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Acciaio -

Regia:Walter Ruttmann
Vietato:No
Video:Video Club Luce
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Il lavoro, Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:Tratto dal racconto "Giuoca, Pietro!" di Luigi Pirandello
Sceneggiatura:Emilio Cecchi, Stefano Landi, Walter Ruttmann, Mario Soldati
Fotografia:Domenico Scala, Massimo Terzano
Musiche:Gian Francesco Malipiero
Montaggio:Giuseppe Fatigati, Walter Ruttman
Scenografia:Gastone Medin
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Piero Pastore (Mario Vellini), Isa Pola (Gina), Vittorio Bellaccini (Pietro Ricci), Alfredo Polveroni (Giuseppe Ricci), Olga Capri (Emma Ricci), Arcangelo Aversa, Romano Calo', Romolo Costa, Luigi Erminio D'Olivo, Giulio Massarotti, Enzo Pagliericci, Domenico Serra
Produzione:Emilio Cecchi per La Cines
Distribuzione:Cineteca Nazionale
Origine:Italia
Anno:1933
Durata:

67’

Trama:

Due giovani, amici da tempo, litigano a causa di una ragazza della quale sono innamorati entrambi, ma il lavoro li costringe a vivere insieme. Uno dei due, a causa di un incidente in fabbrica , muore e l'altro viene ritenuto responsabile. Considerato quasi un assassino, è costretto ad allontanarsi, ma passato un po' di tempo, l'amore per la fanciulla e la sua onestà verso il lavoro, lo fanno tornare sulle sue decisioni rientrando a casa e alla fabbrica.

Critica 1:Dalla Cines di Emilio Cecchi, un soggetto tratto da Pirandello. Sullo sfondo delle acciaierie di Terni, la rivalità in amore fra due operai e un incidente sul lavoro provocano un clima accusatorio verso il superstite, che entrerà in crisi. Ma lo salverà l'amore. Dal regista tedesco di Berlino-Sinfonia di una grande città.
Autore critica:
Fonte critica
Data critica:



Critica 2:Quanto ad Acciaio se n'è parlato e scritto molto; il film interessa ancora per la sua esemplare schizofrenia. Da una parte si coglie un imperativo etico molto simile a quello de cameriniano Rotaie (1929), ossia la ricomposizione attraverso il lavoro che sana le indiscipline della passione, nonché le ambizioni sportive, la devianza criminale vera e propria dall'altra c'è il conflitto squisita mente formale fra la drammaticità romanzesca e quella veristico-visionaria. La forza della materia, che si manifesta prima con le prolungati cadute d'acqua poi con le altrettanto lunghe sequenze dell'altoforno attrae continuamente il regista fino a fargli smarrire ogni equilibri drammaturgico. Sono sempre forze che si scontrano: la forza degli elementi, dei corpi, dei sentimenti, del dolore. Dicevamo veristico-visionaria, a propisito della drammaticità che si oppone al romanzo, perchè l'intento di aderire alla realtà non si disgiunge mai da una fascinazione visiva febbricitante, da un eccesso che trasforma la materialità delle situazioni in allucinazione espressionista. Un ibrido, perciò, dove le logiche del racconto sono compresse e banalizzate quanto più non si potrebbe, da un'energia anarchica e distruttiva.
Autore critica:Tullio Masoni
Fonte critica:Cineforum n. 310
Data critica:

12/1991

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
Titolo libro:Giuoca, Pietro!
Autore libro:Pirandello Luigi

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