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Colori della passione - The Mill and The Cross (I) - Mill and The Cross (The)


Regia:Majewski Lech

Cast e credits:
Soggetto: ispirato al dipinto "La strada per il Calvario" (1564) di Peter Bruegel e al libro "I colori della Passione - The Mill And The Cross" di Michael Francis Gibson; sceneggiatura: Michael Francis Gibson, Lech Majewski; fotografia: Lech Majewski, Adam Sikora; musiche: Lech Majewski, Józef Skrzek; montaggio: Eliot Ems, Norbert Rudzik; scenografia: Katarzyna Sobanska, Marcel Slawinski; costumi: Dorota Roqueplo, Ewa Kochanska; effetti: Pawel Tybora, Wojciech Lebkowski, Artur Kopp, Piotr Kierzkowski, Odeon Film Studio, Katamaran Rosenbot; interpreti: Rutger Hauer (Pieter Bruegel), Charlotte Rampling (Maria), Michael York (Nicholas Jonghelinck), Joanna Litwin (Marijken Bruegel), Dorota Lis (Saskia Jonghelinck), Ruta Kubas (Esther); produzione: Lech Majewski, Malgorzata Domin, Piotr Ledwig per Telewizja Polska-Freddy Olsson- Bokomotiv Filmproduktion-Odeon Studio-Silesia Film-24 Media-Supra Film-Arkana Studio-Piramida Film; distribuzione: Cg; origine: Polonia-Svezia, 2011; durata: 97’.

Trama:Un viaggio dentro all'epico capolavoro del maestro fiammingo Pieter Bruegel, "La salita al Calvario" (1564): la tela riproduce la Passione di Cristo ambientando la scena nelle Fiandre del XVI secolo, sconvolte dalla brutale occupazione spagnola. Il protagonista della narrazione è il pittore stesso intento a catturare frammenti di vita di una dozzina di personaggi: la famiglia del mugnaio, due giovani amanti, un viandante, un'eretica, la gente del villaggio e i minacciosi cavalieri dell'Inquisizione spagnola. Le storie disperate di questi uomini e di queste donne, costretti ad affrontare la sanguinosa repressione in corso, si sviluppano e si intrecciano sullo sfondo di un paesaggio suggestivo e surreale popolato da oltre cinquecento figure. Tra di loro, oltre al pittore, ci sono l'amico e collezionista d'arte, Nicholas Jonghelinck, e la Vergine Maria.

Critica (1):"Nel 2005, lo scrittore e critico d'arte Michael Francis Gibson vide 'Angelus' di Lech Majewski in un cinema di Parigi. Affascinato dalla sensibilità pittorica dello sguardo registico di quest'ultimo, Gibson gli fece avere una copia del suo libro 'The Mill and The Cross' (Il mulino e la croce), un'analisi del dipinto "La salita al Calvario" di Pieter Bruegel. Majewski, colpito dalle riflessioni formulate da Gibson sull'opera di Bruegel, decise allora di sviluppare un progetto ambizioso: la trasposizione cinematografica del lavoro del maestro fiammingo, attraverso il ricorso alla tecnica dei tableaux vivant (già sperimentata in campo cinematografico da registi del calibro di Pasolini, Godard, Greenway). Per Lech Majewski questa sfida ben si inseriva nel percorso artistico da lui iniziato anni prima nel campo della pittura e della poesia, e proseguito in seguito con la realizzazione di film di grande rilevanza artistica."
(dalle note di produzione)

Critica (2):Lech Majewski ha fatto il miracolo: il regista sperimentale polacco amico di Basquiat e Andy Warhol ha dato vita, o meglio vite, al quadro capolavoro fiammingo La salita al Calvario (1564) di Peter Bruegel il Vecchio. Videoarte pretenziosa che non regge la dimensione narrativa? Niente affatto. Siamo alle soglie del capolavoro. Colpito da un saggio critico che indagava le tante storie e misteri dietro quell'enorme campo lungo in cui Bruegel descrisse meticolosamente 500 personaggi del suo tempo, adattando anacronisticamente il calvario del Cristo a usi e costumi dell'Europa del XVI secolo con un sagace accenno alla situazione politica della sua amata terra (gli spagnoli invasori sono i cavalieri rossi rappresentanti l'oppressione dell'occupazione delle Fiandre), Majewski ci riporta indietro nel tempo e come The Artist non usa quasi mai la parola per descrivere la quotidianità del 1500. Come Bruegel nasconde la figura del Cristo al centro del quadro a dimostrazione di una sua convinta filosofia di vita (...), così Majewski introduce la figura di Maria (un'austera Charlotte Rampling) e le sofferenze del figlio Gesù a metà film, tra il risveglio di una casa borghese allegramente sovrastata dal chiasso dei bimbi (è la dimora di Bruegel stesso) e il misterioso linciaggio di un giovane popolano portato al patibolo con il Cristo senza che nessuno possa saperne il perché. (...) Molto più coinvolgente, e accessibile, del Nightwatching (2007) di Greenaway ispirato al famoso quadro di Rembrandt.
Francesco Alò, Il Messaggero, 30/3/2012

Critica (3):Quattro anni di ossessione, l'uso meticoloso delle nuove tecnologie così da poter rappresentare più punti di vista in ogni inquadratura, una tavolozza fedelissima all'originale: è tutto ciò che è servito per poter «incontrare Bruegel sul suo stesso territorio». Spiega così il regista polacco Lech Majewski il suo nuovo film I colori della passione, audace viaggio in forma fiamminga nel brulicare della vita delle Fiandre al tempo del pittore Pieter Bruegel il Vecchio. (...) Il film di Majewski non è il primo dedicato a Bruegel, prima di lui si era cimentato con quelle raffinatissime atmosfere Tarkovskij (difficile non rimpiangerlo). Sullo schermo, privi di ogni narrazione, scorrono, uno dopo l'altro, alcuni tableau vivants - il mugnaio, i saltimbanchi, pastori e poi lui, il pittore (Rutger Hauer) testimone dell'ingiustizia che, pioggia vento o sole, è sempre fuori, in mezzo alla gente, pronto a dipingere ciò che vede. È una delle poche persone parlanti e pensanti del film che – se si esclude il 'Miserere' – è costruito sui rumori «naturali» e prevede un solo crescendo drammatico quando gli zoccoli dei cavalli dei soldati spagnoli battono il terreno annunciando soprusi e morte. La passione di Cristo, sotto lo sguardo di Maria (Charlotte Rampling) si consuma fra le colline, in un tempo non suo, al di fuori della cronologia ufficiale, così da assumere su di sé echi simbolici più consistenti. La tangenza con la contemporaneità è altissima, la medesima che il regista dice di voler proporre con il suo prossimo lavoro, che sarà dedicato a Dante.
Arianna Di Genova, Il Manifesto, 30/3/2012

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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