalità dei luoghi e dei personaggi; intense e brevi (salvo quella dell’esorcismo finale), non lasciano allo spettatore il tempo di abituarsi all’orrore, permettendo così di rilanciarlo nell’episodio successivo. I trucchi sono imparagonabili agli strepitosi effetti digitali con cui il cinema ci ha viziati in seguito: il letto che vibra o Regan che fluttua nella stanza, ad esempio, furono realizzati con cinture, bardature e carrucole; eppure, fanno ugualmente paura. Ma la vera forza dell’Esorcista, ancora intatta nella «versione integrale», è di avere anticipato le tendenze mistiche, demoniache o spiritualistiche che si stavano affacciando allora; e che oggi si sono consolidate, garantendo al film un’aura di attualità.
Autore critica:Roberto Nepoti
Fonte criticala Repubblica
Data critica:

3/12/2000

Critica 2:altro che progetto della Strega di Blair! Satana ritorna 27 anni dopo e il suo è ancora attualissimo, ben oltre gli strombazzati 11 minuti aggiuntivi (col repechage della sequenza del ragno, qualche ritocco digitale e poco altro) ciò che è rimasto insuperato dal cinema demoniaco di oggi è il senso profondo dell'orrore descritto da William Friedkin: il Male vero non si cela in un bosco della provincia americana, semmai nell'apparente calma di una famiglia allo sfascio (Ellen Burstyn e Linda Blair) o nei tormenti di un prete in crisi, pronto a insinuarsi tra le lenzuola di un'innocente, a trasformarsi in malattia, abbandono, omicidio. Se la leggenda di Blair era inventata, il diavolo esiste e abita in ognuno di noi. Ansiogeno più che orrorifico, oggi come allora.
Autore critica:Marco Consoli
Fonte critica:Ciak
Data critica:

1/1/2001

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



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