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Pusher II - With Blood On My Hands


Regia:Refn Nicolas Winding

Cast e credits:
Sceneggiatura: Jens Dahl, Nicolas Winding Refn; fotografia: Morten Søborg; montaggio: Anne Østerud; scenografia: Rasmus Thjellesen; costumi: Jane Whittaker; musica: Peter Peter; interpreti: Mads Mikkelsen (Tonny), Jesper Salomonsen (Indsat #5), Leif Sylvester (Smeden), Anne Sørensen (Charlotte), Kurt Nielsen (Kusse-Kurt)-Karsten Schrøder (Røde), Zlatko Buric (Milo); produzione: NWR Aps-DFI - Danish Film Institute-TV2 Danmark-Nordisk Film (K)- Pusher 2 Ltd (UK); distribuzione: Nordisk Film A/; origine: Gran Bretagna-Danimarca, 2004; durata: 100’. Vietato 14

Trama:Copenaghen. Dopo alcuni mesi di detenzione, Tonny esce dal carcere pieno di debiti come al solito: per alzare un po’ di grana si rivolge al padre, il Duca, proprietario di un’officina nonché boss della mala di un certo peso. Questi, dopo qualche titubanza, acconsente a tenerlo con sé per un periodo di prova, giusto per vedere se ha messo la testa a posto. Inizialmente le cose vanno lisce e Tonny dà il suo contributo ai colpi organizzati dal Duca, ma sulla sua testa cadono all’improvviso un paio di tegole pesanti: Charlotte, una donna con cui è stato prima di finire in carcere, ha partorito un bambino e sostiene che il padre sia lui; Kurt, suo vecchio amico, lo coinvolge in un affare di droga che prende subito una brutta piega.

Critica (1):(...) Pusher II (è) più uno spin-off che un sequel vero e proprio, dal momento che il protagonista del secondo capitolo non è più Frank ma il suo ex braccio destro Tonny (Mads Mikkelsen, diventato nel frattempo uno dei più affermati attori danesi).
Anche il titolo è leggermente fuorviante, poiché in Pusher II lo spaccio di droga non costituisce più il tema portante del film, rappresentato invece dal difficile rapporto tra l’inaffidabile Tonny e il burbero padre Smeden (Leif Sylvester Petersen), boss che traffica in auto rubate e che considera il fidato Ø (Øyvind Hagen-Traberg) più meritevole di affetto del figlio naturale. Per quanto irrequieto e sregolato (tira tutta la coca che gli capita a portata di naso), Tonny cerca di riconquistare la fiducia paterna mettendosi al suo servizio e pensando di fare cosa gradita portando nella sua officina una Ferrari sgraffignata per le strade di Copenaghen. Ma più si impegna (a modo suo, ovviamente) più il padre lo maltratta, finendo per umiliarlo pubblicamente durante la festa del matrimonio di Ø.
La struttura del gangster movie è poderosamente piegata in direzione tragica. Ne è riprova il gioco di simmetrie che caratterizza le vicende di padre e figlio: Smeden ha una bambina che adora ma la cui madre Jeanette (Lenina Christiansen) è una prostituta che minaccia di denunciarlo se non otterrà la tutela; Tonny si scopre padre di un bambino avuto da Charlotte (Anne Sørensen), una donna che si è scopata mezza Copenaghen e che lo disprezza apertamente, pretendendo da lui soltanto i soldi per crescere il figlio. Ma strada facendo Tonny inizia ad affezionarsi al bambino e a prendersi progressivamente cura di lui, fino ad aggredire Charlotte perché si rifiuta di riportare il pargolo a casa. Un dramma famigliare travestito da noir, insomma.
Dal primo capitolo sono passati otto anni di cinema e la differenza si vede: Refn gira molto meglio e utilizza gli spazi con maggiore raziocinio, dettagliandoli concretamente e sfruttandoli scenograficamente (si veda la pregevole sequenza del furto di auto nella concessionaria). Anche le luci sono dosate con maggiore cognizione di causa (il direttore della fotografia è il solito Morten Søborg) e i movimenti della macchina a mano, pur ininterrotti, non degenerano in confusionismo visivo. (...)
Alssandro Baratti, spietati.it

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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