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Bastardi senza gloria - Inglourious Basterds


Regia:Tarantino Quentin

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura: Quentin Tarantino; fotografia: Robert Richardson; montaggio: Sally Menke; scenografia: David Wasco; costumi: Anna B. Sheppard; effetti: John Dykstra; interpreti: Brad Pitt (Tenente Aldo Raine), Mélanie Laurent (Shosanna Dreyfu), Christoph Waltz (Colonnello Hans Landa), Eli Roth (Sergente Donny Donowitz), Diane Kruger (Bridget von Hammersmark), Daniel Brühl (Frederick Zoller), Michael Fassbender (Tenente Archie Hicox), Til Schweiger (Sergente Hugo Stiglitz), Gedeon Burkhard (Sergente Wilhelm Wicki), Jacky Ido (Marcel), B.J. Novak (Soldato Utivich), Sylvester Groth (Joseph Goebbels), Mike Myers (Generale Ed Fenech), Julie Dreyfus (Francesca Mondino), Martin Wuttke (Adolf Hitler), Omar Doom (Soldato Ulmer), Rod Taylor (Winston Churchill), Lena Friedrich (Suzanne LaPadite), Tina Rodriguez (Julie LaPadite), Paul Rust (Soldato Andy Kagan), Denis Menochet (Perrier LaPadite), Léa Seydoux (Charlotte LaPadite); produzione: Quentin Tarantino Lawrence Bender-Henning Molfenter-Charlie Woebcken-Christoph Fisser per A Band Apart-Zehnte Babelsberg Film-Lawrence Bender Productions-The Weinstein Company-Universal Pictures; distribuzione: Universal; origine: Usa-Germania 2009; durata: 160’.

Trama:Francia, II Guerra Mondiale. Un gruppo di soldati americani di origine ebraica viene paracadutato sul suolo francese per una missione speciale: uccidere il maggior numero possibile di nazisti e partecipare ad un'azione di sabotaggio, atta ad eliminare il Führer e i suoi più fedeli collaboratori, durante l'anteprima di un film realizzato da Goebbels, che si terrà in un cinema di Parigi. Nel frattempo, anche la bella e giovane Shosanna Dreyfus, una ragazza di origine ebrea, proprietaria della sala in cui si terrà l'anteprima, cercherà la sua personale vendetta contro coloro i quali hanno compiuto il massacro della sua famiglia, di cui lei è rimasta unica superstite...

Critica (1):Operazione Kino batte Operazione Walkiria dieci a zero. Se l' obiettivo di entrambe le «operazioni» è lo stesso (eliminare Hitler e il suo stato maggiore) nessuno può mettere in discussione che quella messa a punto per Inglourious Basterds sia molto più affascinante – sullo schermo e nel cuore dello spettatore – di quella attuata dal maggiore von Stauffenberg. Perché il cinema ha delle ragioni che la Storia non è in grado di capire. Ma Quentin Tarantino sì. E il cinema è il vero trionfatore di questo film, divertente, trascinante (nonostante le sue due ore e 28 minuti di durata), spensierato e colorato, che si permette di riscrivere i destini della Seconda guerra mondiale in nome della passione cinefila ma anche di un' idea di cinema che vuole ritrovare nella forza della produzione di «genere» (film di guerra, ma anche western, melodramma, commedia, eccetera eccetera) l' energia per superare l' impasse creativo che a volte sembra aver imbrigliato registi e produttori e che lo stesso Tarantino aveva sperimentato sulla propria pelle con il precedente, molto meno riuscito, Grindhouse. Invece in Inglourious Basterds (che riprende, storpiandolo, il titolo internazionale del film di Enzo G. Castellari Quel maledetto treno blindato. E i legami si fermano lì, smentendo ogni altra possibile «derivazione») il gusto di giocare coi generi e con le citazioni diventa lo schema portante intorno a cui prende forma la storia di un gruppo di soldati americani guidati da Aldo «l' apache» (Brad Pitt) paracadutati nella Francia occupata per uccidere (e scalpare) quanti più nazisti possibile, la cui missione si intreccerà con la voglia di vendetta di una ebrea sopravvissuta al massacro della propria famiglia (Mélanie Laurent), gestrice di un cinema a Parigi dove Hitler e il suo stato maggiore assisteranno alla prima della pellicola di propaganda L' orgoglio della nazione. Con una libertà d'invenzione che meraviglia e fa sorridere insieme, Tarantino inizia il suo film come un western, con tanto di allevatore che spacca il tradizionale ceppo di legna davanti alla casa colonica e continua come un film di guerra, poi passa allo storico, alla commedia, al gangster movie o al melodramma (senza dimenticare il documentario, che ogni tanto «spiega» allo spettatore un fatto particolare) inanellando una citazione dopo l'altra (da Sentieri selvaggi a Vogliamo vivere, da Impiccalo più in alto a Il sergente York), moltiplicando gli omaggi (qui, noblesse oblige, al cinema tedesco e francese, dalla Tragedia del Pizzo Palù al Corvo, da Marlene Dietrich a Danielle Darrieux, da Hildegard Knef a Ilona Massey) e naturalmente divertendosi anche a spese del suo amatissimo cinema di serie B (uno degli americani si finge un italiano di nome Aristide Massacesi). Per non parlare della musica che sottolinea ogni variazione di stile con altrettante citazioni, dove il nostro Ennio Morricone fa la figura del gigante.
Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera, 21/5/2009

