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Gilda - Gilda

Regia:Charles Vidor
Vietato:No
Video:Biblioteca Rosta Nuova, visionabile solo in sede - Columbia Tri Star Home Video, Ricordi Video
DVD:
Genere:Drammatico
Tipologia:Storia del cinema
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:E.A. Ellington
Sceneggiatura:Jo Eisinger, Ben Hecht, Marion Parsonnet
Fotografia:Rudolph Mate'
Musiche:Hugo Friedhofer; canzoni "Amado Mio" e "Put the Blame On Mame" di Doris Fisher e Allan Roberts
Montaggio:Charles Nelson
Scenografia:Stephen Goosson, Van Nest Polglase
Costumi:Jean Louis
Effetti:Lawrence W. Butler, Donald C. Glouner
Interpreti:Rita Hayworth (Gilda), Glenn Ford (Johnny Farrell), George Macready (Ballin Mundson), Joseph Calleia (Obregon), Steven Geray (Zio Pio), Ludwig Donath (German), Gerald Mohr (Capitan Delgado), Joe Sawyer (Casey), Robert E. Scott (Gabe Evans)
Produzione:Columbia Pictures Corporation
Distribuzione:Cineteca dell’Aquila
Origine:Usa
Anno:1946
Durata:

110’

Trama:

Gilda è una procace ballerina che, abbandonata dall'amante, giura di vendicarsi e a tale effetto si fa sposare dal ricco proprietario di una elegante bisca di Buenos Aires. Accade che l'ex amante divenga l'ispettore della bisca e ben presto l'uomo di fiducia e l'amico del proprietario. Intanto Gilda fa inutilmente ogni sforzo per risvegliare nell'ex amante l'antica passione e farlo mancare ai suoi doveri. Venuto a conflitto per ragioni di interesse con due tedeschi, il proprietario della bisca ne uccide uno e per sottrarsi alle conseguenze inizia una precipitosa fuga, durante la quale egli scompare. Lo si crede morto e i due superstiti, benchè separati da rancori insuperabili, si sposano per motivi di interesse. Ma il proprietario della bisca riappare improvvisamente ed è sul punto di ucciderli, quando un inserviente, fedele a Gilda, li salva, uccidendo lui. I due hanno compreso finalmente di fronte al pericolo comune, che la passione che li unisce è piu' forte di ogni altro sentimento.

Critica 1:Ballin Mundson, proprietario di un casinò di Buenos Aires, che gli serve da copertura per un trust che controlla la produzione del tungsteno, sposa un'ex ballerina, già amata da Johnny, il suo fedele collaboratore. Il triangolo che si regge su un complesso rapporto di amore-odio non si spezza nemmeno con la morte di uno dei tre. Film di culto per i fan di Rita, corpo d'amore ribelle al suo ruolo di oggetto, che canta meravigliosamente "Put the Blame on Mame" e danza splendidamente "Amado mio". L'assurdità dell'intrigo diventa un difetto secondario in questa miscela di noir e melodramma passionale in cui i dialoghi di Marion Parsonnet sono di un Kitsch che sfiora il sublime. La latente carica omosessuale di questa pietra miliare nella storia del divismo fu scoperta soltanto dalla critica europea.
Autore critica:
Fonte criticaIl Morandini – Dizionario dei film, Zanichelli
Data critica:



Critica 2:Gilda, distribuito nel 1946, ha avuto un successo enorme. Era il film che i soldati americani appena tornati dal fronte andavano a vedere con la moqlie o le fidanzate, le quali spesso tornavano a vederlo una seconda volta per scoprire il segreto del magnetismo di Rita Hayworth. Gilda è stato anche il film che fece della Hayworth l'attrice cinematografica più conosciuta del mondo da quando la prima bomba atomica, che esplose dopo la guerra presso le isole Bikini, venne battezzata dall'equipaggio incaricato del lancio con il titolo del film. La rivista «Time» raccontò così l'avvenimento: 'L'equipaggio di tecnici che ha battezzato il missile con il nome di Gilda, in omaggio all'ultimo film della rossa diva della Columbia, gli ha anche amorevolmente incollato sopra una fotografia dell'attrice. II tributo spontaneo ha fatto guadagnare alla Hayworth altrettanta pubblicità di quanta se n'è assicurata Gilda esplodendo nelle classifiche degli incassi. Si è trattato per la Columbia del più incredibile colpo pubblicitario mai fatto in assoluto. E per di più gratis».
La Hayworth era riuscita a fare della donna dalla moralità ambigua e dai sentimenti instabili prevista dalla storia, una straordinaria presenza sessuale, attorno a cui ruotavano il film e la stessa attenzione del pubblico. Nonostante gli ambienti esotici e gli intrighi internazionali evocati da una sceneggiatura più scombinata del solito, la vera "suspense" di Gilda continuava a riguardare la protagonista, di cui il pubblico si chiedeva per quanto sarebbe riuscita a portare l'abito senza spalline, mantenendolo in bilico sulle preoccupazioni della censura. Nonostante le contraddizioni del personaggio, che con altre attrici sarebbe probabilmente franato nel ridicolo, la Hayworth riuscì a fare del personaggio di Gilda, sensuale, tempestosa, amorale, vendicativa e bellissima, una creatura dal fascino misterioso e irripetibile.
Gilda è anche il film in cui si può sentire per un attimo la vera voce della Hayworth cantare. Se in quasi tutte le canzoni è doppiata da Anita Ellis, è con la sua voce che canta e strimpella su una chitarra il ritornello di «Put the Blame on Mame», rivelando una voce melodiosa e intonata. Si sa, del resto, che aveva cantato nella rivista musicale "Charlot's Revue", presentata nel 1940 al Capitan Theatre di Hollywood.
La critica infierì generalmente su Gilda, considerandolo tutt'al più "spazzatura di classe" ma salvando di solito l'attrice.
L'espressione è di Kate Cameron, cne ne scrisse sul «Daily News" di New York: «I personaggi dei dramma sono interessanti e ben interpretati, e, anche se la storia ha tutti gli elementi della "spazzatura d'alta classe", il regista Charles Vidor e i suoi sperimentati attori, gli assicurano una certa efficacia e una certa suspense». Ruth Waterbury ha scritto nel «Los Angeles Examiner «Rita Hayworth, che recita per la prima volta in un ruolo drammatico, si dimostra un'intelligente donna di spettacolo. E' un'attrice che riesce ad essere molto commovente, dotata di una straordinaria gamma di possibilità drammatiche. Per non parlare della sua bellezza. Il risultato è un melodramma fastoso e affascinante. Se la storia è inverosimile, potete tranquillamente ignorarla concentrandovi sulla protagonista». Louise Levitas sul «New York PM» ha scritto: «Il film oscilla lentamente da un climax all'altro, sempre sul punto di esplodere, ma senza mai riuscirci veramente, tranne quando la Hayworth è presente sullo schermo. Nei suoi aderenti abiti da sera, che riescono appena a contenerla, la Hayworth si muove come un felino, suscitando violente emozioni. La parola magica per Gilda è opulenza».
Autore critica:G. Ringgold
Fonte critica:Rita Hayworth, Gremese Ed.
Data critica:

1982

Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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