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Alcuni giorni della vita di I. I. Oblomov - Neskol'ko dnej iz zizni I. I. Oblomova

Regia:Nikita Mikhalkov
Vietato:No
Video:Deltavideo, Mondadori Video (Joker)
DVD:General Video
Genere:Drammatico
Tipologia:Letterature altre
Eta' consigliata:Scuole medie superiori
Soggetto:ispirato al romanzo "Oblomov" di Ivan Goncharov
Sceneggiatura:Aleksandr Adabashyan, Nikita Michalkov
Fotografia:Pavel Lebesev
Musiche:Eduard Artemyev, tratte dalla "Norma" Di Vincenzo Bellini, brani di Sergei Rachmaninov.
Montaggio:Eleonora Praksina
Scenografia:Aleksandr Adabashyan, Aleksandr Samulekin
Costumi:Maya Abar-Baranovskaya
Effetti:Yu Chekmaryov
Interpreti:Oleg Tabakov (Ilja Iljic Oblomov), Jurij Bogatyryov (Andrej Ivanovic Stoltz), Andrej Popov (Zachar), Elena Solovej (Olga Ilinskaja), Avangard Leont'ev (Alekseev), Andrej Razumovskij (Ilya bambino), Oleg Kozlov (Stoltz bambino), Elena Klescevskaja (Katja), Galina Sostko (zia di Olga), Gleb Strizenov (il barone), Evgenij Steblov (padre di Oblomov), Evgenja Glusenko (madre di Oblomov), Nikolaj Pastukhov (padre di Stoltz)
Produzione:Mosfilm
Distribuzione:Non reperibile in pellicola
Origine:Urss
Anno:1979
Durata:

143’

Trama:

Ilja Iljic Oblomov è un proprietario terriero che vive a Pietroburgo con la rendita di una sua lontana e trascurata tenuta. Le sue giornate scorrono nella più assoluta abulia; in una camera coperta di polvere, tra fogli ingialliti e vecchi mobili, egli vive sdraiato su un emblematico divano, dormendo e rifugiandosi nei sogni. Oblomov ha rinunciato ad una carriera perché ritiene la burocrazia noiosa ed umiliante per l'uomo ed è disgustato dalla vita di società che gli appare come un mondo di falsità, grettezze, superbia, senza nulla di profondo, senza uno scopo spirituale che lo animi. "I membri della società sono dei cadaveri, degli uomini più addormentati di me!" dice sdegnato all'amico Stolz che vuole farlo uscire dalla solitudine. Ma i ripetuti tentativi dell'amico, uomo energico ed attivo che si oppone alla pigrizia di Oblomov, e, soprattutto l'incontro e l'amore di Olga, sembrano condurre Oblomov ad una nuova vita. Egli si risveglia all'attività, allo spirito d'iniziativa, è mosso da nuovi, appassionati sentimenti. Ma è una breve illusione. Oblomov teme i cambiamenti e Olga rinuncia a farne un uomo diverso. Si separano e Olga sposerà Stolz, mentre Oblomov, nel matrimonio con una donna semplice e quieta, troverà quella serenità che è il suo ideale di vita.

Critica 1:“Lo star disteso, per lui, era una posizione normale”, con questa descrizione un po’ ironica e un po’, in fondo, tristemente oggettiva, si apre la trasposizione del romanzo di Ivan Goncharov che il regista russo Nikita Michalkov realizzò nell’ormai lontano 1979. Cinema d’altri tempi, ed altri tempi erano infatti quelli, quando la Russia era ancora Unione Sovietica ed il cinema era ancora uno strumento potente, anche se ormai logoro, nelle mani del regime. E Michalkov, fratello più giovane di Andrei Konchalovsky, ben si adattò a quest’epoca di passaggio, confezionando pellicole che non erano né palesemente di regime e neppure, come Tarkovsky o Vasili Shukshin, al di fuori delle “estetiche” socialiste dominanti. Attore già dagli anni Cinquanta, si affermò nella metà degli anni Settanta con un vero western sovietico, Amico tra i nemici, nemico tra gli amici, cui seguirono pellicole di un certo successo, anche europeo, come Schiava d’amore e Partitura incompiuta per pianola meccanica. Erano ancora lontani i giorni dell’Oscar per il miglior film straniero, vinto nel ‘94 con Sole ingannatore, ma già allora, con questo Alcuni giorni della vita di Oblomov, Michalkov si caratterizzava come un cineasta “da esportazione”, dotato di un buon occhio “estetico”, di una discreta forza narrativa e, soprattutto, di un’attenzione per la recitazione (da cui proveniva) che lo ha fatto divenire uno dei registi più noti, internazionalmente, per questa capacità di trarre il massimo dai suoi attori (cosa di cui si è occupato anche in diversi corsi di regia e recitazione in giro per l’Europa). Se il titolo sembra voler chiudere lo sguardo su alcuni frammenti della vita del popolare personaggio di Goncharov, questo piccolo uomo pigro e indolente, che nessuno riesce a far uscire dal proprio proverbiale torpore esistenziale, in realtà il film di Michalkov ne raccoglie alcune tracce dell’infanzia (anche grazie a numerosi flashback) e del futuro, ben oltre la breve storia, di pigrizia, amicizia (con Stoltz) e amore (con la bella Olga) che qui viene raccontata. Il tutto è confezionato con grande maestria. Le capacità figurative di Michalkov sono un piacere per gli occhi e quando stiamo per passare dal godimento alla noia (come il suo protagonista) della visione, ecco che cresce una storia d’amor fou, con un Oblomov che si scopre incapace d’amare, la donna, la vita, se stesso. Ma, allo stesso tempo, sarà anche capace di provare sensazioni impreviste e vedere il mondo, finalmente, rovesciato. Sarà la “cura” dei sentimenti, che lo trasformerà, almeno nell’animo. Un film che cresce lentamente, come il suo protagonista, interpretato da un perfetto Oleg Tabakov, cui Michalkov lascia tutto lo spazio possibile. (…)
Autore critica:
Fonte criticaDvd.it
Data critica:



Critica 2:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



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