Critica (2):Per il re del pulp Inglorious Basterds, 1978, è un mito. Così lo ha rifatto. Chiamando maestro Enzo G. Castellari e affidandogli una parte.
Enzo G. Castellari, regista di capolavori come Keoma e Il grande racket, è l'uomo più felice del mondo. È appena tornato dal faticoso set di Inglorious Bastards, il remake che Quentin Tarantino ha appena finito di girare in Germania, negli studi Babelsberg poco fuori Berlino, tratto dal suo quasi omonimo film del `78 (il titolo è un po' storpiato per non avere grane legali) che da noi usci come Quel maledetto treno blindato, progetto che Tarantino cerca di mettere in piedi da sette anni e che ora i festival di Cannes e di Venezia sì stanno contendendo.
Cast stellare, con Brad Pitt protagonista col nome di Aldo Raine (omaggio all'attore americano Aldo Ray che negli anni 50-60 si specializzò in ruoli di duro ma buono), il capo dei «bastardi senza gloria», un gruppo di ebrei americani che hanno il vizio di scotennare (letteralmente) i nazisti. Ogni personaggio cela un omaggio al nostro cinema popolare. Così Mike Meyers interpreta il generale Ed Fenech, Til Schweigen il «bastardo» Hugo Stiglitz (attore messicano vista nei nostri horror), Diane Kruger è l'attrice Bridget von Hammersmark, star di Fräulein Doktor (film di guerra di Alberto Lattuada).
Per tenere su il morale della troupe nelle 17 settimane di lavorazione, Tarantino ha approntato una sorta di cineclub dove lui stesso ha scelto i film. Quasi tutti «macaroni combat film», cioè pellicole di guerra all'italiana, a cominciare dall'originale Inglorious Bastards. Nello stravagante, settimo film del regista americano, Castellari è anche attore: appare, infatti, in una delle scene finali. E adesso, sfoggiando con orgoglio il giubbetto da Inglorious Basterds che gli ha regalato Tarantino sul set, racconta come è andata.

Cominciamo dalla sua interpretazione nel film.
«Ah, un trionfo. Quentin di solito dà action alla fine di un lungo rituale: ! l'aiuto chiede al sonoro di partire, poi tocca al direttore della fotografia e solo alla fine grida action. Ma il giorno delle mie riprese era lui a chiedere a tutti se erano pronti. Appena finito, dice: "Bene, bravissimo", e rivolgendosi a tutti: "Signori questo è il mio maestro, Enzo Castellari". E qui è partito un grande applauso. Sul set ho conosciuto tutti, dalla costumista, Anne Sheppard, premio Oscar per Il pianista, i al grande direttore della fotografia, Robert Richardson, un personaggio, con pizzetto e capelli lunghi bianchi: già pronto per fare il western che devo girare a fine anno, Gli implacabili. Lui, Quentin e il suo amico regista Eli Roth, che fa uno dei bastardi, saranno i tre bounty killer che aprono il film e che verranno uccisi da Franco Nero. Ognuno in maniera diversa. Quentin sarà ucciso da Nero con una doppietta caricata con le monete d'oro».

Qual è esattamente il suo ruolo in «Inglorious Basterds»?
«Sul piano di produzione c'era solo scritto "Enzo G. Castellari nel ruolo di himselfcioè di se stesso. In realtà, interpreto un generale nazista che, a Parigi, in piena guerra, accompagna al cinema una signora. In sala ci sono tutti i gerarchi, a cominciare da Joseph Goebbels. Sono riuniti per vedere un film di propaganda bellica, Stolz der Nation (L'orgoglio della nazione), che poi è un film nel film, diretto in realtà da Eli Roth e interpretato da Bo Svenson, che era il protagonista del mio Inglorious Bastards. Alla proiezione si presentano anche l'attrice tedesca Bridget von Hammersmark, cioè Diane Kruger, e una delegazione di sedicenti registi italiani, capitanata da Brad Pitt e Eli Roth. Ovviamente sono il gruppo di ebrei americani in missione, i "bastardi senza gloria", travestiti da italiani e pronti all'azione. Un particolare curioso? Brad Pitt dice di chiamarsi "Enzo Girolami", cioè il mio vero nome, e nell'inquadratura, dietro di lui, mentre lo dice, ci sono proprio io... Quando si scatena l'inferno, sarò io a urlare: "Fire!", che era poi la stessa battuta che pronunciavo nel mio vecchio film».
(dall’intervista di Marco Giusti, Il Manifesto, 13/2/2009)

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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