RETE CIVICA DEL COMUNE DI REGGIO EMILIA
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Sopra le nuvole


Regia:Stefani Riccardo, Guigli Sabrina

Cast e credits:
Soggetto: Riccardo Stefani, Sabrina Gigli; sceneggiatura: Riccardo Stefani, Sabrina Gigli; fotografia: Gigi Martinucci; musiche: Marco Piacentini - canzone finale di Saverio Grandi; montaggio: Valentina Girono; scenografia: Paola Camozzi; costumi: Paola Camozzi; interpreti: Maximiliano Czertok, Battista Ghitalla, Sabrina Gigli, Roberto Secchi, Omar Stefani, Riccardo Stefani, Marco Gigli, Remo Secchi, Pietro Secchi, Silvia Gigli, Stefano Ghitalla, Nico Bettuzzi, Carlo A. Passatelli; produzione: Fra Le Nuvole Soc. Coop., The Bottom Line S.R.L.; distribuzione: The Bottom Line S.R.L; origine: Italia, 2008; durata: 87’.

Trama:1943. Adriano, dopo essere sfuggito ai bombardamenti di Genova, nei quali ha perso la vita sua moglie, torna a vivere nel piccolo paese nell’ Appennino Emiliano insieme alla figlia ventenne, Elena. Lì incontra alcuni suoi familiari lasciati tempo addietro e molti dei suoi amici. La guerra nella terra dell’uomo non è ancora arrivata con la sua crudeltà ma nel marzo 1944 la tranquilla vita della gente dei due paesi di Cervarolo (RE) e di Monchio, Savoniero, Costrignano e Susano (MO) verrà presto sconvolta dalle truppe tedesche della compagnia E. Goering e da quella che sta diventando una sanguinosa guerra civile in tutta Italia

Critica (1):Il film (…) racconta i rastrellamenti e gli eccidi nazisti di Monchio (Mo) e Cervarolo (Re) del 18 e 20 marzo del 1944, ad opera delle truppe di Hermann Goering. A 65 anni di distanza la pellicola rievoca quel tragico evento, il cui prodromo parte nel 1943, quando Adriano, dopo essere sfuggito ai bombardamenti di Genova, nei quali ha perso la vita sua moglie, torna a vivere in piccolo paese degli Appennini insieme con la figlia ventenne, Elena. Lì incontra alcuni suoi familiari lasciati tempo addietro, Ines e Dante, e molti dei suoi amici. Quei luoghi sembrano essere stati risparmiati dalla guerra, e la vita procede tranquillamente. Ma la tregua sembra non risparmiare il villaggio, quando in tutta Italia ha inizio la guerra partigiana. Fra il 18 e il 20 marzo 1944, Hermann Goering, con le sue truppe interviene sugli abitanti del paese nel tentativo di individuare i ribelli e i partigiani. A Cervavolo (Re) quasi la totalità degli abitanti è spedita a lavorare nei campi di prigionia. Ventiquattro uomini sono fucilati dalla truppe naziste. Durante i feroci rastrellamenti nazisti, fra i paesi di Monchio, Savoniere, Costrignano e Susano, furono uccisi circa 131 civili, compresi donne e bambini. Ma dove vanno le persone quando muoiono? «Lassù, in cielo! Sopra le nuvole?». Con molta poesia, il film, completamente autoprodotto, rievoca i massacri di civili operati dalle truppe tedesche a Monchio (il 18 marzo 1944) e poi due giorni dopo a Cervarolo (il 20 marzo). Sopra le nuvole è recitato dai familiari delle vittime e dalla gente del luogo, mentre i registi, i giovani Sabrina Guigli e Riccardo Stefani, nella realizzazione del film sono partiti dall'esigenza di far conoscere i luoghi e le tradizioni del nostro Appennino. Viene così raccontata una vita povera ma dignitosa, relativamente non toccata dalla guerra in corso, che si snoda tra lavoro, matrimoni, figli, feste di paese (impossibile non pensare a L'albero degli zoccoli, il capolavoro di Ermanno Olmi), dove spiccano i vari personaggi. Ines e Dante, il parroco, il calzolaio, Battista e Adriano, fino alla nascita della storia d'amore tra Elena e Giovanni, mentre rivivono sullo schermo il lavoro nei campi e gli antichi mestieri, il matrimonio secondo l'usanza montanara, il canto popolare del «Maggio» e il «Ballo dei gobbi», finché su tutto non prevale la follia della incipiente guerra civile. Il film racconta, in uno scenario di tradizioni e usanze della vita montanara dell'epoca, quelle drammatiche vicende, quando le truppe tedesche della compagnia di Goering effettuarono le feroci rappresaglie di civili nei due paesi.
il tempo.ilsole24ore.com, 21/03/2009

Critica (2):Il film interamente autoprodotto è interpretato dai veri abitanti di quei piccoli centri, alcuni dei quali diretti discendenti delle vittime delle stragi ; l’utilizzo del dialetto in gran parte dei dialoghi (che sono comunque brevi e rari), come anche della lingua tedesca per i soldati, permette un’interpretazione maggiormente naturale, nella quale non si rilevano momenti di esagerata enfatizzazione in cui l’attore non professionista potrebbe cadere.
Sono proprio loro probabilmente ad aver fornito gran parte dei costumi e degli arnesi utilizzati per le riprese, tutti autentici ; l’attenzione per i particolari viene esplicitata da momenti in cui la macchina da presa si sofferma per alcuni istanti su questi piccoli oggetti che racchiudono in loro il senso di un passato rievocato in tutta la sua forza originaria. "Trattare certi stati d’animo con quella sobrietà è molto raro oggi ; è la bellezza e la qualità del film". Questo è il punto di vista che il grande Mario Monicelli ha del film e che esprime in una breve videointervista proiettata prima della pellicola. In effetti, le parole del regista racchiudono forse il maggior pregio di un film come Sopra le nuvole, che parla con estrema autenticità attraverso le immagini, soffermandosi più sulla quotidianetà del paese che sull’efferratezza dell’atto compiuto. In questo si evince la scelta non banale di lasciare da parte l’impatto enfatico e forse anche facilmente emotivo che la materia trattata potrebbe avere sullo spettatore. Le parole della stessa regista Sabrina Guigli, pronunciate dopo la proiezione del film, possono spiegare questa scelta : "I giovani hanno voluto ricordarli (le vittime delle stragi, ndr), non con un messaggio di vendetta, ma perchè con il passato si può costruire il futuro".
Negli occhi dei bambini, nel caldo paesaggio, in quel quadro non perfettamente a fuoco che ritrae l’uscita degli sposini dalla chiesa del paese come ad immortalarli in una foto di qualche decennio fa, riponiamo l’augurio che Monicelli per primo ha rivolto alla stessa regista : "Adesso speriamo che il film venga visto".
close-up.it

Critica (3):Perché avete deciso di parlare di questo argomento?
“Perché si parla sempre meno di questi avvenimenti ed è importante che non vadano perse le testimonianze di quei terribili giorni. Quando ero bambino ricordo che ascoltavo in silenzio i racconti dei più anziani che ricordavano quei momenti di paura nei quali ancor di più si evidenziavano valori come solidarietà, amicizia, coraggio. Abbiamo voluto raccontare come si svolgeva la vita da queste parti, semplicemente, con le abitudini e le consuetudini di allora, per rendere un tributo a tutti coloro che sono stati uccisi e hanno sofferto a causa di quella guerra”.
(da un’intervista a Sabrina Gigli e Riccardo Stefani)

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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