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Amanti passeggeri (Gli) - Amantes pasajeros (Los)


Regia:Almodóvar Pedro

Cast e credits:
Sceneggiatura: Pedro Almodóvar; fotografia: José Luis Alcaine; musiche: Alberto Iglesias; montaggio: José Salcedo; scenografia: Antxón Gómez; arredamento: María Clara Notari; costumi: Tatiana Hernández; interpreti: Antonio de la Torre (Alex Acero), Hugo Silva (Benito Morón), Miguel Ángel Silvestre (Sposo), Laya Martí (Sposa), Javier Cámara (Joserra), Carlos Areces (Fajas), Raúl Arévalo (Ulloa), José María Yazpik (Infante), Guillermo Toledo (Ricardo Galán), José Luis Torrijo (Dottor Más), Lola Dueñas (Bruna), Cecilia Roth (Norma), Blanca Suárez (Ruth), Antonio Banderas (León), Penélope Cruz (Jessica), Paz Vega (Alba), Carmen Machi (portiera), Susi Sánchez (madre di Alba), Pepa Charro (hostess Piluca), Nasser Saleh (passeggero), María Morales (Ángeles), Bárbara Santa Cruz (Guillermina), Violeta Pérez (Elvira); produzione: Agustín Almodóvar, Esther García Per El Deseo S.A.; distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia; origine: Spagna, 2013; durata: 90’.

Trama:Alcuni variopinti personaggi che sono in viaggio a bordo del volo 2549 della compagnia Península e diretto a Città del Messico, si trovano in una condizione di pericolo a causa di un guasto tecnico. Mentre i piloti fanno il possibile per trovare una soluzione con i loro colleghi della Torre di Controllo, gli assistenti di volo e il responsabile di cabina tentano di tenere sotto controllo la situazione e garantire ai passeggeri il miglior viaggio possibile. Ma la vita tra le nuvole è tanto complicata quanto quella sulla Terra...

Critica (1):Una vacanza fra le nuvole, in mezzo ai viaggiatori sull'orlo di una crisi di nervi del velivolo Peninsula 2549 diretto a Città,del Messico. Pedro Almodóvar prende una boccata d'ossigeno d'alta quota. Dopo le riflessioni sugli sdoppiamenti di personalità e sul delirio d'onnipotenza legato all'abuso di chirurgia plastica della Pelle che abito, dopo gli intrecci al nero degli Abbracci spezzati, dopo l'inguaribile nostalgia del passato di Volver, dopo gli inni alla vita e all'innegabile supremazia femminile di Parla con lei e Tutto su mia madre, il regista della Mancia torna alla commedia pura, giocosa, vitalistica, irriverente. Quella che, nel 1980, lo aveva lanciato con Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio. Non a caso la canzone che accompagna le immagini del trailer, da settimane cliccatissimo sul web, assieme ai commenti e alle auto-presentazioni del regista, si chiama I' m so excited, (la cantavano le «Pointer Sisters») e risale all'alba ancora ridente degli Anni Ottanta, prima che l'Aids stendesse la sua lunga ombra nera sul mondo omosessuale: «Dalla prospettiva del mio film – scherza Almodovar – si vedono fondamentalmente nuvole. Quando c'era il rischio che apparissero sullo schermo brandelli di realtà, ho deciso subito di inserire digitalmente altre nuvole, in modo da coprire ogni cosa, rendendo il panorama impenetrabile. Stavolta ho deliberatamente scelto di evitare la realtà. È tutta finzione. Mi piacerebbe che il pubblico definisse la pellicola con una sola, semplice parola, divertente».
In realtà, sui giornali spagnoli che attendono l'evento dell'uscita (l'8 in Spagna, il 21 da noi) il significato della metafora degli Amanti passeggeri è indagato nei suoi più vari risvolti politici e sociali, a prescindere da quello che l'autore ha dichiarato e dichiarerà sull'opera: «Mi preoccuperei solo nel caso in cui qualcuno scrivesse una cosa tipo "Almodóvar si sta ripetendo in un modo molto poco divertente, tutto sembra dire che le sue cose migliori appartengono al passato. Risparmiatevi la fatica di scaricare illegalmente il suo ultimo film».
Eppure, non fosse altro che per le diverse provenienze dei passeggeri, il riferimento alla Spagna contemporanea sorge inevitabile. Sull'aereo minacciato da un guasto tecnico, volano, in classe Business, una coppia di sposi novelli molto cafoni, stremati dai festeggiamenti per il matrimonio, un ambiguo messicano con un segreto da tenere ben nascosto, una regina della cronaca rosa, una veggente di campagna, un impenitente sciupafemmine che sta cercando il modo per liberarsi di qualcuna delle sue amanti, un padre infelice per l'abbandono di sua figlia, un finanziere senza etica e senza vergogna, specializzato in truffe. Esattamente come avviene sulla terraferma, i temi centrali intorno a cui ruotano le reazioni scomposte dei vari personaggi, accuditi e sorretti da assistenti di volo pronti a tutto pur di distrarli, sono il sesso e la morte. La necessità di confrontarsi faccia a faccia con il pericolo di perdere la vita scatena una reazione catartica, l'unico modo per vincere la paura è alleggerirsi di tutti i pesi con cui ci si è abituati ad andare avanti, confessare le proprie sensazioni più intime, dimenticare l'angoscia del presente.
Nel cast recitano molti degli attori prediletti di Almodóvar, dall'eroina di Tutto su mia madre Cecilia Roth al dolce infermiere di Parla con lei Javier Camara, e poi Lola Duenas, Hugo Silva, Antonio de la Torre, Bianca Suarez, Miguel Angel Silvestre. A Penelope Cruz , Antonio Banderas e Paz Vega sono stati affidati due minuscoli camei: «Gli attori non sanno che film hanno fatto – ha commentato l'autore al termine della prima proiezione con il cast –, e, senza dubbio, questo non esisterebbe senza i loro volti, le loro voci, i loro occhi, la loro bellezza o il loro deterioramento fisico, il loro modo di camminare e di muoversi, le loro lacrime, la loro nudità... Ora l'hanno visto, sono i primi, e lo hanno apprezzato sonoramente. Speriamo che tutti loro ottengano il successo che si meritano».
Fulvia Caprara. La Stampa, 3/3/2013

Critica (2):(...) Volevo riunire un gruppo di persone in un luogo chiuso, da cui non poteva uscire e in una situazione di grande tensione. Il modo per lottare contro la paura diventa la parola. C'è il telefono, ci sono le confessioni reciproche e invece non c'è la televisione visto che gli schermi sono neri dall'inizio. Oggi la televisione è diventato lo spazio delle confessioni pubbliche, mi piaceva perciò ridare alla parola la possibilità di comunicare. E poi i film sui disastri aerei sono un genere, possono essere tragici o divertenti come L'aereo più pazzo del mondo a cui mi sono un po' ispirato. (...)
La situazione spagnola attuale è per me la peggiore dall'inizio della democrazia. Non sono una persona nostalgica ma ricordo in quegli anni l'euforia e la grande libertà che si respiravano ovunque. Uscivamo dal franchismo e non era cosa da poco. Nel film alla fine l'aereo atterra, nella realtà invece non sappiamo se attereremo da qualche parte, come e chi sarà al comando.
Pedro Almodovar, dall’intervista di Cristina Piccino, il Manifesto, 15/3/2013

Critica (3):

Critica (4):
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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