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Full Monty - Squattrinati organizzati - Full Monty

Regia:Peter Cattaneo
Vietato:No
Video:Twenty Century Fox
DVD:Entertainment
Genere:Commedia
Tipologia:Il lavoro
Eta' consigliata:Scuole elementari; Scuole medie inferiori; Scuole medie superiori
Soggetto:Simon Beaufoy
Sceneggiatura:Simon Beaufoy
Fotografia:John De Borman
Musiche:Anne Dudley
Montaggio:David Freeman
Scenografia:Max Gottlieb
Costumi:
Effetti:
Interpreti:Mark Addy, Robert Carlyle, Paul Barber, Dennis Blanch
Produzione:Uberto Pasolini per Redwave
Distribuzione:Uip
Origine:Gran Bretagna
Anno:1997
Durata:

91'

Trama:

A Sheffield, maggior centro siderurgico britannico, sono finiti i bei tempi degli anni '60. Acciaierie e fabbriche hanno chiuso i battenti, il lavoro si è automatizzato e molti operai sono stati licenziati. Tra questi c'è Gaz, separato dalla moglie alla quale è stato affidato anche il figlio adolescente che però, nonostante tutto, è disposto a dare ancora fiducia al padre. Intorno a Gaz si muove un gruppo di amici, tutti disoccupati ed in cerca di una soluzione. C'è anche Gerald, che era un dirigente, e che ancora non ha trovato il coraggio di dare la notizia alla moglie. Alla ricerca di un occasione, Gaz lancia l'idea di allestire un numero di striptease per raggranellare qualche soldo. In un capannone Gaz fa alcune selezioni per formare un gruppo. Sono in sei alla fine a gettarsi nell'avventura, che però sembra finire ben presto, quando i poliziotti intervengono ad interrompere le prove e arrestano tutti. I sei amici pensano di abbandonare tutto, ma il proprietario del locale dove è prenotato lo spettacolo dice che sono stati venduti molti biglietti, e allora Gaz torna alla carica. Convince di nuovo i più incerti (tra cui Dave, che aveva trovato lavoro in un grande magazzino) e il gruppo si prepara. Finalmente si va in scena, e gli improvvisati artisti eseguono il loro numero di striptease, fino in fondo, senza veli.

Critica 1:La miscela fra humour proletario inglese e commedia italiana dà vita a un film stringato, molto divertente e a tratti tenero, soprattutto nei momenti in cui ciascun personaggio deve fare i conti con la moglie, i figli, la famiglia. Full Monty è scritto benissimo da Simon Beaufoy e recitato magnificamente da un cast in cui spicca Robert Carlyle, ma il migliore è forse Tom Wilkinson nel ruolo di Gerald. La regia dell'esordiente Peter Cattaneo è invece poco più che corretta, epperò funzionale alla storia. Deliziosa la colonna sonora (con vecchie perle di Donna Summer e Hot Chocolate) e molto buono il doppiaggio curato da Tonino Accolla. Dopo averne tanto sentito parlare, vi resta un'unica cosa da fare: andare a vederlo.
Autore critica:Alberto Crespi
Fonte criticaL'Unità
Data critica:

15/3/1998

Critica 2:Ancora grazie, Mrs. Thatcher. Anche il (quasi) debutto di Peter Cattaneo si inserisce in quel filone del cinema inglese che si guarda indietro con rabbia corretta col grottesco al suono della banda. Ha detto bene il produttore Pasolini: The full monty è Ken Loach dopo una sbornia. Il risultato di questo piccolo grande film che ha moltiplicato per 60 i 5 miliardi spesi, è un miracolo di ironia, misura, intelligenza. Non sprecate l'aggettivo “carino” invano, perché il regista parte da un riscontro duro con la realtà: l'umiliazione dell'ozio coatto, il deteriorarsi dei rapporti affettivi. Poi la storia scritta da Simon Beaufoy prende il via con una tale precisione di ruoli ed effetti che i sei “caratteristi” sono complementari e contrapposti - il grasso, il magro, il borghese ballerino, il gay velato, il superdotato, il nero - e scoprono insieme con virile meraviglia il proprio corpo sconosciuto, invidiando Jennifer Beals e snobbando i residuati d'ipocrisia borghese. Non solo c'è un'idea geniale alla base - sei rudi metalmeccanici disoccupati di Sheffield, ex capitale dell'acciaio, per sopravvivere hanno l'idea di esibirsi in uno show di strip-tease - ma è geniale il percorso narrativo, cosparso di tante, esatte, pungenti e non casuali osservazioni psicosomatiche. E di fini attenzioni per questo ex sesso forte che svende le proprie peculiarità e si concede, con inquadratura fissa da dietro, allo strip integrale, appunto il “full monty” con tanga rosso al vento. Cattaneo è straordinario nel non sovraccaricare le trovate (anzi), evita i trabocchetti volgari, suggerisce doppie verità e letture, avendo scelto una compagnia di attori non divi (la star è Robert Carlyle), in cui nessuno sbaglia una mossa, un passo, un'occhiata, ottenendo subito una totale complicità emotiva-sindacale dal pubblico. Tifiamo per l'Oscar. E' una delle rare volte in cui si ride senza pentirsi: anche perché la raccolta di questi poveracci, così folk, sottintende un bel messaggio di umana solidarietà, merce rara e protetta da un'ironia che più inglese non si può (del resto hanno loro il copyright della rivoluzione industriale). E' uno di quei film che, senza far la voce grossa ma mixando realismo e parabola, riconciliano col cinema, mandandoci a casa con qualche dubbio sulla solitudine (marxiana e marziana) di chi ha perso lavoro e dignità in un colpo solo.
Autore critica:Maurizio Porro
Fonte critica:Corriere della Sera
Data critica:



Critica 3:
Autore critica:
Fonte critica:
Data critica:



Libro da cui e' stato tratto il film
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Autore libro:

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