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Striplife - Gaza In a Day


Regia:Scaffidi Luca, Testagrossa Valeria, Zambelli Andrea, Mussolini Alberto, Grignani Nicola

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura: Teleimmagini; fotografia: Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa, Andrea Zimbelli, Alberto Mussolini, Nicola Grignani; musiche: Walter Buonanno; montaggio: Luca Gasparini; interpreti: Jaber Abu Ryila, Mohammed Antar, Majd Antar, Noor Harazeen, Gaza Parkour Team, Moemen Faiz, Fatima Raanan, Salem Abu Sidu; produzione: Teleimmagini-Vivo Film; distributore: LAB 80 Film; origine: Italia-Palestina, 2013; durata: 64’.

Trama:Striscia di Gaza.
Un evento inspiegabile è avvenuto durante la notte: decine di mante si sono arenate sulla spiaggia principale di Gaza City. Carretti di pescatori accorrono da tutta la Striscia, per accaparrarsi carne fresca. Intanto la città si sveglia. Antar sprona il fratello ad alzarsi, è il grande giorno, nel pomeriggio inciderà il suo primo pezzo musicale. Rehab fuma, assorta nei suoi pensieri, mentre Noor si trucca, dovrà apparire davanti alle telecamere.
Jabber è già nel campo. Gli spari dei fucili gli ricordano che vive nella zona cuscinetto che separa Gaza da Israele. Un corteo si snoda per le strade. Moemen è lì per fare il suo lavoro, il fotografo. La guerra gli ha menomato il corpo, non lo spirito. Al porto una barca rientra con lo scafo crivellato da spari.
Il canto del muezzin invade lo spazio, la preghiera si moltiplica dai minareti. Come in un sogno, i ragazzi del Parkour Team piroettano in un cimitero. La vita nella striscia si snoda fino alla notte.

Critica (1):La Striscia di Gaza raccontata nel quotidiano, in primo piano la vita di ogni giorno di uomini e donne “normali”. È Striplife. Gaza in a Day, film collettivo e racconto corale di una Palestina vista oltre la dimensione del conflitto: nelle attività quotidiane dei protagonisti si scopre l’ordinario di un contesto straordinario, per una volta non descritto attraverso il filtro della guerra.
Distribuito da Lab 80 film, il lungometraggio esce nelle sale il 15 gennaio, in contemporanea in diverse città italiane (Roma, Milano, Pisa, Mantova, Prato e altre), dopo aver fatto tappa e raccolto riconoscimenti in numerosi importanti festival internazionali, tra cui il Torino Film Festival, il festival di Mar del Plata in Argentina e il circuito Doc Alliance con Lipsia, Marsiglia, Monaco, Lisbona e Jihlava.
Realizzato da cinque registi italiani (Nicola Grignani, Alberto Mussolini, Luca Scaffidi, Valeria Testagrossa e Andrea Zambelli), il film fa vivere agli spettatori una giornata nella Striscia di Gaza, in compagnia di sette diversi protagonisti. Tra loro ci sono un giovane rapper, una giornalista della tv, un fotografo, un vecchio contadino, due allevatrici. E poi ci sono i pescatori della spiaggia di Gaza City, e un gruppo di ragazzi che fanno parkour. La telecamera li segue, presente ma non invadente, ritraendo con grande essenzialità e maestria immagini di straordinaria bellezza, il cui montaggio volutamente evita spettacolarizzazioni e tensioni estetiche eccessive.
“Con questo lavoro abbiamo voluto guardare la Palestina in modo diverso da come ci viene mostrata di solito – spiega Andrea Zambelli, uno degli autori del film -. L'idea della quotidianità favorisce un’identificazione tra lo spettatore e i protagonisti, ben diversa dalla distanza che creano le consuete immagini di guerra”. La visione di un film che diventa un’ora in compagnia della vivace umanità che vive a Gaza, tra desideri, impegni e difficoltà. Dal misterioso ritrovamento di decine di mante arenate sulla spiaggia all’alba, evento che crea scompiglio e frenesia tra i pescatori, alla cura con cui la telegiornalista Noor si prepara per andare al lavoro; dalla passione per il rap proibito di Antar, che nel pomeriggio deve registrare il suo primo disco, all’instancabile dedizione per la fotografia di Moemen e, ancora, dalla fatica di Jabber, contadino che lavora vicino al confine, alle surreali piroette in un vecchio cimitero dei ragazzi del Gaza Parkour Team.
“Insieme a noi hanno lavorato anche alcuni videomaker palestinesi, con cui abbiamo condiviso idee, competenze, storie e visioni – aggiunge Valeria Testagrossa -. Per questo ci sentiamo di dire che il nostro non è un film su Gaza ma un film con Gaza. E siamo molto felici che esca in sala: il cinema, grazie alla sua capacità di favorire l’immedesimazione, è lo strumento migliore per avvicinare il pubblico alla realtà vera della Striscia, andando oltre gli stereotipi e i racconti che generalmente vengono proposti dai media”.
Lab80film

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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